La gestione dei soldi è per tutti un tasto delicato, specie in questo periodo di crisi economica che ha scatenato un’ondata di pessimismo anche negli investimenti, tagliando sui consumi che, a conti fatti, sarebbero poi l’unico modo per risollevarsi dal baratro. Si pensa spesso che ottimismo e fiducia facciano parte della sfera personale ed emotiva ma basta guardare l’andamento dei mercati, appesi alle iniezioni di fiducia e persino alle parole, ai discorsi dei grandi della terra, per rendersi conto di come il nostro modo di guardare al futuro influenzi anche le finanze mondiali.
Sappiamo che c’è la crisi e dunque siamo tutti portati a risparmiare, a spendere meno, siamo passati dal comprare 3 o 4 televisori per casa a non comprare nemmeno un grissino in più. Non che sia sbagliato né bisogna riprendere la folle corsa del consumismo per uscirne, semplicemente investire nel modo giusto, ridurre gli sprechi, il superfluo, quello che non è essenziale per la nostra felicità ed il nostro benessere, comprando piuttosto beni, prodotti e servizi che possono migliorare la qualità della nostra vita e della nostra comunità.
Un esempio calzante è quello del mercato dell’auto. Se non si vendono più SUV ed auto di grossa cilindrata, pazienza, così come auto alimentate da fossili, magari è venuto il momento di investire in auto elettriche che inquinano meno, con una riduzione di smog che riduce asma, riniti, malattie respiratorie e dunque diminuisce la spesa sanitaria e ci saranno più soldi a disposizione da investire in istruzione, cultura, attività ricreative, felicità.
Ogni azione, ogni scelta che facciamo ha ripercussioni profonde sulla vita della comunità in cui viviamo. Anche la scelta di un’automobile può influire sulla salute di un bambino che sta per nascere nella nostra città e ha diritto a respirare un’aria pulita. Ecco perché la crisi deve essere un momento di catarsi, di cambiamento, non di staticità. Più che risparmiare e tenere i soldi sotto il materasso bisognerebbe investirli in soluzioni di vita più sostenibili per tutti e capire che dalle nostre scelte, anche quelle più piccole, come comprare prodotti locali piuttosto che importati, si gioca il futuro, il benessere e la sopravvivenza di chi ci sta intorno.