Sapersi immedesimare negli altri è una capacità molto importante per ogni forma di convivenza e di sviluppo individuale e collettivo. E’ un atteggiamento che, se usato in modo corretto può aiutare a comprendere gli altri in profondità e anche se stessi. Si basa su un meccanismo psicologico semplice e complesso nello stesso tempo.
Quando ad esempio siamo davanti ad una persona che si trova in difficoltà, “peschiamo” dentro di noi l’esperienza personale che più si avvicina, per vissuto o per analogia, a quella situazione particolare. In questo modo possiamo intuire almeno in parte ciò che l’altro sta provando. Immedesimarsi, dunque, è un’abilità preziosa, che ci viene in soccorso per aiutare gli altri o per capire perché una persona si comporta in un certo modo.
Non tutti possidedono questa particolare capacità in egual misura, che spesso è del tutto inconscia, tuttavia si può rivelare un’arma a doppio taglio se usata in eccesso. Può capitare, ad esempio, di avere l’impressione di immedesimarci nell’altro, e invece stiamo solo proiettando le nostre emozioni e le nostre ferite. Inoltre, può accadere che la sofferenza di una persona cara ci tocchi in modo particolare, andando ad aprire una ferita interiore soltanto sopita: umiliazione, lutto, abbandono, insicurezza. Così non viviamo solo il dispiacere per quanto sta accadendo, ma soffriamo a tutti gli effetti, senza nemmeno rendercene conto, come se rivivessimo il nostro vecchio trauma.
L’immedesimazione, così si carica eccessivamente di proiezioni personali e di emotività, facendo diventare la situazione insostenibile. Diventa un pensiero fisso, un logorio psichico ed ogni incontro con l’altro si trasforma in una prova estrema che ci lascia come svuotati. Sapersi immedesimare è una capacità da gestire con cautela, che rischia di essere poco utile anche per l’altro a cui può nuocere l’eccesso di emotività. E’ preferibile, invece, fornire supporto quando siamo in forze, e trasformare la condivisione emotiva in aiuto concreto.