Oggi vi parliamo di un tema che prende spunto dai testi di Erich Fromm, psicoanalista tedesco di origine ebraica, che studiava le condizioni di individui normali ed uguali in tutto e per tutto, se non per quello che avevano dentro: il bene ed il male.
Oggi, con gli studi avanzati in sociologia sembra essere più semplice la comprensione tra i due concetti, riuscendo a portare degli esempi plausibili di questi due concetti derivanti non solo dalle quattro mura domestiche, bensì, anche dai casi che ci presenta la televisione. Ma analizziamoli entrambi per cercare di capirne qualcosa in più dal punto di vista del valore degli individui.
Partiamo dal male. Le violenze attuali, sono principalmente in questo periodo quelle che vengono consumate negli ambienti domestici e soprattutto vissuti attraverso persone sempre risultate buone che purtroppo a causa della repressione delle proprie pulsioni di natura sessuale e sociologica, sono costretti a sopprimere al proprio interno perchè la società non li accetterebbe. Queste, secondo gli studiosi sarebbero delle vere e proprie “torture psicologiche”, che porterebbero l’individuo a reprimere tutto fino ad identificare il soggetto definibile come canale di sfogo e di conseguenza a scaricare su di lui tutta la sua frustrazione (il cosiddetto male).
Il male quindi agisce dall’interno per arrivare all’esterno. Parlare del bene è più difficile, perchè è raro che si senta per la cronaca o in casa stesso parlare di bene assoluto, come è facile sentir parlare di male. Molto spesso, è necessaria per questi individui una conversione al bene e quindi metterli davanti ad una scelta consapevole del come trasformare i propri punti deboli e le proprie vulnerabilità in occasioni per contrastare i propri istinti negativi o per lo meno che possono essere dannosi per chi ci sta accanto. D’altro canto per chi sta accanto a persone emotivamente fragili, l’importante è far capire che la propria presenza c’è e non per secondi fini.