Scelte individuali e scelte di gruppo. Un tema che sta a cuore alla PNL, soprattutto quando si esaminano le dinamiche della leadership nel gruppo. Anche in campo aziendale, in particolare nel capo del decision making, molto spesso si sente parlare di group thinking. La psicologia che sta infatti dietro una scelta è molto complessa, e lo è ancora di più quando a decidere non è il singolo ma il gruppo.
Molto probabilmente avrete sentito parlare, o vi sarete imbattuti di persona, nel classico test di gruppo che simula una situazione di emergenza della NASA. Di solito vi ritrovate superstiti sulla luna (io ho incontrato sempre questa versione…) o nel deserto, con pochi oggetti e poco spazio per trasportarne solo alcuni. Beh, come avrete notato, e come è chiaro, il processo decisionale che ne viene fuori è orientato si da scelte di sopravvivenza ma visto che si genera in gruppo (i partecipanti vengono divisi in più gruppi) è plasmato da prospettive diverse, e quasi tutti hanno delle difficoltà ad accettare le scelte del gruppo che non sono corrispondenti alle proprie. Che vuol dire?
E’ il gruppo a decidere, e in quanto entità diversa dal singolo avrà delle dinamiche differenti e sicuramente poco comprese da ogni partecipante all’esperimento. La cosa che più colpisce che l’individuo, in queste situazioni, accetta di sacrificare la propria volontà per preferire la decisione presa dal gruppo.
Vasto e complesso il tema delle decisioni di gruppo. E perchè no il buon senso ci dice che quando ci si trova in gruppo anche una piccola decisione può divenire una cosa complessa (avete mai provato durante un corso di comunicazione a mettere d’accordo tutti i presenti ad aprire o chiudere una finestra?).
Già a fine ottocento, precisamente nel 1841, un autore inglese aveva realizzato un libro, molto interessante e ben fatto, (tralaltro di libera consultazione) che parla dei fenomeni particolari propri della psicologia del gruppo e del processo decisionale. Il titolo è Memoirs of Extraordinary Popular Delusions and the Madness of Crowds. L’autore ci racconta di vere e proprie “epidemie emotive” che facendo leva sulla debolezza del gruppo hanno condotto ad azioni nefaste e a crimini brutali.
Addirittura, studi effettuati da aziende americane del settore del credito, affermano che i gruppi a differenza dei singoli, siano più propensi al rischio e quindi a prendere delle decisioni rischiose.
Se vi siete appassionati al tema vi consiglio un altra lettura, Why Do Some Societies Make Disastrous Decisions,
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