La fine di una storia d’amore non è un piacevole evento nella vita di una coppia. Ancor di più quando si tratta di una coppia sposata. Soprattutto sul piano psicologico, è difficile superare una separazione dalla persona alla quale si era promesso amore eterno, nel bene e nel male. Non tutti reagiscono allo stesso modo: alcuni cadono in depressione, altri affrontano il futuro con coraggio sperando in qualcosa di migliore, altri voltano pagina con estrema facilità, altri ancora impiegano mesi per superare il trauma.
A proposito del divorzio, uno studio degli psicologi dell’Università dell’Arizona David A. Sbarra, Hillary L. Smith e Matthias R. Mehl, ha analizzato le implicazioni psicologiche che affliggono i divorziati. In base alle differenti capacità di reazione, hanno considerato un parametro, chiamato “self-compassion”. Tutto dipenderebbe dal livello di questo parametro. Se i soggetti sono compressivi con se stessi e provano appunto “compassione di se” affronteranno meglio il dolore.
Il problema che assale coloro i quali vengono lasciati non è la perdita del partner, secondo gli studiosi. La cosa peggiore si verifica quando gli individui non riescono a perdonare se stessi per la situazione andata male e non riescono a lasciarsi scivolare addosso le cose. Insomma, la chiave di tutto sta nel volersi bene. Non bisogna colpevolizzarsi troppo e addossare su di se tutte le responsabilità della fine di un rapporto. E non bisogna pensare, erroneamente, che basti essere egoisti per fregarsene di tutto. Lo studio è stato pubblicato su Psychological Science e in particolare David Sbarra ha affermato che i soggetti devono coltivare l’autocompassione, perchè:
L’autocompassione può promuovere la resilienza, ovvero la capacità dell’uomo di affrontare e superare le avversità della vita, di superarle e di uscirne rinforzato e addirittura trasformato positivamente.
La ricerca si è concentrata su ben 105 quarantenni, tra uomini e donne, che avevano appena divorziato da tre o quattro mesi. Nello specifico, è stato chiesto di raccontare del proprio ex per almeno 30 secondi e poi è stato chiesto di descrivere per quattro minuti i propri sentimenti dopo la separazione. Attraverso dei rilevatori audio, si è arrivati alla conclusione che chi è capace di auto-compassione affronta meglio il trauma del divorzio.
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