Essere in sovrappeso non è sempre bello. Possiamo credere alla fantasia filmica ed illuderci guardando il successo di “Bridget Jones”, la famosissima trentenne inglese nata dalla penna di Helen Fielding, che nonostante i chili di troppo, il vizio del fumo e la sbadataggine cronica è in grado di trovare sia il lavoro che l’uomo dei suoi sogni in Marc Darcy. Oppure possiamo divertirci guardando il musical “Hairspray” e credere davvero nel motto: “Grasso è bello”. Ma molte donne che combattono quotidianamente con la bilancia e con qualche chilo di troppo potrebbero non essere d’accordo.
Essere in sovrappeso, nella maggior parte dei casi, genera una forte insicurezza e di conseguenza la mancanza di autostima. Proprio il preoccuparsi troppo del peso, secondo gli psicologi americani, porta ad un incremento dell’ansia e, cosa ancor più grave, ad un peggioramento delle performance femminili sul lavoro. In particolare, si parla di “Autorealizzazione delle profezie”, ovvero si creerebbe come un circolo vizioso che partendo da un atteggiamento arrendevole non farebbe altro che sfociare in un esito negativo nelle azioni compiute. La donna in sovrappeso non è convinta delle proprie capacità e del contributo che può apportare nelle singole situazioni e quindi si sente soltanto vittima delle circostanze.
Dall’articolo del DailyMail in cui è trattato l’argomento, si evince che per la donna la mancanza di fiducia nel proprio aspetto può rallentare la sua crescita professionale. E il paradosso è che, dall’indagine degli psicologi americani, si è visto che in Islanda gli uomini leggermente sovrappeso hanno stipendi e carriera addirittura migliori rispetto a quelli dei colleghi in forma. Insomma, bisogna avere più fiducia in se stessi e nelle proprie capacità che nei chili di troppo. Non sentitevi in colpa se avete voglia di mangiare cioccolata e non sminuite ciò che potete fare. A volte per fare qualcosa di grande bisogna pensare in grande.