Quante volte siamo svenuti nella nostra vita? Magari dopo aver effettuato le analisi del sangue, dopo un periodo di stress molto forte o quando stavamo per aspettare un bambino? Molto spesso leghiamo lo svenimento ad un problema più grave. Pensiamo sia un campanello d’allarme per qualcosa di terribile che ci sta per accadere. Proprio per questo oggi vogliamo parlarvi di recenti studi condotti dalla Società Europea di Cardiologia che ci aiuteranno a comprendere quando in realtà lo svenire è compromettente per la salute generale di un individuo e quando non è niente di così allarmante.
Secondo la Società non bisogna legare per forza lo svenimento ad una patologia grave ed effettuare esami su esami, inutili la maggior parte delle volte. È stato, infatti, evidenziato che il 40% dei giovani con un’età che non supera i trent’anni dichiara di essere svenuto almeno una volta nella vita. In particolare, sono le donne le principali vittime dello svenimento e si registra una percentuale forte anche negli anziani over sessantacinque. Frequentemente chi si reca in pronto soccorso perché svenuto viene sottoposto ad esami che tolgano il rischio di un problema di natura cardiaca. Si tendono a cercare possibili aritmie nel battito cardiaco. Gli studiosi avvertono che è importante come si sviene e in che modo.
Ad esempio, se quando siete svenuti avete avuto un annebbiamento della vita, tutto è avvenuto all’improvviso e per più di trenta secondi è consigliabile controllarsi per bene perché c’è la possibilità di una patologia cardiaca. Invece, se il soggetto è stato esposto ad una forte emozione e prima ancora ha riscontrato sudorazione, pallore o capogiro, si tratta soltanto di un semplice svenimento senza nessuna conseguenza grave. In ogni caso è consigliato fare un elettrocardiogramma. Se poi dovessero esserci delle situazioni particolari allora si potrà passare a degli esami più approfonditi. In caso contrario, è inutile procedere con allarmismi e farsi prendere dall’ansia o dalla preoccupazione. Un consiglio utile che può essere dato a chi è soggetto a perdere conoscenza e a svenire frequentemente: si può effettuare una manovra controcompressoria. Stringendo i muscoli dei glutei, delle gambe e delle braccia, infatti, si previene lo svenimento e si aumenta la pressione.