Di fronte ad un terremoto così devastante, come quello che ha colpito in queste ore il Nord-Est del Giappone, a dominare è la paura. Terrore dilagante come uno tsunami che lascia paralizzati, scossi e totalmente e nudamente consapevoli della fragilità del vivere, dell’insicurezza e dei pericoli che si annidano nelle viscere della Terra sconvolgendo la quiete di un giorno come un altro con una tragedia immane.
Il dolore, lo sconforto e l’angoscia prendono d’assalto gli adulti, la cui comprensione dell’evento oltre che l’istinto alla conservazione e all’azione spingono prontamente ad una reazione, solidale ed energica, per ricostruire e ricominciare, una forza innata ed impensabile che smuove al ritorno alla vita, al riemergere dalle macerie. Per i bambini, che spesso subiscono l’evento passivamente, sconvolti dalle reazioni di panico dei genitori, sprovvisti inizialmente di protezione emotiva, la paura del terremoto può tormentare ed angosciare per anni ed anni dopo il sisma.
Dopo il terremoto che ha sconvolto L’Aquila il 6 aprile del 2009, sono state avviate diverse iniziative di supporto psicologico come il progetto Bussola Famiglia. In questi giorni a Sulmona è tornata la paura dopo alcune scosse di terremoto che hanno fatto ripiombare la popolazione nel panico. E le immagini che provengono dal Giappone, trasmesse in tv, certo non contribuiscono ad allontanare lo spettro del sisma.
Save the children, proprio in occasione del terremoto in Abruzzo di due anni fa, aveva stilato un decalogo per proteggere i bambini da traumi psicologici.
- Evitare che i bambini stiano davanti alla tv a guardare i video del disastro o ascoltino racconti angoscianti. Potrebbero non capire che si tratta di immagini registrate e sentirsi costantemente in pericolo.
- Lasciarli parlare e rispondere ai loro dubbi, rassicurandoli.
- Farli sempre sentire al sicuro e protetti, spiegando che in caso di calamità, il soccorso è una priorità.
- Se la paura del terremoto diventa ossessione e il bambino non supera lo shock è essenziale rivolgersi ad uno psicologo.
- Non trascurare gli adolescenti. I più piccoli chiederanno informazioni agli adulti, mentre ragazzi e ragazze cercheranno informazioni altrove. Assicuratevi che abbiano il vostro supporto.
- Non rivolgete la vostra attenzione solo al sisma. Trovate il tempo per cantare una ninna nanna, per giocare e per le solite attività, a dimostrare che la vita va avanti.
- Non mostratevi troppo spaventati davanti ai bambini. Bisogna porsi come modello per gestire le emergenze.
- Spiegare ai bambini che nell’emergenza ci si aiuta gli uni con gli altri.
- Aiutarli a tornare alle loro normali attività.
- Incoraggiarli a dare una mano per garantirgli un senso di sicurezza e di controllo sugli eventi.
[Fonte: Medicinalive]
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