Fare paragoni con gli altri, non è sempre utile, soprattutto quando diventa un alibi inconscio per non reagire. Tuttavia, immaginare che gli altri stiano meglio di noi è una tendenza piuttosto diffusa, che nel migliore dei casi si traduce in semplice invidia, ma può creare anche notevoli problemi quando, ad esempio, si attraversa momenti di crisi esistenziale, sino alla depressione.
Paragonarsi in maniera ossessiva agli altri, pensando che siano più felici e migliori di noi è un atteggiamento immaturo e non permette di affrontare le difficoltà della vita. Il mondo, infatti, è come se si spaccasse in un “me” sfortunato e infelice e negli “altri” realizzati e sempre all’altezza della situazione. Questa modalità infantile ed egocentrica non porta soltanto ad una visione distorta della realtà, ma soprattutto impedisce di attingere alle proprie risorse interiori per reagire e rigenerarsi.
Il confronto, rivela una paura di crescere e di affrontare le problematiche che si presentano e diventa un alibi inconscio per non prendere in mano la situazione. Si preferisce vedere che la vita degli altri sia perfetta, mentre la propria un fallimento piuttosto che accettare la compresenza nella propria realtà di aspetti positivi e negativi, di periodi buoni e momenti meno felici. E non accettarli significa vivere la vita in modo autodistruttivo.
Cosa bisogna fare, allora, per accettare quest’alternanza e vivere i periodi di stallo come un’opportunità per completare se stessi? Prima di tutto, quando si cade in crisi è facile finire nella trappola dei paragoni negativi, ma se si evita di esprimerli agli altri, cercando una facile consolazione, la mente è meno disposta a farli e si è in qualche modo obbligati a fare i conti con la realtà.
Può essere d’aiuto, soprattutto nei momenti di crisi, conoscere più da vicino la realtà degli altri, chiedendo e informandosi sui problemi degli altri. Questo, è sicuramente un modo per vedere le cose in maniera più obiettiva. Nel momento in cui si è usciti dalla crisi e si sta finalmente meglio, è importante occuparsi degli aspetti più fragili di se stessi, in modo da essere più preparato all’arrivo di una nuova ondata di “maltempo”.