Viviamo in un mondo sempre più “tecnologico“, abituati come siamo a districarci fra gli ultimi ritrovati della tecnica, e ormai quasi tutti, talvolta anche i bambini, possiedono un cellulare. C’è chi, però, sembra essere ossessionato dal telefonino, e lo tiene sempre sotto controllo, in attesa di chiamate o messaggi. A volte, infatti, i cellulari possono causare stress, specie se siamo sempre in attesa di qualche chiamata o messaggio che poi, magari, non arriva, secondo una ricerca condotta da Richard Balding, dell’Università di Woncester, in Gran Bretagna.
Luca Fiorucci
Si è più felici da anziani?
La cosiddetta “terza età”, che si raggiunge da anziani, potrebbe non essere solo fonte di malanni e malattie, ma, anzi, essere il periodo della vita in cui, generalmente, si è più felici. Non è, però, ancora del tutto chiaro perchè ciò avvenga, e proprio per questo Derek M. Isaacowitz della Northy-eastern University e Fredda Blachard-Fields del Georgia Institute of Thecnology, in un articolo pubblicato sulla rivista “Perspectives on Psychological Science”, hanno evidenziato la necessità di ulteriori ricerche in merito.
Uomini e donne hanno personalità molto differenti
Si è finora ritenuto che le differenze tra i sessi, dal punto di vista psicologico, siano abbastanza ridotte, ma un recente studio condotto dall’Università di Torino e dall’Università di Manchester ha esaminato le caratteristiche della personalità di uomini e donne, giungendo alla conclusione che, tra i due sessi, vi sarebbero ben pochi tratti in comune, (circa il 10 per cento), mentre sarebbero molte di più le caratteristiche differenti. “Dal punto di vista psicologico, gli uomini e le donne sono quasi delle specie differenti” ha spiegato il dottor Paul Irwing, dell’Università di Manchester, coautore dello studio.
Tenere un blog aiuta i ragazzi a vincere la timidezza
E’ risaputo che gli adolescenti trascorrono molto tempo al computer, spesso comunicando con i loro amici o conoscendo altre persone tramite i social network; spesso vengono messi particolarmente in risalto gli aspetti negativi di questo fenomeno, ma sembrerebbe che, invece, vi siano anche aspetti positivi, sopratutto per quei ragazzi che tengono un loro blog online. Secondo una ricerca condotta da Meyran Boniel-Missim, dell’Università di Haifa, in Israele, e pubblicata dall’American Psychological Association, avere un blog può aiutare in particolare gli adolescenti timidi a fronteggiare e superare la loro timidezza.
L’assenteismo scolastico è indice di problemi psicologici
E’ importante che bambini e ragazzi frequentino regolarmente le lezioni scolastiche, al fine di ottenere un buon rendimento e di socializzare con i coetanei. Se ciò non avviene, se, cioè, il ragazzo tende all‘assenteismo, questo può essere indice di problemi psicologici, secondo una ricerca condotta da Jeffrey Wood, professore dell’Università della California. “Sapevamo già da molto che è assai probabile che gli studenti che sono frequentemente assenti da scuola abbiano sintomi di disordini psichiatrici, ma è meno chiaro il perchè” ha spiegato il professore.
Le persone umili sono più altruiste
L’umiltà è una virtù poco tenuta in considerazione, al giorno d’oggi, che ha poco a che vedere con l’avere una scarsa autostima, ma che, invece, può avere molto a che vedere con l’altruismo, con l’interessarsi degli altri dando magari una mano a chi ne ha bisogno, proprio perchè non ci si sente “superiori” a loro. Ciò sembra essere confermato da una ricerca, condotta dal professor Wade Rowatt della Baylor University, che ha dimostrato proprio come le persone umili siano spesso quelle più disponibili ad aiutare gli altri.
Il cervello degli anziani non è più “lento” rispetto ai giovani
Si tende, generalmente, a ritenere che nelle persone anziane il cervello tenda a lavorare più lentamente, ma una nuova ricerca svolta dall’Ohio State University dimostrerebbe che, invece, ciò non sarebbe vero, e che gli anziani avrebbero tempi di risposta simili a quelli dei giovani, ma, semplicemente, dovendo risolvere ad esempio un quiz, cercherebbero di rispondere in maniera precisa, anche a costo di impiegarvi più tempo. Il professor Roger Ratcliff, coautore dello studio, ha spiegato: “Molte persone ritengono che sia normale che il cervello delle persone anziane rallenti con l‘invecchiamento, ma noi abbiamo scoperto che non è sempre vero. Almeno in alcune situazioni, persone di 70 anni possono avere tempi di risposta simili a quelli di persone di 25 anni”.
Quando l’alcool può renderci più aggressivi?
