Gli ipercritici cercano il conflitto sempre e comunque, anche quando non serve, ad esempio facendo una puntualizzazione inutile o un’osservazione provocatoria e gratuita. Spesso, questo atteggiamento dietro il quale si nasconde una profonda delusione, condiziona in maniera negativa i rapporti sociali.
Per l’ipercritico, infatti, ogni occasione è quella buona per battersi verbalmente e la contrarietà che ha verso l’esterno, a prescindere dalle situazioni specifiche di conflitto, lo fa partire già irritato o arrabbiato prima ancora di affrontare una conversazione. Ecco, perché basta un nonnulla per fargli “aprire il fuoco”.
Generalmente, chi è ipercritico, si comporta come se avesse subito, in passato, un torto così grande, che per non essere di nuovo ferito, si costruisce un ego distaccato e aggressivo, sempre pronto alla “guerra”. Ma cosa si cela dietro questa propensione? Certamente, esiste una predisposizione individuale, ma da sola non basta a spiegare le cause, che molto spesso sono da ricercare nel vissuto dell’infanzia e in alcuni casi anche nell’adolescenza, come le umiliazioni subite, la mancanza di amore materno o i genitori perennemente in conflitto tra di loro.
La tendenza ad essere ipercritici, mina profondamente le relazioni sociali, suscitano reazioni aggressive e inutili tensioni, accrescono il senso di frustrazione e rendono inconcludente ed estenuante ogni tipo di conversazione. Cosa può fare, allora, chi si riconosce in questa descrizione? Spesso dietro l’atteggiamento polemico si nasconde una forte insoddisfazione per la propria vita e tende a cercare una sorta di “risarcimento” attraverso discussioni estenuanti e senza senso.
Per trasformare la polemica in energia vitale, è necessario concentrarsi su se stessi e su uno stile di vita che sia realmente migliore. Perché spendere tanta energia dietro argomentazioni fini a se stesse? E se vi sale la rabbia, commutatela in passione per qualcosa, in modo che la creatività possa fluire e rendervi più sereni nell’affermare eventuali contrarietà.