Coppia in crisi: quanto conta quel gioco delle colpe reciproche, quel puntarsi il dito contro quando qualcosa non va per il verso giusto? Affannarsi ad attribuire all’altro la responsabilità di un rapporto incrinato, scaricando ogni potenziale sospetto che pende su di noi, è un errore piuttosto comune che porta verso un vicolo cieco, sulla strada di un percorso che va nella direzione opposta ad una soluzione della crisi. Capire che uscirne tanto puliti ed innocenti quanto soli non è un modo per rimanere insieme è il primo passo per evitare di cadere nella trappola del gioco delle colpe. Lo psicologo William Knaus, autore di End Procrastination Now!: Get it Done with a Proven Psychological Approach, ci spiega come comportarci davanti ad un rapporto in crisi.
Piuttosto che cercare di cambiare l’atteggiamento del partner e convincerci che tutto andrebbe meglio se solo lui cambiasse, iniziamo a fare un lavoro su noi stessi. E’ più facile agire su di noi che su qualcun altro, dunque è un buon punto di partenza.
Evitare il perfezionismo, la pretesa che il partner si adegui alle nostre esigenze soddisfando al 100% aspettive a dir poco irragionevoli. Questo causa tensione e stress in una coppia. Piuttosto è bene puntare su aspettative realistiche ed apprezzare anche i più piccoli sforzi verso il cambiamento del nostro compagno/a come un segnale di interesse a salvare il rapporto.
Non puntare su richieste assolute e perentorie. Dovresti sforzarti di fare questo piuttosto che quello. A volte le forzature ottengono l’effetto contrario, quello di allontanare. Cercare di trascorrere del tempo insieme senza pretese, rilassati, non concentrati sul problema ma sul momento in sé può aiutare a trovare senza fatica, con un sorriso, la soluzione, scoprendo che senza puntare il dito l’uno contro l’altro si è già più vicini, più uniti, con il legame che si consolida ogni volta che smettiamo di guardare all’altro come alla causa della crisi e torniamo a considerarlo una presenza positiva nella nostra vita.
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