L’auto aiuto è davvero pericoloso? C’è chi si “cura da solo” con manuali di auto-sostegno e riesce a a guarire dalla sua ansia e chi, secondo alcuni, sviluppa un ossessione per le terapie fai da te.
Dove sta la verità? Forse nel mezzo e nella casistica, come in tutte le cose. Nel frattempo però Svend Brinkmann, dell’Università di Aalborg, ci tiene a sottolineare (e lo fa con un libro conto l’auto aiuto, N.d.R.) che il problema del self help consta nel fatto che in molti non capirebbero i limiti di questo approccio e si sentirebbero di conseguenza inadeguati nei risultati ottenuti tanto da rischiare di cadere in depressione. E spiega:
La nostra cultura chiede il continuo migliorarsi, non importa quanto sei in gamba, non lo sarai mai abbastanza. Il problema del self-help è che fa promesse illusorie di felicità e successo seguendo pochi semplici passi, come se l’individuo potesse controllare tutto e se la felicità fosse una scelta. Bisogna combattere l’illusione di potersi auto migliorare venduta senza la minima traccia di evidenza scientifica. Accettare i propri limiti e rifiutare il positivismo a tutti i costi aiuta ad apprezzare di più la propria vita.
Una posizione non errata, in teoria, ma che in pratica contiene al suo interno tantissime sfumature. Perché non tutti cadono nell’errore di ossessionarsi con i manuali di auto aiuto e una buona autoanalisi può rivelarsi ottimale per la persone che sta cercando il modo più giusto di affrontare i propri problemi al fine di avere una vita più serena: se nell’approccio rientrano anche un manuale o due è davvero un grande problema?