Paura della guerra, crisi libica accresce ansia, stress e fobie negli italiani

 Dopo l’ansia da radiazioni che ha spinto gli italiani al ritorno dal Giappone a sottoporsi ai controlli in ospedale benché provenissero da luoghi lontani dalle aree contaminate, a preoccupare ed angosciare gli italiani è in queste ore la crisi libica.

Ne parla all’Adnkronos lo psichiatra Massimo Di Giannantonio, delle paure irrazionali che può innescare una guerra così vicina e tangibile come quella in corso in Libia e che ci vede direttamente coinvolti anche per l’afflusso di rifugiati sulle nostre coste oltre che per la partecipazione militare.

Yara, il trauma di chi resta

 Vicende come quelle di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate ritrovata senza vita sabato scorso, a tre mesi dalla scomparsa, scuotono chi ne è spettatore impotente, vittima di quell’accanimento mediatico che sfrutta la tragedia per fare audience, che cerca ad ogni costo la lacrima, la disperazione, un grande fratello del dolore che stavolta, al contrario di quanto accaduto con la vicenda di Sarah Scazzi, non trova dall’altra parte conoscenti e parenti più o meno direttamente coinvolti, disposti a prendere parte ad uno show squallido.

Trova invece un dolore composto, sordo ad ogni strumentalizzazione mediatica, che chiede ed esige rispetto. Un trauma, quello della morte di Yara, che tocca un’intera comunità, devastata dalla paura, dall’insicurezza, dal terrore che esista un mostro e che non si sia più al sicuro a Brembate.

Slow Life, si celebra oggi la Giornata Mondiale della Lentezza

 Oggi che tutto scorre così e troppo velocemente, all’insegna di una frenesia del vivere che ha dell’irrazionale, accelerando come fa  la fine degli attimi di felicità e diminuendo il tempo che intercorre tra lo scandire di un impegno e l’altro, fermiamoci. Per 24 ore, rallentiamo, aderendo alla Giornata Mondiale della Lentezza, giunta alla sua quinta edizione, patrocinata in italia dall’associazione di volontariato L’arte del vivere con lentezza.

Oggi, ma anche domani, dunque, non corriamo e prendiamo parte a quell’ampio movimento di pensiero, allo stile di vita che prevede il godersi il percorso lentamente e che prende il nome di Slow Life. Tante le iniziative in programma nel mondo e nelle città italiane, tutte con il denominatore comune di un ritmo lento che osserva la vita, la soppesa in ogni suo attimo, la vede cambiare non più velocemente ma in tempo per rendersi conto, per capire che è tutto lì, in quel passo lento, il vero tempo che concede spazio a tutto.

Curare l’omosessualità con la psicoterapia

Oggi parliamo di un argomento che di recente tocca molto l’attualità e l’opinione pubblica e religiosa delle popolazioni occidentali. Per farlo, partiamo da una affermazione di un uomo di Chiesa, Monsignor Paolo Rigon, che in occasione dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico della Liguria, ha dichiarato:

La pornografia dilagante e invadente presenta la vita sessuale come fine a sé stessa, ossia per puro piacere e divertimento. Chi si abitua a questo stile di vita molto probabilmente non riterrà di poter restare fedele ad una sola persona, non lo riterrà o, più semplicemente, sarà incapace di fedeltà”.

Per il prossimo Natale come sceglierete i regali?

Ora che li abbiamo scartati tutti e riciclati i già riciclati da altri (rassegnamoci, sarà sempre così!), possiamo dirlo:- Si fa presto a dire regalo. In particolare sotto le feste:-.

E allora anche se con un anno di anticipo, stabiliamo  e una volta per tutte delle piccole e basilari regole, per evitare (faticose) perdite di tempo, spese inutili e soprattutto pentimenti, dato che è importante fare le cose ..per bene.

Se sei volontario ne giova la salute

Oramai è appurato e numerose ricerche lo sottolineano, cosa che qualsiasi volontario può confermare con la propria esperienza: fare del bene fa bene. Non solo all’umore: aumenta l’autostima, la fiducia in se stessi e rafforza il rapporto di coppia. Normalmente le persone che si occupano di volontariato e si dedicano all’associazionismo, hanno una maggiore capacità di resistenza agli scossoni della vita, reagiscono meglio ai lutti e separazioni, e in situazioni di emergenza e sono le prime a riprendere il controllo.

Inoltre ci sono dei vantaggi anche dal punto di vista fisico. Non solo si riscontra una capacità di avere nervi più saldi in momenti difficili, ma è stato rilevato che chi, per esempio, dona il sangue, corre un rischio minore di soffrire di malattie cardiovascolari e, addirittura, di alcune forme di diabete. Insomma, non ci sono più scuse: è arrivato il momento di pensare agli altri. Da dove cominciare? Intanto guardandosi accanto. Spesso non ci accorgiamo che a due passi da noi esistono persone che potrebbero vivere meglio grazie a un piccolo aiuto, magari anche solo qualcuno che si fermi ad ascoltare.

Le donne e gli “anta”. La consapevolezza – sorniona – del sè

A tutte arriva e purtroppo prima o poi succede..ed è quando stai sperando che Madonna cerchi toy boy ancora più giovane, dal momento che hai visto Manhattan in tv (con l’umore in sereno “molto variabile”, la nutella in una mano e il cucchiaio dall’altra). E succede in una giornata di quelle campali che non si limitano ad un paio di occhiaie e un bel mal di testa, e che della bella signorina che avevi “addobato”  allo specchio in mattinata, resti uno sguardo sgualcito e una discreta indifferenza da parte tua.

