I risultati di una nuova ricerca condotta dalla Northwestern University sono sicuramente interessanti anche per i tanti ragazzi che in questi giorni sono alle prese con lo studio e con gli esami. Da questo studio, è emerso infatti che il sonno può rafforzare la memoria e che, in particolare, per imparare meglio a suonare un brano musicale, conviene continuare ad ascoltare questo brano mentre si dorme.
Il professor Ken A. Paller, uno degli autori dello studio, ha spiegato: “I nostri risultati estendono le ricerche precedenti dimostrando che gli stimoli esterni durante il sonno possono influenzare una capacità complessa”. Utilizzando il metodo EEG per monitorare l’attività elettrica del cervello, i ricercatori hanno notato che i leggeri “spunti” musicali si presentavano durante la fase di sonno a onde lente, in precedenza collegata al rinforzo della memoria.
I partecipanti facevano meno errori quando suonavano la melodia che avevano sentito anche mentre dormivano. James Anthony, il principale autore dello studio, ha spiegato: “Abbiamo riscontrato anche che i segnali elettrofisiologici durante il sonno sono legati al grado di cui la memoria è migliorata. Questi segnali possono così misurare gli eventi del cervello che causano un miglioramento della memoria durante il sonno“.
Il professor Paul J. Reber, co-autore dello studio, ha detto che quest’ultima ricerca farà sicuramente tornare in mente l’antico mito per il quale si imparava una lingua straniera mentre si dormiva, ma la differenza principale è che, in questo caso, la memoria è rafforzata da ciò che si è già imparato. “Piuttosto che imparare qualcosa di nuovo durante il tuo sonno, stiamo parlando di migliorare un ricordo esistente riattivando le informazioni recentemente acquisite” ha aggiunto.
Gli studiosi, adesso, starebbero cercando di applicare i loro risultati ad altri tipi di apprendimento. Il professor Paller ha detto di sperare che la sua ricerca possa aiutarli a capire di più circa i meccanismi di base del cervello che avvengono durante il sonno per custodire l’accumulazione di memoria. Secondo Paller, comunque, questo studio può aprire la strada a studi futuri, basati sui processi di elaborazione della memoria nel sonno, per diversi tipi di capacità motorie, abitudini e disposizioni comportamentali.
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