Siamo tutti sconvolti di fronte a tanti drammatici fatti di cronaca. Ma non solo di questi ultimi giorni. Ciò che si sta verificando, purtroppo è la continuazione di una serie di omicidi che da anni, in maniera più o meno conosciuta, vengono a ripetersi inaspettatamente dentro le mura di casa nostra.
La quiete dei nostri borghi si trasforma all’improvviso. Siamo invasi da giornalisti, telecamere, la tranquillità e la buona fama del paese distrutta, i fatti personali spesso stravolti, se non addirittura inventati di sana pianta per la fantasia pruriginosa che tutto vuole sapere. E’ così, volti di persone sconosciuti entrano nella cronaca nera, nei tg, persino nei dibattiti televisivi. Ci si scontra, insomma, con fatti che neppure lontanamente pensavamo potessero accadere, soprattutto, si tocca con mano il volto tragico della violenza. E’ un’ulteriore fenomeno del grande cambiamento culturale a cui siamo soggetti e che nel futuro evidenzierà ulteriori trasformazioni.
Tali episodi lasciano sgomente le coscienze, pongono interrogativi, vuoti ed e urgenze da colmare. Si sta venendo a modificare il concetto stesso di vita umana e si perde il senso di inviolabilità che abbiamo avuto per secoli, come patrimonio fondamentale di cultura che nel tempo ha generato profondo rispetto. La preoccupazione nasce dal fatto che si commettono questi omicidi in nome dell’amore, non è così, non è amore e non si può credere a questa giustificazione.
L’amore non dà la morte agli altri, perché amare vuol dire dare la propria vita per il soggetto su cui e con cui investiamo in progetti di vita e quotidianità, non il contrario. Si è capovolto a tal punto il concetto stesso dell’amore, da non comprendere che questi fatti, sono solo frutto di un profondo egoismo.
Alla base di tali comportamenti deviati, si riscontra una mentalità di possesso che in maniera più o meno esplicita si esprime nelle parole: o sei mia o di nessun altro. Ciò a cui assistiamo con profonda tristezza, alla fine, è il dolore di tanti genitori che scoprono il vuoto per la perdita della figlia o per il volto fino ad ora sconosciuto del figlio omicida.
Bisogna necessariamente recuperare, con un’azione educativa, il senso della vita e il senso dell’amore.