Vuoi vivere a lungo? Fai walking

Siamo sedentari, pigri, ci muoviamo pochissimo, eppure una passeggiata quotidiana se l’abbiniamo ad una moderata attività fisica, contribuisce allo sviluppo delle cellule cerebrali. Questo è quanto sostiene uno studio pubblicato dall’Università di Cambridge in collaborazione con il National Institute of Aging di Baltimora. Di certo è una buona abitudine ed anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità la suggerisce. E’ importante quindi, camminare almeno mezz’ora al giorno, in questo modo si riduce la pressione arteriosa e il rischio d’infarto e ci sentiamo anche meno stressati e stanchi.

Dimagrire ragionando si può

 

 

Corpo e Psiche, due entità ma che hanno un nesso così stretto che in natura ancora non si è svelato. Attuare privazioni fisiche, infatti, spesso va ad influire pesantemente sul nostro cervello, come viceversa, periodi negativi influiscono sul nostro corpo in maniera pesante. Ed a proposito di peso, la perdita di massa grassa in natura viene identificata proprio come una segnalazione di privazione di qualcosa, solitamente il cibo, ma esiste anche un’altra visione dell’argomento che andiamo ad esaminare insieme.

Solitamente chi è in sovrappesao ha l’occupazione di un maggiore spazio sia fisico che psichico. Infatti la costrizione e l’impedimento nel potersi muovere fisico, molto spesso secondo Kurt Lewin (maggiore esponente della psicologia della Gestalt), parla anche di un impedimento psichico interpretato come spazio psicologico di libero movimento.

Wedding Surgery, la chirurgia estetica come regalo di nozze

 La società cambia nel tempo e con essa si modificano i valori, lo stile di vita e di pensiero individuale. Non sempre, però possiamo parlare di evoluzioni; ha fatto molto discutere l’aumento di richieste da parte di ragazzi appena teenager di ricevere un intervento chirurgico come regalo al compimento della maggiore età. Semplice capriccio da ragazzi o sintomo di una vera e propria trasformazione del modo di intendere la bellezza nella nostra società?

Ai bambini bisogna parlare correttamente

E’ accertato: conversare con un bambino di pochi mesi (si può iniziare subito anche quando sono neonati) come se fosse un adulto, sviluppa la sua intelligenza. Questo avviene anche se non è possibile per lui comprendere ciò che diciamo. Infatti le parole si imprimono ugualmente nella sua mente e nella memoria. E’ importante (non dimenticatelo) però evitare i toni acuti  e che la voce voce sia pacata, monocorde (il che non vuol dire monotona).

In questo modo, gli si trasmette sicurezza ma soprattutto serenità e affetto, ciò di cui un bambino ha sempre impellente bisogno. Si può iniziare la sera con la dolcezza delle filastrocche, infatti, non solo costituisce un momento prezioso da condividere con il proprio figlio e che salda il legame d’amore ma consente l’ “imprinting della lingua“, dato che i bambini sono molto sensibili al ritmo anche quando non conoscono i vocaboli o sono difficili.

L’autoironia è un’ottima strategia difensiva

Tutte le volte che vi sentite amareggiati, fate un passo indietro e fermatevi a guardare: vale la pena arrabbiarsi? Sicuramente no: molto meglio sdrammatizzare. E così, anzichè soccombere alle emozioni negative, provate ad individuare il potenziale lato comico di ogni situazione. Ora perché ciò accada, cosa ci occorre? Di sicuro l’autoironia, questa si può tranquillamente considerare una preziosa risorsa per non prendere troppo sul serio se stessi ed è ugualmente efficace nel rapportarsi al prossimo.

Richiede una certa abilità e una buona dose di autostima per non cadere nell’auto-denigrazione (si presuppone un pò di delicatezza e un minimo di sense of  humor da parte dell’interlocutore) ma fa sì che attorno a sè si crei un clima disteso. E per coloro che soffrono di timidezza ed insicurezza, risulta una buona strategia di difesa dal giudizio altrui. Sostiene Antonella Marchetti, docente di psicologia dello sviluppo presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore (e co-autrice assieme a Davide Massaro e Annalisa Valle di: ‘Non dicevo sul serio. Riflessioni su ironia e psicologia‘): “In psicologia, l’ironia è molto studiata, l’autoironia meno. La prima è considerata un fenomeno relazionale, la seconda è apparentemente usata contro se stessi“.

Ma in realtà, secondo la psicologa, anche l’autoironia è spesso rivolta all’esterno. Quando, per esempio, si ironizza su un proprio difetto fisico, lo si fa per prevenire un’eventuale critica: “Prima che gli altri notino un nostro limite – spiega la professoressa Marchetti – e ne facciano cenno facendoci rimanere male, lo facciamo notare noi, mostrando così che non ne soffriamo“.

Chakra: i sette centri di energia del corpo umano

Per la medicina (e filosofia) orientale, ogni individuo si può tranquillamente definire governato dai chakra. Questi si snodano dalla base della colonna vertebrale fino alla sommità del capo e presiedono il nostro intero equilibrio psicosomatico ed energetico, quindi: organi, ghiandole endocrine, funzioni vitali ed emozioni.

