Si dice che la vendetta sia un piatto che va servito freddo. In realtà si tratta di una pietanza che non andrebbe servita mai, soprattutto per il nostro bene psicologico.
Non cedere alla vendetta
Non siamo ipocriti, tutti quanti noi abbiamo desiderato almeno una volta nella vita di vendicarci per un torto subito. O vendicare qualcuno che amiamo. La vendetta però non è un impulso che deve essere seguito: è bene che rimanga semplicemente un desiderio. Soprattutto perché se non si è in grado di gestire le proprie emozioni, quella che è la voglia di vendetta può trasformarsi facilmente in ossessione.
A livello tecnico, per quel che riguarda la psicologia, il sentimento della vendetta viene riconosciuto come correlato a un danno che si è subito, a una mancata cura, alla violenza o al maltrattamento. Si può verificare anche in caso vi sia un tradimento all’interno di un rapporto.
Il fattore più importante che delinea la vendetta e il palesarsi di un dolore psichico generato dalla perdita del senso di fiducia. Qualcosa spesso caratterizzato da rancore e rabbia che spinge le persone a ricercare di punire l’oggetto colpevole del torto subito. Secondo gli esperti la vendetta può essere un meccanismo di difesa che parte a livello psicologico, con l’obiettivo di nascondere i traumi più profondi che le persone hanno sperimentato nell’infanzia.
Riconoscere una persona vendicativa
Diventa importante, quando si parla di vendetta, riconoscere qual è il comportamento di una persona vendicativa. Di certo si potrà notare una mancanza di empatia nei confronti della persona oggetto del sentimento di rancore. Con molta probabilità questa viene percepita come minacciosa e di conseguenza chi vuole ottenere vendetta potrebbe anche apparire insicura. E caratterizzata da una bassa consapevolezza delle proprie emozioni.
Non bisogna per forza essere vendicativi con chi ci fa del male, si può anche provare della semplice e più sana rabbia. Il discorso è sempre lo stesso: nonostante i torti subiti non tutti provano desiderio di farla pagare letteralmente a chi gli ha fatto del male. Ovviamente per quel che riguarda questo sentimento la storia attorno all’offesa ha la sua importanza. Perché in grado di influenzare il comportamento fino a farlo scaturire in ossessione.
Se ci si vuole difendere da una persona vendicativa bisogna aiutarla a comprendere quanto i meccanismi di crudeltà, rigidità, inflessibilità e violenza che mette in atto siano disfunzionali. Ricordando che se siamo noi a possedere desiderio di vendetta c’è maggiore soddisfazione e appagamento quando si sceglie di non agire. Il perdono rappresenta un’importante spinta di autostima. Meglio rinunciare a fare del male ed essere fieri di se stessi per essere stati in grado di andare avanti.