E’ passato poco più di un mese dalla scandalo che ha travolto Piero Marrazzo. Molte cose sono successe da quel 22 ottobre, quando l’ex presidente della Regione Lazio, suo malgrado, è venuto alla ribalta mediatica per le sue preferenze sessuali. Non è questo il luogo appropriato per improntare una discussione politica, ma potrebbe esserlo per capire fino a che punto è giusto che la vita privata si ripercuota in quella pubblica. Pensate se un grande medico, venisse scoperto in atteggiamenti intimi con un trans, cosa ci impedirebbe di farci curare da lui? Probabilmente nulla. Pensate se l’avvocato più bravo del mondo avesse una relazione extraconiugale, cosa ci impedirebbe di farci difendere da lui? Probabilmente nulla. Stesso discorso vale per qualsiasi altra professione, che se svolta al meglio dovrebbe essere la sola cosa che ci interessa.
E invece no. Dalla vicenda Marrazzo abbiamo tanto da impare della nostra società. Quando i media italiani e non, si occuparono delle feste organizzate da Silvio Berlusconi, qualcuno disse che le critiche a lui mosse, si mescolassero alle critiche riguardo le sue presunte incapacità di governare. All’ex giornalista Rai non erano state rivolte accuse di una mala gestione della Regione Lazio, eppure è stato costretto prima ad autosospendersi e poi a dimettersi. Direte voi, la vicenda Marazzo è condita da piccanti e quantomai “ingredienti” rispetto a quella del premier.Vero. Allora la domada iniziale torna: fino a che punto è giusto che la vita privata si ripercuota in quella pubblica? Dipende dalla qualità delle cose che si fanno nella vita privata? Dipende da chi le fa? Dipende da entrambi i fattori? Nell’immaginario collettivo esiste una credenza secondo la quale la linea di demarcazione fra il pubblico e il privato sia molto labile per i personaggi famosi. Sarà che vogliamo trasparenza da chi ci governa o da chi svolge una funzione importante o sarà l’invidia perché loro hanno molto benefici che noi sognamo solamente? Nella Grecia antica gli dei erano gelosi a tal punto della propria gloria e del proprio potere che quando un uomo, grazie alle sue capacità, eccelleva in qualcosa, essi si sentivano minacciati. L’unica soluzione era privare l’uomo o della sua capacità o addirittura della sua stessa vita. Siamo uomini o dei?
Chiudiamo il cerchio e torniamo alla vicenda Marrazzo. Ciò che ha suscitato le polemiche non sono state tanto le sue preferenze sessuali, quanto il fatto che l’automobile blu fosse il mezzo di trasporto usato per recarsi agli appuntamenti con i trans. E ancora. Il fatto che la droga fosse un elemento immancabile degli incontri. Ma forse la cosa che ha dato più fastidio è che il denaro per fare tutto questo uscisse dalle casse pubbliche.