Anche il caregiver, la figura famigliare che assiste i malati cronici ha bisogno di aiuto. Spesso e volentieri si tende a non tenere quasi da conto di queste persone che incastrano e pianificano la loro vita per curare i propri cari. Ma che succede se anche loro cedono psicologicamente? E’ una strada senza uscita?
Fortunatamente no, ma se assisti una persona gravemente malata, sei cosciente che qualsiasi sforzo tu faccia il senso di inadeguatezza non ti abbandona mai del tutto. Si prova gioia per le piccole vittorie quotidiane, per quei momenti che hai la possibilità di vivere con le persone che ami prendendoti cura di loro ma sei comunque cosciente che nella maggior parte dei casi non si tratta di una “storia a lieto fine” e che lo stress sarà sempre tanto. Il caregiver ha bisogno di aiuto: da parte degli altri famigliari, da parte di uno specialista o un terapeuta che sappia indicargli come reagire alle difficoltà che si parano davanti, a quello stress che in alcuni momenti ti spingerebbe a gettare la spugna ed andartene lontano da tutto. E’ in queste situazioni in particolare che la capacità di gioire delle piccole cose, di adattarsi ai cambiamenti improvvisi si fanno più necessarie.
Non è una vita facile quella del caregiver, è inutile prendersi in giro. Ma con un po’ di aiuto e qualche accorgimento è possibile non uscire distrutti da un’esperienza di questo genere. Bisogna farsi forza, avere pazienza e non perdere di vista i propri obiettivi. Non è facile, ma è possibile.
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