L’approccio ad una fotografia, ad un dipinto piuttosto che ad una scultura è veicolato dalle emozioni. Un’opera d’arte, che possieda o meno un significato simbolico, più o meno criptato, ci scatenerà dei sentimenti, delle reazioni di intensità variabile veicolate dai sensi. Anche chi non ha mai preso in mano una matita per disegnare, messo davanti ad un foglio bianco a tracciare delle semplici linee si ritroverà inconsapevolmente ad esprimere la curva delle proprie emozioni.
Movimenti, gesti, azioni, forme che si modellano concretizzandosi negli elementi visuali del nostro stato d’animo. Ne parla su Psychology Today la dottoressa Cathy Malchiodi, esperta in terapia artistica, autrice di Handbook of Art Therapy. A differenza degli approcci basati sull’espressione meramente verbale delle emozioni ovvero chiedere di descrivere oralmente come ci si sente, la terapia basata sull’arte si incentra sul ritratto dello stato d’animo.
Foto, disegni, fumetti, colori, dipinti, creazioni, sculture, riprese diventano tutti fattori oggetto della rappresentazione esterna dei moti della psiche, concretizzandosi, uscendo dalla forma astratta per diventare testimonianze tangibili di quanto ci scorre dentro. Tramite la danza, il teatro ed altri approcci creativi si possono trattare una serie di disturbi, persino superare traumi, elaborare un lutto, accettare un fallimento. La terapia artistica è particolarmente efficace per curare i disturbi legati all’umore, nella riduzione dello stress quando è eccessivo e logorante, come strumento per incanalare il dolore legato ad una perdita.
Le potenzialità di applicazione sono infinite: ai bambini, ad esempio, viene chiesto di disegnare volti tristi, arrabbiati, felici per osservare la proiezione e la visione che hanno delle loro emozioni. Per meglio comprendere la natura di alcuni disturbi psicosomatici, per fare un altro esempio, viene chiesto ai pazienti di dipingere su una mappa del corpo le aree in cui si avvertono le sensazioni dolorose. Una tecnica che si è rivelata molto utile per alleviare le sofferenze in caso di stress post-traumatico.
Anche semplicemente disegnare può aiutarci a capire cosa abbiamo dentro. Prendiamo un foglio e lasciamo che la nostra mano tracci delle linee senza condizionamenti. Tristezza e malinconia generalmente vengono espresse con curve verso il basso; felicità e gioia con un movimento curvilineo che tende verso l’alto. La depressione porta a compiere movimenti verso il basso e rivolti all’interno mentre l’eccitazione segue un percorso meno rigido ed evade verso l’esterno sia nelle linee che nella forma.
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