Avere potere sul lavoro influenza il benessere e la felicità

 

Cosa succede, in termini di benessere e felicità, alle persone quando si trovano ad assumere posizioni di potere sul lavoro, con gli amici o all’interno di una relazione di coppia? Tale condizione può condurre all’infelicità o alla solitudine come spesso si è portati a pensare o piuttosto può influenzare positivamente l’umore? Sulla base della ricerca condotta da Yona Kifer della Tel Aviv University in Israele si può affermare che le persone che sperimentano una posizione di autorità possono sentirsi meglio in quanto possono sperimentare sensazioni legate ad una maggiore autenticità, questo probabilmente perchè possono vivere una vita congruente con i loro desideri e inclinazioni interne.

Ricerca, la solitudine è collegata a stress e infiammazioni

 

Le persone che provano sentimenti di solitudine presentano un maggiore rischio di sperimentare stress il quale è legato, tra l’altro, alla presenza di infiammazioni. Tali infiammazioni, a loro volta, sono legate a numerose condizioni come la malattia coronarica, il diabete di tipo 2, il morbo di Alzheimer. Lisa Jaremka, il principale autore di questo studio, condotto presso l’ Institute for Behavioral Medicine Research dell’Ohio State University, ha scoperto come lo stress può innescare una risposta immunitaria scarsamente controllata.

Disturbo bipolare e circuiti cerebrali delle emozioni, quale legame?

Il disturbo bipolare è classificato come un disturbo che si caratterizza per gli sbalzi d’umore che oscillano tra la mania e la depressione, condizioni che si verificano tra periodi di umore “normale”, definito come eutimia. Dalle ricerche svolte in precedenza abbiamo appreso come i circuiti che regolano il controllo delle emozioni in pazienti bipolari siano alterati e ciò può influenzare la capacità di esercitare un controllo sulle emozioni stesse e favorire episodi di alterazione dell’umore.

L’ossitocina aumenta le capacità dei papà di essere buoni genitori?

La somministrazione di ossitocina ai papà pare faciliti ed attivi comportamenti appropriati come genitori e quindi il loro coinvolgimento nella relazione con il bambino ed effetti analoghi si osservano anche nei loro figli. E’ quanto emerge da una ricerca condotta dal dottor Ruth Feldman della Bar-Ilan University in Israele e apparsa sull’ultimo numero di Biological Psychiatry. Ultimamente una serie crescente di studi hanno valutato il ruolo di questo neuropeptide nel facilitare le relazioni di attaccamento. Si è osservato, ad esempio, che la somministrazione di ossitocina, per via intranasale, accresce l’empatia e la reciprocità sociale.

Il pensiero positivo aiuta il cuore

L’ottimismo è il sale della vita, lo affermava Tonino Guerra in una notissima pubblicità. A confermarcelo oggi è una ricerca pubblicata su Psychological Bulletin che ha confermato come il pensiero positivo possa contribuire alla salute dell’individuo e in particolare come possa far bene al nostro sistema cardiovascolare. Lo studio è stato condotto dagli studiosi della Harvard School of Public Health che, confrontando un gruppo di soggetti a rischio per le malattie cardiache, hanno considerato che gli ottimisti rischiano di incorrere meno in problemi di salute rispetto a coloro i quali non pensano positivo.