Al giorno d’oggi sempre più persone lamentano problemi di memoria: lo stress del vivere quotidiano influenza negativamente anche la memoria e la capacità di concentrazione.
Come possiamo difendere la nostra memoria?
Innanzitutto eliminando il più possibile lo stress: cerchiamo di condurre una vita ordinata a tranquilla e avremo in tempi rapidi dei buoni progressi. Molto importante in questo senso è il sonno: dormire in modo regolare è un vero tonico per la nostra mente.
Anche l’entusiasmo ci aiuta. Infatti siamo tutti consapevoli di ricordare qualcosa meglio quando ci piace. Ad esempio, uno studente ricorderà più facilmente la trama di un film piuttosto che la lezione di storia. Tuttavia, cercare di appassionarci a quello che dobbiamo ricordare ci aiuterà a trovare più facilmente un filo conduttore capaci di aiutarci a “immagazzinere” meglio le informazioni nel nostro cervello.
L’attività fisica gioca anche qui un ruolo importante, grazie alla sua capacità di stimolare le sinapsi cerebrali: nn’ora di esercizio aerobico a settimana può portare a produrre nuovi neuroni nell’ippocampo, la regione del cervello responsabile della memoria
Per quanto riguarda la fitoterapia il rimedio più utilizzato è sicuramente il Panax ginseng. Si tratta di una pianta di origine asiatica ampiamente utilizzata dalla medicina tradizionale cinese. Esiste il ginseng rosso e quello bianco. Viene utilizzato come tonico dell’umore, anti-stress e pianta dalle proprietà neuroprotettive. Un’altra pianta utilizzata spesso nei problemi di perdita di memoria è il Ginkgo biloba: e sue riconosciute proprietà vasoattive intervengono favorendo microcircolazione cerebrale.
Molto utili anche i giochi di logica, a condizione di alternarli il più possibile: la gamma di opzione è comunque moto ampia grazie a sudoku, cruciverba, anagrammi, rebus, ecc.
Infine una ricerca condotta in Gran Bretagna sostiene che un esercizio quotidiano di movimento degli occhi verso destra e sinistra della durata di almeno 30 secondi potrebbe migliorare la memoria in quanto aiuta i due emisferi cerebrali ad interagire più efficacemente.