Social network e autostima

 La crescente popolarità dei social network ha portato grandi esperti (e semplici utenti) a confrontarsi sul rapporto che intercorre tra queste nuove forme di comunicazione e l’autostima di chi ne fa uso. Facebook, Twitter, MySpace e tutti gli altri aiutano o ledono la nostra autostima?

Quanti paventano l’azione benefica dei social network dichiarano che lo sforzo degli utenti per creare il proprio profilo, e per gestirlo successivamente sia un ottimo esercizio per l’autostima. Doversi descrivere, scegliere le proprie immagini da condividere con altri utenti, comunicare ciò che facciamo attraverso il nostro status costituirebbero infatti piccoli gesti che ci aiutano ad accettarci e a presentarci agli altri. I sostenitori della tesi avversa puntano invece il dito contro le pratiche sopra descritte dichiarando che permettono l’evasione dalla vera natura dell’utente, che è così libero di mostrarsi nel modo in cui vorrebbe essere piuttosto che nel modo in cui realmente è., il che di certo non gioverebbe all’autostima.

Sviluppo personale, la ricetta olistica di Hoffman

Vediamo il panorama italiano dei corsi in generale che mirano al miglioramento personale: corsi di  autostima, corsi di motivazione, ecc. Un pò tutti prensano di cambiare o migliorare qualcosa nella propria vita. Relazioni con gli altri, percorsi di carriera e stati emotivi.

Uno dei metodi molto utilizzati negli USA è il metodo Hoffman. In Italia si articola in 8 giorni residenziali con 5 sessioni di Coaching. Il Metodo Hoffman è riconosciuto da numerose ricerche Universitarie come strumento di cambiamento In Italia il corso è abbinato ai trattamenti olistici della spa a 4 stelle Cà Murà.

Quando è il gruppo a decidere

Scelte individuali e scelte di gruppo. Un tema che sta a cuore alla PNL, soprattutto quando si esaminano le dinamiche della leadership nel gruppo. Anche in campo aziendale, in particolare nel capo del decision making, molto spesso si sente parlare di group thinking. La psicologia che sta infatti dietro una scelta è molto complessa, e lo è ancora di più quando a decidere non è il singolo ma il gruppo.

Molto probabilmente avrete sentito parlare, o vi sarete imbattuti di persona, nel classico test di gruppo che simula una situazione di emergenza della NASA. Di solito vi ritrovate superstiti sulla luna (io ho incontrato sempre questa versione…) o nel deserto, con pochi oggetti e poco spazio per trasportarne solo alcuni. Beh, come avrete notato, e come è chiaro, il processo decisionale che ne viene fuori è orientato si da scelte di sopravvivenza ma visto che si genera in gruppo (i partecipanti vengono divisi in più gruppi) è plasmato da prospettive diverse, e quasi tutti hanno delle difficoltà ad accettare le scelte del gruppo che non sono corrispondenti alle proprie. Che vuol dire?

Resistere al dolore, a voce alta è meglio

 

Di fronte al dolore scappa l’impreco? Beh state facendo la cosa giusta. O meglio la più rapida per far lenire il fastidio. Una ricerca inglese, pubblicata su NeuroReport, ci dice che imprecare, e farlo a voce alta, diminuisce il dolore. La spiegazione è legata a dei fenomi intrinseci alla specie umana che collegano dolore e aggressività. Tecnicamente si parla di ipoalgesia, riduzione della sensibilità agli stimoli dolorosi.

Alla Keele University hanno condotto gli esperimenti su cui si basa lo studio. Sessantasei volontari hanno partecipato all’esperimento. Il singolare test prevedeva l’urlo di una parolaccia scelta tra 5 nella rosa delle imprecazioni dopo aver immerso la mano nell’acqua ghiacciata.

Raccontarsi, l’autocura a portata di penna, o di tastiera

Il vecchio e caro diario ha fatto compagnia a tanti in passato. Esploratori, sognatori, avventurieri e poeti. Ma anche a chi cercava sollievo in un dialogo con il proprio ego. Alessandro Ricci, medico e pittore senese che nell’Ottocento nelle sue avventure in zone inesplorate di Egitto e Sudan si affidò al proprio diario, ora documento storico di valore, per raccontare dei luoghi e dei popoli sconosciuti che incontrava lungo la strada.

Se non siete degli avventurieri e non avete in programma di partire per luoghi remoti e inesplorati, munitevi lo stesso di un taccuino, vi farà bene.

