La motivazione non è altro che il desiderio di fare qualcosa, una spinta all’azione ed al perseguire uno scopo che fa spesso la differenza quando si tratta di raggiungere una mèta, di realizzare un progetto, portare a termine con successo un compito, migliorare. La ricerca ha dimostrato che siamo in grado di influenzare i nostri livelli di motivazione per sfruttare al meglio questa carta nella crescita personale, professionale e nelle relazioni interpersonali. Come?
Ce lo spiega Mel Selig, esperta in counselling alla Washington University, autore di Changepower! 37 Secrets to Habit Change Success. Molti di noi pensano di non avere abbastanza motivazione. Ci diciamo spesso Mi mancano gli stimoli per fare questa cosa piuttosto che Non sono motivato a fare quest’altro.
Quello che ci occorre, spiega la Selig, non è tanto la motivazione, quanto piuttosto un motivo/un motivatore. Passiamo da un concetto ampio, una proprietà che può farci anche dubitare di possederla tanto ci sembra importante, a spinte al cambiamento più spicciole e concrete. Un esempio? Per smettere di fumare un ottimo motivo può essere la paura delle malattie. A quel punto non avremo bisogno di chissà quale grande motivazione per liberarci dalla dipendenza, avremo il nostro motivatore personale in un fatto pratico, un bisogno tangibile di stare meglio, di tenere lontano il cancro.
Ci sono motivatori più o meno nobili: essere un buon esempio per i propri figli, ad esempio, è ammirevole. Ma quello che conta non è la nobiltà o meno della spinta: è il risultato. Ad esempio, a spingerci a smettere di fumare può essere anche il fattore vanità: non vogliamo ingiallirci le unghie, esporre la pelle ad invecchiamento precoce, avere un alito cattivo e così via discorrendo.
In conclusione, più che cercare la motivazione in assoluto in tutto quello che facciamo o dobbiamo fare, concentriamoci su una singola mèta alla volta. Per smettere di fumare, scoveremo le spinte che più agiscono su di noi e per ognuno saranno diverse; per fare attività fisica con regolarità e mantenerci in forma faremo leva su altri motivi validi e così via. Scopriremo così che la motivazione non è data una volta per tutte, è una ricerca da ripetersi ogniqualvolta ci troviamo davanti ad una sfida che diventerebbe più agevole se al posto del dover fare ci fosse il voler fare.
[Fonte: Selig, M. (2009). Changepower! 37 Secrets to Habit Change Success. New York: Routledge]
Stefano 12 Giugno 2011 il 11:46
Secondo me questo metodo non è solo importante, ma proprio fondamentale: senza un minimo di focalizzazione sugli obiettivi, sul motivo e sul beneficio è parecchio dura portare a termine la maggior parte dei progetti che richiedono un investimento in tempo e fatica. Certo ci sono quelli fortunati che sono nati con una grande forza di volontà, e allora perseverano nonostante tutto, ma la “gente normale” troverà questa tecnica estremamente utile. 🙂
Paola Pagliaro 21 Giugno 2011 il 23:21
bene 🙂