Può capitare, specie in questo periodo di feste, di eccedere un pò anche nel consumo di alcoolici, magari di sentirsi poi un pò “brilli” se non proprio ubriachi; è bene, comunque, non esagerare troppo, sopratutto se, sotto l’effetto dell’alcool, sveliamo anche la parte peggiore di noi, e diventiamo più aggressivi o irascibili. E’ quanto ci suggerisce una ricerca condotta dall’Ohio State University, secondo la quale esiste una particolare tipologia di persone che tendono a diventare più aggressive sotto l’effetto dell’alcool: si tratterebbe di coloro che tendono a vivere il momento presente, senza preoccuparsi delle conseguenze future delle loro azioni.
Le persone ansiose sono meno reattive alle minacce?
Si è finora ritenuto che le persone più ansiose siano anche particolarmente sensibili a tutto quello che avviene intorno a loro, ma una nuova ricerca condotta dall’Università di Tel Aviv sembra dimostrare che, al contrario, esse sarebbero meno reattive degli altri agli stimoli esterni. Tahl Frenkel e il professor Yar-Bar-haim sono giunti a tale scoperta nell’ambito di uno studio più complesso su come il cervello di persone ansiose e di persone non ansiose elabora la paura, misurando l’attività cerebrale dei partecipanti mentre venivano loro mostrate immagini che suscitano ansia e paura. I ricercatori hanno così potuto constatare che il cervello delle persone ansiose sembrava reagire di meno alla vista di tali immagini rispetto agli individui non ansiosi.
“Massimizzatori”: quando fare delle scelte diventa uno stress
Nella vita di tutti i giorni capita spessissimo di dover fare delle scelte, a volte su cose serie, più spesso su cose banalissime come decidere i gusti di un gelato, e di non essere mai sicuri della decisione anche una volta che è stata presa. Secondo una nuova ricerca, condotta dalla professoressa Joyce Ehrlinger della Florida State University, stare a ripensare e rianalizzare una scelta fatta può causare stress e rendere infelici.
Vi sarebbero, in particolare, due tipologie di persone, quelle che tendono sempre a rimuginare sulle decisioni prese- i “massimizzatori“- e quelle che, invece, non ci ritornano su- i “soddisfatti“. La professoressa Ehrlinger ha spiegato che, comunque, la maggior parte degli individui tende ad oscillare tra una tipologia e l’altra.
Gli uomini sono paurosi quanto le donne
Una ricerca svolta da Christian Vaccaro, dell’Indiana University of Pennsylvania, che sarà pubblicata sulla rivista “Social Psychology Quarterly”, sembra dimostrare che, a dispetto dei luoghi comuni, gli uomini sono paurosi quanto le donne, e sarebbero solo più abili nel nascondere le loro paure, per attenersi meglio allo stereotipo del “maschio forte”. Le donne, invece, riuscirebbero meglio a celare la loro rabbia e aggressività, per meglio conformarsi allo stereotipo del “gentil sesso”.
La vita di coppia può dipendere dall’infanzia
La vita sentimentale e di coppia dipenderebbe dall’infanzia, e in particolare dal rapporto con la madre. E’ quanto sostiene Jeffry A. Simpson, psicologo e autore, insieme a W. Andrew Collins e Jessica E. Salvatore dell’Università del Minnesota, di una ricerca pubblicata sulla rivista “Currents Direction in Psychological Science”.
Secondo il dottor Simpson, infatti, il rapporto del bambino con la madre nei primi 12-18 mesi di vita potrà essere determinante anche svariati anni dopo, nei rapporti sentimentali. E’ già del resto noto, in ambito psicologico, che quanto ci accade durante l’infanzia influenzerà la nostra vita da adulti.
Regali di Natale, a volte “meno è meglio”
Il Natale è ormai alle porte, e molti di voi saranno già alle prese con lo shopping natalizio, alla ricerca del regalo più adatto a familiari, partner e amici. Sarebbe bene, a tal fine, tenere anche in considerazione quanto sostenuto da un gruppo di ricercatori americani, guidati da Kimberlee Waver, Stephen Garchia e Norbert Schwarz, che hanno formulato la teoria del “paradosso del donatore”. Secondo questa teoria, chi dona il regalo ha un diverso punto di vista riguardo ad esso rispetto a chi lo riceve, per cui può essere- paradossalmente, appunto- controproducente regalare, ad esempio, un maglione e una piccola quantità di denaro assieme al maglione, perchè aggiungere la somma di denaro al regalo principale sminuisce il valore di questo agli occhi di chi lo riceve.
Le diete ipocaloriche possono renderci più ansiosi
Circa un decennio fa, Leonard Guarente, biologo del MIT, aveva scoperto che una dieta assai povera di calorie può renderci più longevi, attivando una risposta fisiologica attraverso un gruppo di proteine chiamate sirtuine. Ora, però, lo stesso Guarente e i suoi ricercatori hanno scoperto che proprio un livello più alto di questo tipo di proteine può generare un aumento degli stati ansiosi. Ciò sarebbe stato riscontrato sia in alcuni esperimenti su topi da laboratorio, sia in due studi più ampi sugli uomini.