Primo chakra: Si trova alla base della spina dorsale, nel perineo e vibra di un bel colore rosso. Presiede e controlla il sistema scheletrico, denti, gengive, sistemi d’eliminazione e linfatico, ghiandole surrenali e prostata negli uomini. Emotivamente, rappresenta la capacità di essere ben radicati, la pazienza e la sicurezza: un eventuale squilibrio può determinare paura e senso di instabilità.

Secondo chakra: E’ collocato al centro dell’addome e irradia un caldo color arancione. Governa il sistema di riproduzione, intestino, lingua e gonadi. Determina il rapporto con il piacere e l’emotività. Un suo squilibrio può causare stress nella sessualità e un cattivo rapporto con il cibo.

Terzo chakra: Il plesso solare ospita il terzo, nutrito proprio dal colore giallo. Regola il sistema muscolare, digerente, pelle, occhi e viso. Emotivamente, è legato alla libertà di essere se stessi, senza esercitare controllo o dipendenze. Una tensione a questo livello può comportare volontà di prevaricazione o controllo eccessivo.

Gli amori estivi non durano

Alzi la mano chi non s’è invaghito, inebriato, perso durante le vacanze estive. La “bella stagione” ci rende luminosi, disponibili, rilassati: inevitabilmente l’amore ci chiama e a questa rispondiamo “si“. Un’indagine promossa da Pasqua Vigneti e Cantine confermano tale “assertività”: 6 italiani su 10 si innamorano molto più facilmente durante le vacanze, anche se ciò non è garanzia di riuscita.

Pare infatti proprio che  nel 74% dei casi gli amori estivi agonizzino già dopo due mesi e nonostante le distanze non siano più un problema come un tempo. E incredibilmente, chi soffre di più del mal d’amore sono gli uomini al 54%, i giovanissimi ne sono colpiti ben per il 64% e i single di ritorno al 58%. Tale situazione è causa di depressione per l’87% dei casi, ansia per il 74% e sbalzi d’umore al 59%  e per alcuni ciò è anche causa di gravi disturbi alimentari, per il 13%.

Questa indagine, ha passato al setaccio i siti web in cui sono presenti i contributi di persone di età compresa tra i 18 e i 55 anni  e la conclusione semplice ma non scontata, è che l’amore è un sentimento che rende viva e piena di energia l’estate. Le ragioni sono molteplici: il ritmo di vita più rilassato, l’assenza di stress, un risveglio di desideri sopiti, la riscoperta del proprio corpo, paesaggi diversi e piacevoli, la possibilità di godere di più tempo per se stessi.

La linea sottile che lega psicologia e colori

 

La scelta del colore preferito è una cosa innata, ed è una delle poche scelte che nella vita viene ripetuta. Questo perchè solitamente, quando si sceglie la tonalità (cosa che avviene già da bambini) di proprio gradimento, è veramente raro cambiarla, e questo accade sia nell’abbigliamento, che negli oggetti che portiamo con noi. Gli ultimi studi psicologici basati sui colori e fatti a statistica, parlano addirittura di colori che migliorano l’umore.

Alcuni individui, infatti, sono pronti ad avere una influenza molto forte del proprio colore preferito sulla loro emotività e di conseguenza sulle proprie scelte di vita. I caratteri più sensibili, ad esempio, indossando il proprio colore preferito, sentono un aumento dell’energia corporea, oltre alla voglia di fare.

Il mattino ha l’oro in bocca!

Quando suona la sveglia, non è facile abbandonare il letto e cominciare la giornata con un sorriso. Eppure possiamo fare molto per risvegliarci con vitalità ed entusiasmo, grazie a piccole attività che ci permettono di ritrovare l’energia necessaria. Ricordiamoci: “ chi ben comincia è già a metà dell’opera”!

Gli stati ansiosi dei bambini

L’ansia, la potremmo considerare di fatto lo stato o la condizione che deriva dal non poter soddisfare le proprie esigenze, l’origine di tale inquietudine la troviamo nell’infanzia. L’ansia è dunque un tipo di auto-preoccupazione fatta di dubbi e svalutazioni nei propri confronti. Inizia da bambini, quando iniziamo ad osservare il  mondo al di fuori della famiglia.

La scuola fa da palcoscenico alle nostre espressioni vitali, è qui che ci mettiamo a confronto con la socialità, in cui emergono i primi comportamenti inattesi e che il più delle volte, possono compromettere apprendimento e serenità individuali. Vi sono nuove regole da seguire, inizia la competizione e in embrione è quello che determinerà di noi il successo o meno nella società.

Sono diversi i segnali che indicano quando un bambino vive un forte disagio scolastico, come sono diverse le espressioni con cui questo disagio si manifesta nella realtà. A grosse linee, si può dire che insofferenza, intolleranza e iperattività sono la spia di un’aggressività covata e pronta ad esplodere, la timidezza invece fa da muro invalicabile e non consente l’interazione con i propri coetanei e con l’insegnante, mentre la distrazione isola emotivamente dal contesto della classe. 

