Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività, ADHD, acronimo di Attention Deficit Hyperactivity Disorder. Quando un bambino è particolarmente (?) distratto e vivace, agitato, va curato con psicofarmaci? Non secondo l’associazione Pensare oltre che raccoglie numerosi sostenitori tra personaggi del mondo politico, del panorama culturale italiano e settanta tra associazioni, aziende, accademie.
Pensare oltre ha creato una serie di manifesti e uno spot provocatorio sull’ADHD, una campagna di sensibilizzazione presentata in questi giorni al Salone del Libro di Torino.
Probabilmente, spiegano dall’associazione, oggi i bambini hanno soltanto bisogno di un ritmo di vita più rilassato, di fare più movimento, di essere seguiti maggiormente dai genitori, da figure autorevoli.
E se la bimba urla, chiedono in tono di sfida i promotori dell’iniziativa, che problema c’è? Diventerà un soprano! Un bimbo è convinto che 2+2 sia uguale a 5? Da grande sarà un ottimista! Un bambino tira fuori le piume di un cuscino (e chi non l’ha mai fatto tra l’altro?), da grande sarà un ricercatore. Perché trattare un bambino vivace come un malato mentale e curarlo con psicofarmaci? La vitalità dei bambini, il loro trafelato entusiasmo che può sembrare eccessivo agli occhi di un adulto condizionato dall’idea standard di bambino, ovvero un bambino che si comporti come tutti gli altri, non vanno soffocati e repressi. La personalità è viva e vegeta e cresce nella sua differente unicità sin dall’infanzia.
Secondo quanto affermato dal dottor Elia Roberto Cestari:
Oggi accade spesso che le difficoltà di un bambino vengano definite come “malattia o disturbo”. Se un bambino è troppo vivace ha il “disturbo da iperattività”. Se è troppo distratto ha il “disturbo da deficit di attenzione”. Se sbaglia a leggere il “disturbo della lettura” e così via… con disturbi per tutti i gusti.
Se un bambino fa fatica a dormire, non riesce a stare un attimo fermo, è iperattivo, irrequieto e aggressivo, probabilmente si tratta di un disturbo temporaneo, non di una malattia da curare. Bisogna, piuttosto che intervenire con i farmaci, cercare di allontanare il bambino dalle situazioni stressanti che provocano il disagio.
Per saperne di più sulla campagna e la sindrome da deficit di attenzione e iperattività www.pensareoltre.org.
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