La medicina moderna e la psicoterapia ci offrono tanti mezzi per combattere lo stress, uno dei più curiosi è senza dubbio la terapia del galleggiamento. La “floating teraphy” viene direttamente dagli Stati Uniti ed è basata essenzialmente, ora vedremo come, sulla privazione sensoriale.
Viene usata una camera di galleggiamento, che solo in Italia rappresenta una novità: in America e nei paesi del Nord Europa essa viene utilizzata con una certa regolarità per combattere lo stress. Ideata nel 1954 da John Lilly come camera di tortura, si è ben presto rivelata tutto il contrario una volta sperimentati gli effetti della stessa. La cosa ancor più interessante è che questa tecnica non solo porta la persona a rilassarsi, ma avrebbe anche degli effetti analgesici e decontratturanti su chi la utilizza. Ci si immerge per circa un’ora in una vasca riempita di 25 cm di soluzione satura di sali di magnesio che che consente di galleggiare sull’acqua. Raggiungendo la temperatura corporea di chi vi è immerso, lo stesso non sa più dove inizia il corpo e dove l’acqua.
Lo stress non viene procurato, ma alleggerito all’interno della camera di galleggiamento. Questo perché in mancanza di stimoli sensoriali il cervello può essere capace di raggiungere un profondo grado di relax. Gli stati allucinatori che si pensava potessero essere causati immediatamente, arrivano solo dopo diversi giorni in completo stato di deprivazione sensoriale. La terapia del galleggiamento, negli ultimi anni, negli Stati Uniti è stata utilizzata con successo anche nei pazienti che soffrono di sindrome da stress post traumatico. In particolare in quelli di ritorno da zone di guerra come l’Afghanistan.
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