Menti geniali? Dipende dalla connettività

Quali possono essere i caratteri che contraddistinguono una mente particolarmente superiore alle altre, il cervello di un “genio“, diciamo, da queste ultime? In parte può essere la dimensione stessa del cervello, mentre altri studi più recenti hanno invece sottolineato l’importanza della corteccia laterale prefrontale, una regione situata proprio dietro le tempie, che servirebbe da nodo di scambio per i processi mentali più elaborati.

Per rafforzare la memoria fate un sonnellino

 I risultati di una nuova ricerca condotta dalla Northwestern University sono sicuramente interessanti anche per i tanti ragazzi che in questi giorni sono alle prese con lo studio e con gli esami. Da questo studio, è emerso infatti che il sonno può rafforzare la memoria e che, in particolare, per imparare meglio a suonare un brano musicale, conviene continuare ad ascoltare questo brano mentre si dorme.

Le difficoltà nei rapporti possono diventare malattie psichiatriche

 Può capitare a tutti di esclamare, qualche volta, “La mia famiglia mi sta rendendo pazzo“. Finora, era solo un modo di dire, ma di qui ad un anno potrebbe garantire un’apposita terapia. Da qualche anno, infatti, è in piedi nel campo della salute mentale un movimento a favore dell’inclusione di una diagnosi chiamata “disordine relazionale” nella quinta edizione del Manuale statistico e Diagnostico dei Disordini Mentali (DSM), che uscirà nel 2013.

La gentilezza ? Può dipendere da un gene

 Essere una persona simpatica e gentile non dipenderebbe soltanto dall’educazione ricevuta da piccoli, ma, stand0 a quanto scoperto da una ricerca condotta dal professor Michel Poulin della University of Buf potrebbe dipendere anche da alcuni geni, in particolare da alcuni recettori dell’ossicitocina e della vasopressina che renderebbero più gentili e generosi. Già alcuni studi precedenti avevano dimostrato che l’ossitocina e la vasopressina favorirebbero la generosità; addirittura, l’ossitocina è stata chiamata “la droga dell’amore” o “la coccola chimica” e si ritiene portrerebbe anche ad avere un comportamento materno.

Gli omofobici hanno tendenze omosessuali represse

 Purtroppo ancora al giorno d’oggi all’omosessualità si accompagnano molti pregiudizi e timori dettati dall’omofobia; secondo una ricerca americana, però, le persone che più mostrano di avere questi pregiudizi, al punto da essere omofobiche, hanno in realtà loro stesse tendenze omosessuali che cercano di reprimere, e per questo sviluppano una tale ostilità verso chi, invece, vive normalmente la sua omosessualità.

Mangiare al fast-food può portare alla depressione

 Può capitare a tutti noi di mangiare in maniera poco sana, specie se siamo fuori casa e mandiamo giù patatine fritte con molto olio, hot dog o hamburger, in qualche fast food. L’importante è che non diventi un’abitudine, dal momento che tali cibi non fanno molto bene al fegato e allo stomaco, ed anche perchè, secondo una ricerca condotta dall’Università di Las Palmas de Gran Canaria assieme all’Università di Granada, mangiare al fast-food può portare più facilmente alla depressione, dal momento che chi segue una dieta ricca di hot-dog, ciambelle, fritti, ecc., ha il 51 per cento di probabilità in più di essere depresso rispetto a chi mangia poco questi cibi.

Nomofobia, la paura di perdere il cellulare

 Al giorno d’oggi, quasi tutti abbiamo un cellulare, che ci portiamo sempre appresso per poter comunicare con gli altri ed essere raggiungibili ovunque. A volte, però, siamo troppo attaccati ad esso, al punto da avere paura ad uscire o a rimanere senza: questa paura si chiama nomofobia, e i soggetti che ne soffrono provano una forte ansia e nervosismo quando sono senza il loro telefonino.

Lo stress altera le reazioni infiammatorie

 Lo stress può avere effetti negativi sul nostro benessere psicologico e anche sulla nostra salute fisica, e può, quindi, renderci più vulnerabili alle malattie. Ciò era già risaputo, ma finora non era ben chiaro come avvenisse tutto questo. Secondo una ricerca condotta da Sheldon Cohen della Carnegie Mellon University, lo stress psicologico cronico fa perdere al corpo la sua capacità di regolare le reazioni infiammatorie.

Il caffè non sempre ci rende più attivi

 Bere una tazza di caffè in Italia è una tradizione, nonchè un modo spesso utilizzato per mantenerci più svegli e concentrati quando dobbiamo magari svolgere qualche lavoro. Secondo uno studio dell’University of British Columbia, però, la caffeina e le anfetamine possono avere effetti diversi a seconda dei soggetti, e magari rendere alcune persone più attive, altre più pigre.

Vedere film drammatici ci fa sentire più felici

 I film drammatici, spesso, riscuotono un grande successo, basti pensare al celebre “Titanic”, e talvolta sono maggiormente apprezzati proprio per la loro “tragicità”. Secondo una ricerca condotta dalla professoressa Silvia Knobloch-Westerwich, dell’Ohio State University, ciò sarebbe dovuto al fatto che vedere film drammatici, in realtà, ci fa sentire meglio, ci rende più felici, almeno nel breve periodo. Ciò avverrebbe perchè questo genere di film ci fa pensare ai nostri affetti più cari e ci fa apprezzare meglio alcuni aspetti della nostra vita.

Ansia e depressione spingono i giovanissimi all’alcool

 I giovani iniziano sempre prima ad avvicinarsi all’alcool o, anche, al consumo di droghe; secondo una ricerca condotta da Carolyn Mc Carthy del Seattle Children’s Research Institute assieme ad altri studiosi della University of Washington e della Seattle University, a spingere i giovanissimi verso l‘alcool sarebbero, spesso, problemi di ansia e depressione, mentre l’avere un buon rapporto con i genitori o anche con un insegnante può ridurre tale rischio.

Avere la testa fra le nuvole aiuta la memoria di lavoro

 Avere spesso la testa fra le nuvole può non esserci d’aiuto quando dobbiamo applicarci in qualcosa che richiede una certa concentrazione, o anche quando dobbiamo seguire, a scuola o all’università, una lezione impegnativa. Tuttavia, ciò può non essere solamente un difetto o qualcosa che ci ostacola, perchè, secondo una ricerca condotta dal Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Science, le persone che hanno spesso la mente che “vaga” tra le nubi potrebbero avere anche una più consistente memoria di lavoro, quella che ci consente di pensare a diverse cose contemporaneamente, che è collegata anche con l’intelligenza.

Facebook, avere molti amici è indice di narcisismo

 Facebook è uno dei social network più popolari, sul quale ognuno di noi può “stringere amicizia” e comunicare con tantissime persone, conosciute o meno. Secondo una ricerca condotta dalla Western Illinoiis University, però, avere molti amici su Facebook sarebbe indice di un elevato grado di narcisismo.