Viaggi all’estero, seconda tappa con i consigli della psicologa Nancy Darling dell’Oberlin College, in vista dell’estate e delle vacanze che molto spesso ci conducono ad approcciarci con culture diverse, nuovi modi di vivere, di vedere, di rappresentare e di parlare il mondo.
Affinché sia un’esperienza che arricchisce il nostro bagaglio culturale e ci apra la mente a nuovi orizzonti, abbiamo visto sinora quanto sia importante imparare il lessico di base della lingua del Paese che stiamo per visitare già prima della partenza, evitare di esasperare il nostro essere diversi e di parlare nella nostra lingua pensando nessuno ci capisca.
E’ essenziale anche dotarsi della moneta del posto, qualora diversa dalla nostra ovviamente, e imparare la conversione. E’ anche un gesto di cortesia che parte dal presupposto che non tutti i negozianti e gli abitanti del luogo conoscano il valore della nostra moneta e siano preparati al cambio. Meglio non metterli in difficoltà.
Inoltre, non ci si presenterà ad acquistare un articolo pari a 15 centesimi con una banconota da 20 euro, generando un ingente resto e facendo perdere tempo al commerciante, oltre che ritrovandoci con tanti spiccioli che appesantiscono le tasche e sono poco pratici. Questo accorgimento è utile anche per evitare di essere imbrogliati ed amareggiarsi la vacanza.
Nel corso del viaggio ci si troverà a combattere contro gli stereotipi, etichette che classificano il comportamento ed il carattere di una persona sulla base dell’appartenenza ad un gruppo sociale, ad una religione piuttosto che ad uno Stato specifico. Occhio, quindi, a come ci definiamo con gli stranieri. Ad esempio, dire sono americano in Cile viene associato istintivamente ad un richiamo all’imperialismo statunitense. Meglio blandire l’espressione, citando lo stato specifico degli USA da cui si proviene, e simili…
Uno stereotipo comune degli americani, ad esempio, è l’arroganza. Per combatterci contro, in questo caso, occorre avere una dose maggiore di umiltà e sensibilità verso gli altri. Questo soltanto può far crollare una convinzione radicata: l’esperienza diretta di un popolo cancella i pregiudizi. Per noi italiani, ad esempio, sarebbe utile abbassare il tono della voce quando parliamo, visto che dialogare urlando non è propriamente ben visto.
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