La violenza sulle donne e i centri antiviolenza

Le donne sono in pericolo? La violenza sulle donne è trasversale alle classi sociali e ai confini nazionali e non risparmia nessun paese, industrializzato o in via di sviluppo.

LOms sostiene che una donna su cinque ha subito violenza fisica e sessuale. In Gran Bretagna molte donne vengono picchiate a sangue dai proprio compagni, in Canada e in Israele è più “semplice” che una donna venga uccisa dal proprio partner che da un estraneo.

In Russia un omicidio su cinquanta è del marito e anche la Svezia non si sottrae a tale triste primato, tanto da far sostenere a Marianne Eriksson, parlamentare europea svedese, non troppo tempo fa che nel suo paese:

ogni dieci giorni una donna muore in seguito agli abusi subiti da parte di un familiare o di un amico

Margherita Hack ci parla di sessualità

 

L’astrofisica Margherita Hack è stata chiara nel suo messaggio solidale inviato all’Arcigay e Arcilesbica di Trieste, Udine e Pordenone: “C’è ancora molta ignoranza in giro“.
Questo messaggio arriva nel giorno in cui c’è la presentazione a Udine di un nuovo progetto delle associazioni, che nasce per la prevenzione del bullismo omofobico nelle scuole. La sua dichiarazione è stata molto intuitiva: “Come ci sono destrorsi e mancini così ci sono eterosessuali e omosessuali: tutti dobbiamo avere gli stessi diritti e rispettarci reciprocamente, dunque apprezzo molto questa importante iniziativa“.

Genitori si nasce o si diventa?

La frase che sentiamo sempre e oramai di rito? “Genitori non si nasce, ma si diventa“. Ma da sempre gli esperti controbattono: “In che modo?”. Quali sono le linee guida più accreditate per svolgere il mestiere più difficile del mondo, cercando di non sbagliare troppo?

Spiega Rosanna Schiralli nel suo Manuale di orientamento per genitori disorientati

Le modalità per educare un figlio sono numerose e complesse. Generalizzare è difficile, ma restringendo il campo, possiamo concentrarci su poche, essenziali regole, che possano aiutarci in questo meraviglioso e complesso percorso.

Picture Me. Diario segreto di una modella

 

Picture Me. Diario segreto di una modella, è emozionante e, al tempo stesso riprende un tema, un disagio, che se non conoscevamo, in qualche modo ne avevamo il sentore. Il documentario, che arriva in dvd in Italia dopo la presentazione, con successo, in alcuni festival, ci illustra con amarezza il dietro le quinte di una modella, Sara Ziff, americana, ventisette anni.

Le riprese, cominciate quasi per gioco da Ole Schell, all’epoca suo ragazzo e oggi buon amico, racconta la realtà, la disillusione di un lavoro che è invidiato da milioni di ragazze. Ci dice infatti:

E’ un pò come quando sei in un ristorante di lusso, vai per cercare il bagno e, invece, finisci nella cucina piena di clandestini.

I videogiochi come aiuto per i ragazzi

 

A lotta di tutto quello che è stato detto fino ad oggi, un nuovo studio fatto sulla psicologia infantile, dimostra come i videogames non siano dannosi per i ragazzi, anzi, secondo i ricercatori della Yale University, che ha condotto lo studio, sarebbero d’aiuto.

La ricerca ha passato in rassegna un campione di ragazzi tra i 14 ed i 18 anni, facendo uno studio singolarmente sugli effetti che il gioco elettronico possa avere sul ragazzo e sulla ragazza.

Quando la vanità si fa anelito di libertà

Ne siamo tutti convinti, la vanità femminile, nonostante si riveli una pulsione irriducibile e sia diffusa in tutto il mondo e in tutte le donne e vada al di là delle distanze, delle diverse latitudini, indifferente ai regimi politici, non spieghi comunque come sia stato possibile che Teheran abbia da poco “scippato” a Los Angeles, il singolare primato di capitale della rinoplastica.

Una delle ragioni, può essere ad esempio nel fatto che le leggi della repubblica islamica oramai concedano alle ragazze di scoprire solo il viso e che questo sia il motivo per cui il sesso femminile si senta libero di ritoccare l’unica parte del proprio corpo che non comporta una condanna di tipo morale della società in cui vivono. Anche se è inevitabile che, senza la valorizzazione di una capigliatura vaporosa o di un pò di trucco, la bellezza punti tutto sulla regolarità dei lineamenti.

Il vuoto delle idee si sostituisce con il pregiudizio

 Rom, moschee, la libertà e la sicurezza, rappresentano il sottilissimo filo rosso che lega il noi di dentro e loro di fuori. Siamo sicuri che le ideologie, certe ideologie siano morte? E’ ideologico infatti il rifiuto a priori degli zingari in quanto zingari o degli islamici in quanto islamici.

E non si può negare che ideologico è anche il rifiuto opposto della realtà, il non voler vedere ciò che l’esperienza quotidiana suggerisce: spesso gli insediamenti rom calamitano in modo “irresistibile” la criminalità e nei riguardi dell‘islam, ahimè è un fenomeno piuttosto drammatico la mancata reciprocità tra la diverse culture e non di rado le moschee in Occidente diventano luoghi di reclutamento dell’odio e perfino del terrorismo antioccidentale.

Quali le posizioni dei leader internazionali? Di Sarkozy sui rom e il burqua, sappiamo di certo che dà corpo a due istanze: risponde alle generalizzate paure delle persone e ad  una sua personale esigenza di consensi, visto che era in difficoltà. Di diverso avviso Obama sulla moschea a Ground Zero, scelta giusta e coraggiosa ma di certo poco condivisa dalla maggior parte del suo Paese.