Lo stalking è trasversale, al sesso, alle classi sociali, all’anonimato come alla popolarità. C’è infatti una signorina potente e misteriosa, che perseguita Massimo Giletti, volto più che noto della Rai; questa persona si spaccia per sua moglie, lo pedina, gli fa scenate se lo vede con altre donne, ‘poco importa’ che non siano stati mai assieme. Giletti teme che questa persona, tra l’altro firma di un certo peso di una testata altrettanto importante, compia qualche pazzia.
Suo malgrado dunque Giletti, quest’estate è diventato il testimonial-vittima dello stalking. Anche le donne dunque si danno il loro gran da fare. Appostamenti, cacce all’uomo, telefonate, sms, mail, non si fanno mancare nulla. E così anche gli uomini ora sanno cosa significhi essere e sentirsi sempre spiati, controllati, inseguiti.
E’ un’esperienza che lascia un segno profondo, difficilmente si ricorre alla polizia e perché non vuoi esporre la tua vita privata all’ordine pubblico o perché non vuoi danneggiare una persona che ti è stata intima e anche cara; o che magari tu hai lasciato e dunque nutri verso di lei un forte senso di colpa, o che ti ama ancora, seppur di un amore malato, ossessivo e possessivo.
Chiediamoci dunque di capire perché è in aumento lo stalking. Tecnicamente è intuibile dal fatto che aumentano i mezzi per controllare le prede, psicolgicamente perché viviamo in una società di folle solitudine pur immersi nella folla. Umanamente perché non ci è più facile distinguere tra la realtà e i nostri desideri, facciamo confusione, non abbiamo ben chiaro il confine tra ciò che è possibile e ciò che non lo è assolutamente e reagiamo male se qualcuno o qualcosa ostacola i nostri bisogni.
Se poi la preda non si lascia prendere, è sfuggente, gli stalker si sentono chiamati ad un gioco di ossessione e disperazione e se sei famoso, a quanto pare alimenta anche la mitomania. E così anche le donne (e in una quantità impressionante) perdono ogni residua dignità, autonomia, rispettabilità e vivono in funzione della persona che non desiderano perdere, spesso in una coodipendenza in cui pur essendo carnefici, in realtà sono esse stesse vittime di un disagio profondo e di dinamiche relazionali che si fanno via via sempre più aggressive e disgreganti.
tvtvtv 12 Marzo 2011 il 16:10
La “stalker” di Giletti è una nota e apprezzata giornalista che scrive di tv per una tra le più importanti testate nazionali. Non è difficile capire chi sia e la cosa dunque appare piuttosto incredibile. Incredibile è che Giletti dica che non c’è mai stato neppure un flirt con la suddetta “stalker”, infatti il suo “grande amico” Signorini lo scorso anno rivelava che il conduttore a Pasqua aveva trascorso una romantica vacanza in Sicilia in compagnia di una nota giornalista. Una coincidenza? Sembra dunque più credibile che più che di una stalker si tratti una prima illusa poi scaricata e giustamente incazzata signorina.Ciò spiegherebbe quella strana rassegnazione con cui Giletti affronta la questioni mentre non gli mancherebbero mezzi e strumenti per cotrastarla. Indagate.
Paola Pagliaro 12 Marzo 2011 il 16:35
Beh, però essere illusi e scaricati non legittima e non è un’attenuante dello stalking, in ogni momento si deve poter porre fine ad una relazione senza temere di essere seguiti e tormentati oltre i normali livelli di accettabilità che includono il chiedere una spiegazione per la rottura. Ottenuta questa, insistere è già sconfinare, a mio avviso.
roby de mattia 30 Gennaio 2013 il 20:19
@tvtvtv: Dopo un po’ di tempo credo di dover spendere qualche parola.Ci sono è vero due vittime:la persona presunta “stalker”ed il perseguitato, sig. Giletti. La prima dichiarava a chi le era vicino di amare e di essersi sposata con il sig. Giletti.Gli voleva bene,lo stimava , lo riteneva buono ed onesto e riportava a chi la conosceva la difficoltà del suo compagno di riconoscere pubblicamente l’avvenuto matrimonio. Nonostante lo scetticismo mostrato da alcuni degli amici anche verso i dettagli della vicenda, veniva narrato tutto in modo credibile, perchè la signorina era in buona fede.forse in presenza diuna storia a metà, come tante altre.Probabilmente la realtà dei fatti era un’altra e veniva percepita in modo distorto, distante .Non lo odiava e non ha mai dichiarato, e credo pensato,di volerlo aggredire,ma la paura che ci fosse questo rischio è comprensibile. Si rimane perplessi e ci si chiede come mai, affianco alle smentite riportate in pubblico di ogni possibile coinvolgimento, il perseguitato impaurito e preoccupato,non abbia offerto alla persecutrice un possibile e motivato contatto con chi potesse aiutarla, limitandosi al ruolo di vittima.Si conoscevano i due e non erano estranei, inoltre non credo mancassero al professionista i modi ed i contatti con personalità , terapeuti in grado di aiutarlo indirettamente,non limitandosi così a rivolgersi alla sola autorità giudiziaria,come da lui dichiarato. La signorina avrebbe accettato il consiglio dal suo oggetto d’amore?Forse, non lo sappiamo.Chi ha tentato come me di proporle di affrontare la sua versione dei fatti, sofferta e distruttiva in altre sedi, sa che ora è tardi per aiutarla..Più di un anno fa l’abbiamo persa e noi che la conoscevamo la ricordiamo vitale, creativa nel positivo, ironica e molto sensibile.
Non avrebbe scelto di lasciare la vita volontariamente.E’ stato dichiarato un aneurisma come causa della sua scomparsa e vorremmo che il suo ricordo rimanga non quello di una persona addolorata e forse disturbata ma piuttosto permanga quello di una ragazza legata agli affetti, alla scrittura, libero da certe supposizoni che citano superficialmente il suicidio.Questo ci addolora e ferisce.Lasciateci ,per favore una memoria pulita dalle illazioni, e non permettetevi, signori della tv di sfruttare il suo anonimato , abusandone .Evitate di gettarle addosso immagini che fanno audience, come già tutta la vicenda ha sufficientemente reso ma che non le appartengono, appunto.Con affetto,le amiche di sempre.
roby de mattia 30 Gennaio 2013 il 20:37
@tvtvtv: tvtvtv ha detto: