Stress, come influisce sul carattere dei bambini

Stress negativo, il distress, ovvero il carico eccessivo di tensione che pesa sul nostro equilibrio psicofisico, oppure eustress, lo stress positivo, senza il quale non ci sarebbe vita, risposta agli stimoli che ci arrivano dal mondo esterno e che ci rendono attivi e produttivi. Siamo esposti sin dalla nascita ed anche prima, già nel pancione, agli effetti dello stress. Sappiamo quali sono le reazioni tipiche e le conseguenze in età adulta, ma come rispondono i bambini allo stress? E quanto influisce, questo diverso modo di reagire, nel forgiare i tratti del carattere dei giovanissimi? Se lo è chiesto un recente studio effettuato da un’équipe di ricercatori afferente alla Università di Rochester, negli USA, pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica Development and Psychopathology.

Secondo quanto affermato dagli autori la produzione di ormoni in risposta ai livelli crescenti di stress può influenzare il carattere dei più piccoli, nello specifico il rilascio di cortisolo, l’ormone prodotto dalle ghiandole surrenali quando l’organismo fa fronte a situazioni più o meno stressanti.

I ricercatori hanno monitorato, nel corso della loro analisi, un campione composto da 201 bambini studiati in un contesto non familiare, tutti di due anni di età e con una famiglia con disponibilità economiche e status sociale modesti. I piccoli  sono stati divisi in falchi e colombe in  base al loro comportamento. I primi audaci e decisi, i secondi cauti e remissivi.

Ebbene, sottoposti a stress, ovvero una discussione simulata tra i genitori, si è osservato che i bambini appartenenti al gruppo delle colombe aumentavano i livelli di cortisolo mentre nei falchi restava basso. Dai risultati si evince che i bambini più remissivi, quelli che piangono quando c’è una novità e si aggrappano alla mamma, potrebbero sviluppare ansia e depressione se sottoposti a forti dosi di stress, mentre i falchi potrebbero soffrire, sempre se soggetti a stress eccessivo, di disturbi di attenzione ed iperattività.

[Fonte: ASCA]