Mozart? Meglio di un farmaco. Beethoven? Bravo quasi quanto uno psicologo.
Ascoltare musica fa bene al nostro corpo e alla nostra psiche: i suoi poteri benefici sono infatti utilizzati ad esempio per curare depressione, anoressia, bulimia, sindrome da dolore cronico e demenze senili.
La musica – e la musicoterapia – aiuta infatti il nostro benessere, non solo per quanto riguarda il nostro corpo, ma anche per tutto quel che fa parte della nostra sfera emotiva o intellettuale. Le note possono infatti aiutarci a meditare o a concentrarci meglio. Pensiamo ad esempio al cosiddetto “effetto Mozart”: ascoltare le composizioni del grande compositore influenza il nostro stato fisico e mentale.
Tuttavia non sono sole le perfette armonie di Mozart a condizionare le nostre abilità. Basti pensare che alla famosa maratona di New York è stato proibito l’uso di lettori mp3 portatili perché secondo la Federazione di atletica americana l’ascolto della musica è assimilabile al doping. Sono state infatti rilevate delle importanti relazioni tra il suono ascoltato e le prestazioni sportive, poiché la musica riduce la percezione dello sforzo, favorendo il rilassamento e diminuendo il consumo di calorie.
Mentre il cervello ascolta una melodia, infatti, il nostro corpo libera dopamina, il neurotrasmettitore legato all’appagamento: in questo modo il nostro corpo è più resistente a stanchezza, stress ed ansia.
La musica aiuta anche le nostre funzioni motorie e quindi viene utilizzata anche nel trattamento di pazienti con disturbi neurologici, come ad esempio il morbo di Parkinson.
Inoltre, alcune ricerche hanno sottolineato effetti positivi nella cura di disturbi cardiocircolatori. Con la musicoterapia si può infatti abbassare la pressione sanguigna e il ritmo cardiaco, diminuendo così il rischio di complicazioni nate dallo stress.
Tuttavia, il benessere non nasce solo dall’ascolto: anche “fare” musica ci fa star bene. Canta che ti passa, si usa dire. Ed effettivamente cantare fa bene al cuore, alla respirazione e alla mente.