Pare che il numero di giapponesi che hanno posto fine alla propria vita in gruppo, dopo essersi incontrati su Internet (la cosa più singolare e inquietante, è che pur essendo tutti degli estranei, non sono tanto spaventati dal dover morire ma che accada in solitudine ; in questo modo l’incontro sul web, dà loro il coraggio per suicidarsi!), purtroppo sia schizzato a cifre impressionanti.
Addirittura il Paese del Sol Levante, si pone al primo posto per il più alto tasso annuo di suicidi. E se nel 2006 si trovava al nono posto assoluto nel mondo, tre anni dopo, il numero dei suicidi ha oltrepassato per il dodicesimo anno consecutivo la soglia dei trentamila.
Differentemente dalla cultura occidentale, quella orientale non ha alcuna preclusione nei confronti della morte autoindotta, non solo: il suicidio era considerato una volta addirittura un rituale che restituiva l’onore ai guerriglieri samurai e oggi è considerata una risposta, terribile a dirsi ma efficace e definitiva al fallimento in amore o nel lavoro. Tali ambiti, per un popolo così competitivo, rivestono un’importanza davvero cruciale: il non riuscire in uno di questi, genera una frustrazione davvero profonda e spesso irrimediabile.
L’incremento più consistente di tale fenomeno, si ebbe nel 1998 e del trentacinque per cento, in concomitanza con il ristagno dell’economia nipponica, arrivando addirittura a superare i 30.000 casi all’anno.
I suicidi di gruppo rappresentano solo una piccola frazione del totale ma hanno una forte esposizione mediatica e gli esperti temono che avranno un incremento.
Addirittura esiste in Giappone un telefono-amico per aspiranti suicidi. Sostiene Yumiko Misaki, direttore del Tokyo Inochi no Denwa che
Molte persone hanno paura di morire da sole. Così si incontrano sul web e si danno un appuntamento. E la cosa peggiore è che la gente spesso è molto influenzata da notizie di questo tipo, così è probabile che questo modo di morire subirà un incremento in futuro.