Soldi e psiche, contarli ci fa bene


Stress, ansia e per giunta il calore. D’estate dormire è in media un po più difficile, almeno per chi resta a casa. Ma una ricerca americana ci dice che vi sono delle valide alternative al conteggio delle pecore.

Da un gruppo di ricercatori dell’Università del Minnesota (Usa) diretti da Xinyue Zhou, insieme ad altri ricercatori della Florida State University arriva la conferma che Zio Paperone aveva ragione: contare soldi fa bene a se stessi e aiuta a dormire.

Migliorarsi con la danza

Vi è un nuovo modo di intraprendere delle terapie per il miglioramento di se stessi. La danzaterapia è una psicoterapia che utilizza la danza, e in particolare il movimento corporeo nelle sue più svariate espressioni per raggiungere vari obiettivi.

La danzaterapia, diversa per caratteristiche e approccio dagli altri corsi di autostima e corsi di motivazione, è focalizzata sul concetto della prevenzione e dell’educazione alla salute per migliorare la qualità della vita delle persone e per sviluppare in modo sano e creativo la nostra personalità.

Lavoro e prevenzione

Nel vademecum degli italiani la salute è uno degli argomenti che assolutamente non può mancare. La correzione dello stile di vita è una delle materie più gettonate, come migliorarlo per proteggere la propria salute e potenziare il benessere in generale. No alla sedentarietà, no al sovrappeso, no a fumo ed alcool.

Ma quello che però emerge in tutto ciò è che, la prevenzione e la salute sono diventati anche per alcune aziende sinonimo di benessere lavorativo. Molte di esse, soprattutto nel Nord dell’Italia, hanno  attrezzato spazi relax affinché, nell’orario di pausa possa svolgersi attività fisica, con piccole palestre attrezzate dove sciogliere i muscoli soprattutto per chi svolge attività sedentarie.

Non la chiamate semplice timidezza

Ciascuno di noi quando si rapporta con gli altri, ha un diverso approccio a seconda del proprio carattere: in un gruppo non manca mai il leader socievole ed estroverso, carismatico e brillante. Ma altresì non manca mai però il timido, quello sempre più riservato e silenzioso. Eppure in questi casi si può sempre parlare sempre di timidezza? Solitamente le persone cosiddette timide  hanno una sorta di paura nel confronto con gli altri.

Sono sicuramente persone capaci, dotate di grande personalità ma che in un contesto più ampio, hanno difficoltà di dimostrare, non riescono ad emergere. In questi casi si parla di mancanza di autostima.

Il mondo della metacomunicazione

Ciascun individuo utilizza  modalità diverse per raggiungere i propri obiettivi, anche  se spesso risultano piuttosto simili. Oggigiorno a prevalere è la comunicazione per obiettivi, in quanto emerge il singolo non solo per la sua individualità, ma per l’egoistica concezione di porsi al centro dell’attenzione, per arricchire  i propri interessi tralasciando il benessere spirituale in ogni suo aspetto più generale.

Ed è per questo motivo che si trascura la cosiddetta “metacomunicazione” , cioè la comunicazione sulla comunicazione, una qualificazione o squalificazione di ciò che è stato detto e di come è stato detto qualcosa, una sorta di lettura tra le righe che dà maggior o minor significato al detto e non detto.

Stress da e-mail? Si va in meditazione

 Per molti professionisti e lavoratori sempre ‘online’ le vacanze non arrivano mai, sempre e dovunque con i loro computer e cellulari: dalla spiaggia alla montagna,dal campeggio al bordo piscina sempre connessi. Non possono fare a meno di inviare messaggi sdraiati sul lettino controllando in continuazione la  posta elettronica.

Sono tutti coloro che sono affetti dal  cosiddetto tecnostress ed in occasione delle prossime vacanze arriva la seconda edizione dei ‘no tecnostress days’, da luglio a settembre, cento giorni di eventi all’insegna del relax, con iniziative in tutte le principali città italiane.

Perché siamo superstiziosi?

La notte di Capodanno è difficile rinunciare a mangiare lenticchie, nella speranza che queste portino soldi, così come vuole la tradizione. Sempre durante la notte di San Silvestro, molti indossano qualcosa di rosso Così come a volte si evita accuratamente di essere in tredici a tavola o di passare sotto una scala. Altre volte, invece, ci facciamo spaventare da episodi innocui, come ad esempio un gatto nero che attraversa la strada.

Ma quali sono le radici della superstizione?