Criticare se stessi è una cosa che viene molto facile alle persone che hanno poca stima di se. Principalmente, risultano essere le donne del XXI secolo, quelle che seppur belle, intelligenti e di successo, hanno sempre da ridire sul proprio essere.
Sono pronte di continuo ad inseguire una perfezione poco realistica e di conseguenza a portare con se, livelli altissimi di stress, che non fanno bene ne alla salute ne alla bellezza. A causa di questo fattore, la dottoressa Kristin Neff, Professore Associato in Sviluppo Personale dell’University of Texas, negli Stati Uniti d’America, propone un metodo basato sull’autocompassione, come chiave al femminile, per raggiungere la felicità.
Si legge dalle dichiarazioni della dottoressa Neff:
“Le donne, come dimostrano alcune ricerche, sono generalmente più gentili, più attente e empatiche nei confronti degli ‘altri’ rispetto agli uomini. Ma al tempo stesso più avare e severe verso loro stesse, con un continuo bisogno di sentirsi speciali. Il messaggio che le donne ricevono forte e chiaro dalla nostra cultura è che gli altri sono più importanti di se stessi”.
L’utilizzo di antidepressivi, quindi, è inutile. L’autocritica femminile è uno status che però deriva dall’autostima e soprattutto dalla società, che diventa quotidianamente sempre più competitiva. La necessità di eccellere sempre in tutto ciò che si fa, porta con se una serie di critiche che non fanno bene a se stesse e soprattutto alla propria felicità ed alla propria soddisfazione. Il primo passo per migliorarsi, risulta essere proprio quello della compassione per se stessi. Torniamo sulle parole di Kristin Neff:
“Come ho detto più volte nei miei studi accademici, l’ autocompassione comprende l’essere gentili con sé stessi e auto-fornirsi maggior supporto e sostegno, con la stessa cura che si dedicherebbe ad una buona amica. Significa riconoscere che la condizione umana è imperfetta”.
Relazionarsi quindi con i problemi che ci circondano, senza cercare di ignorare le difficoltà, ma facendo attenzione a non ingrandirle, sicuramente ci porterà a migliorare la nostra condizione psicologica di autocritica, oltre che ad avere più rispetto per noi stessi. L’aiutarsi nasce dentro di se!