Estremamente delicati e sfaccettati i personaggi e gli interpreti del meraviglioso romanzo Quella sera dorata dello statunitense Peter Cameron (Adelphi, 318 pp, 19 euro): Jules Gund, scrittore sudamericano (in lui non vi imbatterete mai di persona anche se è il “regista segreto” di tutta la vicenda: si è suicidato e di questo si viene a sapere subito). Sua moglie, l’elegante e fiera Caroline. La giovane amante Arden che l’ha reso padre di Porzia.
Suo fratello Adam, sottilimente intelligente, inquieto, dall’atteggiamento aristocratico, cinico e raffinato. E soprattutto il giovane studente Omar Razaghi, assolutamente affascinato da quest’uomo così misterioso e fortemente motivato a scrivere la sua biografia. Interesse che nasce in particolare dal fatto che questa condiziona in modo decisivo il risultato della sua borsa di studio all’Università del Colorado.
La famiglia del suicida non è entusiasta di tale idea e vi si oppone strenuamente, evidentemente qualche segreto da nascondere c’è. Omar però non demorde e parte per l’Uruguay, dove i Gund vivono tutti insieme (anche le due donne, infatti la filosofia dell scomparso decretava che “una era troppo, l’altra troppo poco”).
Non sembrerebbe ma questa infondo è anche una storia d’amore, di quelle che – in onestà – si vorrebbe vivere tutti anche solo una volta nella vita. Quando parte per il Sudamerica Omar è già in coppia con Deidre e a ben vedere appare felice.
In realtà, l’incontro con Arden e una puntura d’ape, saranno i fili conduttori di un forte cambiamento, uno di quelli irreversibili e destinati a cambiargli la vita. A lui come a tutti gli altri. L’attore e regista James Ivory ha letto Quella sera dorata, se ne è innamorato e ha deciso di mettersi dietro la macchina da presa e confezionare un film suggestivo con il sempre grande Antony Hopkins (è lo zio Adam). Sia il libro che il film sono da applausi, intensi, capaci di donare grandi emozioni.
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