La presunzione è forse uno degli aspetti che più odiamo negli altri, anche quando i ruoli si ribaltano e gli altri, i presuntuosi, siamo noi. Ma perché ci fa infuriare tanto la presunzione? L’etimologia aiuta sempre quando si va in cerca del significato profondo di quelle che non sono semplici parole, sono concetti radicati nell’immaginario collettivo umano, nel patrimonio di emozioni e sentimenti che ci portiamo dietro sin dalla nascita dell’uomo. Cosa si nasconde alla radice della presunzione?
La parola presunzione deriva dal latino presuntiònem, a sua volta astratto da presùmptus, participio passato del verbo praesumere. Significa prendere anticipatamente, congetturare, immaginarsi prima. In giurisprudenza è un giudizio fondato su semplici indizi fino a prova contraria, ciò che si suppone vero. Presuntuoso, per quanto riguarda il carattere e la personalità, è colui che ha un’opinione molto, troppo vantaggiosa di se stesso, spesso a torto.
eccessiva sicurezza o fiducia priva di riscontro nelle proprie capacità, che può portare finanche all’attribuirsi qualità e doti che non si posseggono, che è il riflesso di un’opinione troppo alta o lusinghiera di se stessi.
In entrambe le accezioni e sia che la subiamo sia che ci comportiamo da presuntuosi, non è mai produttivo entrare nel circolo vizioso di chi giudica superficialmente, di chi pensa di sapere tutto degli altri, della vita giudicando da pochi elementi, per quanto sembrino attendibili, né tanto meno avere una fiducia immotivata nelle proprie capacità.
Attenzione, questo non vuol dire non credere in se stessi e nella possibilità di riuscire a migliorare, significa semplicemente non darsi troppe arie né esagerare con l’autopromozione. Nessuno ama chi passa il tempo a decantare le proprie abilità o qualità, tanto più che chi davvero le possiede non ha alcun bisogno di rimarcarle, sono evidenti, palesi a tutti. Questo bisogno di sottolineare quello che si è, quello che si sa, quello in cui si eccelle, questa smania di definirsi, denota in realtà una grande insicurezza nelle proprie capacità reali. Un’insicurezza che, ad uno sguardo più attento ed acuto degli altri, farà crollare e smascherare tutte le lacune che si volevano coprire, non con un serio lavoro su di sé, ma semplicemente fingendo di non averle. Ecco perché è importante stare alla larga dalla presunzione, in qualsiasi forma si manifesti, in noi piuttosto che negli altri, ed avvicinarsi all’umiltà, la sola che può spronarci al miglioramento di noi stessi e ad una maggiore e più profonda conoscenza degli altri.