A causa della pandemia di coronavirus sono nati nell’essere umano differenti tipi di stress collegati a questa malattia: tra di essi è il caso adesso di annoverare anche quello che gli esperti definiscono stress da riapertura.
Paura di tornare liberi
È stata soprannominata così la paura delle persone di riprendersi la libertà persa nel corso di questi mesi: anche se tutto sta avvenendo gradualmente gli esperti sostengono che sarà impossibile pensare di ritornare a come eravamo prima senza soffrire un po’ per il cambiamento. Questo perché nel corso di questo anno di restrizioni sono diventate centro della vita delle persone le cose ritenute naturalmente più importanti e quindi per quanto ci sia la voglia di riconquistare gli spazi e la possibilità di interagire con le persone a noi più vicine, non viene spontaneo ritornare alla capacità di relazionarsi in presenza come se nulla fosse successo. Sia le amicizie che le relazioni sono state vissute a distanza negli ultimi tempi e, assurdamente, vengono percepite come molto meno limitate rispetto a quelle vissute fisicamente.
Lo stesso da riapertura colpirà particolarmente il mondo del lavoro: Le persone si sono così abituate ad utilizzare lo smart working e a dibattere attraverso la webcam del computer che se possibile eviteranno il più possibile di ritornare allo stress dei meeting dal vivo.
Bisogno di tempo per accettare il cambiamento
Si può dire senza avere paura di sbagliare che il nostro cervello, dopo essersi abituato ad una certa tipologia di routine, farà fatica ad accettare nuovi cambiamenti, soprattutto per quanto riguarda la socialità di gruppo. Questo perché la paura, che si è instaurata nelle persone nel corso di questi mesi, in merito alle possibili conseguenze di un interazione fisica tra le persone funzionerà come un ostacolo rispetto al ritorno alla disinvoltura che era caratteristica del periodo pre pandemico.
Nonostante , infatti le restrizioni si stiano allentando, viene spontaneo chiedersi se ad eventuali cerimonie non ci siano troppe persone, o ancora se è possibile fidarsi a ritornare a mangiare al ristorante come si faceva prima al chiuso. La verità dei fatti è che non solo il nostro cervello avrà bisogno di abituarsi ma che al momento, nonostante le briglie si stiano allentando, non conviene ancora pensare di potersi comportare come prima della pandemia di coronavirus.
Il virus non è ancora stato sconfitto sebbene le cose stiano andando meglio e di conseguenza non ci si può permettere di non utilizzare la mascherina o creare assembramenti. Anche per gli abbracci è bene aspettare di essere tutti vaccinati: meglio la libertà a piccole dosi che dover combattere con le conseguenze fisiche e psicologiche di un eccesso di libertà,.