Se sei una carogna piaci alle donne

 

L’identikit dell’uomo che ci piace: arrabbiato, tormentato, alcolizzato, drogato, danneggiato. Siamo oneste: è questo il tipo di uomo che ci fa perdere la testa . Di loro si può solo diire che sono garanzia di sofferenza, di tormento ed estasi, di scompensi emotivi. Non è difficile individuarli, sono quelli che con innocenza, immediatamente ti rivelano “io sono sbagliato per te” e noi, galvanizzate da quella promessa di infelicità ci lanciamo con slancio e senza esitazioni nel gorgo oscuro e profondo del loro male di vivere. A volte però i dannati si legano a persone inquiete come e più di loro. Un esempio? Bonnie Clyde, i rapinatori legati da una disperazione e da un amore indissolubile, banditi e assassini, viveno svaligiando banche fino all’incontro fatale con i mitra della polizia che li ha crivellati di colpi unendoli anche nella morte. E ancora..: Liz Taylor e Richard Burton, stessa passione per l’alcool, compagni di letto e di bevute, di botte e di passione e disperatamente necessari l’uno all’altra da sposarsi un’infinità di volte e altrettanto divorziare e nell’immaginario di tutti restare “la coppia” per eccellenza anche dopo la morte di lui e i gli altri innumerevoli mariti di lei. Sid Vicious, il cantante dei Sex Pistols e Nancy Spungen, hanno nutrito il loro amore di eroina e angoscia e anche qui con una conclusione terribile: lui ha accoltellato lei e poi è morto di overdose.

E come non ricordare Joe Orton e Ken Halliwell, il brillante commediografo nell’era della “Swinging London” e il suo secondo: compagno, segretario, amante e tuttofare. Si amano di un amore travolgente e senza fiato ma tanti i tormenti anche per la promiscuità sessuale di Joe e così finisce che Ken lo uccide fracassandogli la testa a martellate.

Ma non finisce qui e così abbiamo i dannati che si redimono. E pentiti cercano la salvezza in una donna che sia per loro porto sicuro. Quelli dallo sguardo lucido per l’ultima bravata e flebili ti dicono che senza di te non possono farcela ed ecco che scatta la molla, la chiamata alle armi e ci facciamo travolgere dalla sindrome “Io ti salverò“, esattamente la stessa del famoso film di Hitchock che travolge la psicoanalista Ingrid Bergman e la smarrisce nelle nevrosi di un Gregory Peck magnifico, psicopatico e probabilmente assassino, che avvertiva un malessere ogni volta che vedeva delle righe parallele, mistero di chissà quale misfatto della sua torbida vita.

Fidgeting: quando la ginnastica si fa in ufficio!

Passiamo troppe ore chiusi in ufficio e, soprattutto se facciamo un lavoro sedentario, il nostro fisico ne risente: è più difficile mantenersi in forma e ancora più difficile scaricare le energie negative. Ma si diffonde sempre di più la soluzione che ci permette di combinare l’ufficio con la ginnastica: il fidgeting!

L’intelligenza emotiva è quella che vale

Cosa s’intende per intelligenza emotiva? Ci viene in aiuto D. Goleman che fa luce nei rapporti intercorrenti fra mente razionale e mente emotiva. Non è possibile tralasciare alcuna delle componenti dell’intelligenza (intellettiva ed emozionale) per lo sviluppo di un individuo sano , che sia psicologicamente equilibrato, socialmente competente e capace di stabilire corrette relazioni affettive e nel lavoro.

I sentimenti sono dunque la cartina di tornasole del nostro benessere, infatti sono fondamentali nei processi decisori della mente razionale; questi ci instradano nella giusta direzione, dove poi la logica “si mette al lavoro”, dimostrandosi  utilissima. Il sistema limbico controlla le nostre emozioni e filogeneticamente, è stata la prima zona cerebrale a svilupparsi nei mammiferi; successivamente e da questa zona, si è formata la neocorteccia che tutt’oggi è l’area cerebrale deputata ai processi di pensiero.

Essa è deputata ad integrare e realizzare quanto viene percepito dai sensi,  ai sentimenti aggiunge ciò che pensiamo di essi, è in grado di fare progetti a lungo termine e di ideare strategie cognitive. Nei primati e in particolar modo nell’uomo, il rapporto fra neocorteccia e sistema limbico è molto ‘più forte’, infatti possediamo un numero maggiore di interconnessioni cerebrali fra i due sistemi, cosa che ci consente di ottenere una gamma di risposte emozionali molto vasta e dunque un’evoluta competenza emotiva.

Ritrova l’equilibrio con una vacanza olistica

 

A volte capita di fare delle vacanze che ci stancano più di un normale giorno di lavoro: percorsi estenuanti, poche ore di sonno, impegni rigidamente organizzati e attività faticose rischiano di non permetterci di sfruttare le nostre ferie per concentrarci sul nostro benessere e ricaricare le batterie. E se provassimo una vacanza olistica, all’insegna della salute di mente e corpo?