L’aggressività, che logora molti rapporti, nonché la vita lavorativa e sociale, ha un interruttore, localizzato nel cervello, un’area condivisa con il sesso. Se viene tenuta occupata in una delle due attività, sfogo della rabbia piuttosto che attività sessuale, l’altra automaticamente, quasi come per magia, si spegne. Tradotto, fare l’amore significa letteralmente non fare la guerra e contribuirebbe ad abbassare i livelli di aggressività negli individui.
Il sesso, dunque, placa l’aggressività, calma. Ad affermarlo è una recente ricerca effettuata da un’équipe di neurologi del California Institute of Technology che ha accertato come l’atto sessuale sia in grado di disattivare l’area cerebrale legata ai fenomeni violenti, localizzata nell’ipotalamo ventromediale.
I neuroni che si sono attivati nelle cavie coinvolte nella sperimentazione, guidata da Dayu Lin e David Anderson, erano, a sorpresa, identici sia negli scontri indotti dagli scienziati che durante un rapporto sessuale. In presenza sia di rivali che di esemplari dell’altro sesso, i topolini preferivano però l’accoppiamento e a nulla valeva l’intervento dei ricercatori per cercare di farli litigare. I topi erano troppo distratti dal sesso per diventare aggressivi.
Il desiderio ed il sesso, per i ricercatori, sopprimono gli atteggiamenti violenti. Gli animali, spiegano gli autori, apparivano come rapiti dal sesso, completamente assorti. L’accoppiamento li isolava nel loro mondo, protetto da qualsiasi stimolo esterno tanto che non reagivano ad alcun impulso. Tuttavia, proseguono gli autori
l’attivazione del circuito di aggressione nel maschio post-coito provocava di nuovo un attacco rapido sulla femmina. Il nostro studio suggerisce l’esistenza di un legame tra il sesso e l’aggressività. Questo groviglio di circuiti cerebrali è il modo che usano i topi per gestire i propri rapporti sociali. Il desiderio e il sesso sopprimono i comportamenti violenti, mentre in presenza di uno soggetto sconosciuto si attivano le reazioni che servono all’animale per proteggere se stesso da un invasore di sesso maschile.
[Fonte: Italiasalute]
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