Comunicare con l’ipnosi

Sopra vedete la foto di Barack Obama, il presidente degli Stati Uniti D’America, un uomo che ha convinto una intera nazione a fidarsi e ad “affidarsi” alla sua persona. Che effetto vi fa? Vogliamo prenderlo come esempio mentre sviluppiamo il nostro articolo sull’ipnosi, e su quanto questo metodo sia sempre più usato nella comunicazione.

E i nostri politici? Anche Silvio Berlusconi sicuramente lavora molto sulle tecniche di comunicazione, ma non sono solo i politici, ma anche personaggi famosi, sportivi e altri. Ognundo di voi può usare l’ipnosi, ma cos’è?

La cromoterapia nell’armadio

 L’abito non fa il monaco? È vero, tuttavia l’aspetto esteriore non solo racconta molto di noi, ma ci aiuta anche a sentirci meglio con noi stessi: quando siamo attenti a presentarci al meglio, tutto questo influenza positivamente il nostro umore. Sarà forse per questo motivo che, in tempi di crisi, i consumi di cosmetici non sono calati?

Per sentirci al meglio, quindi, possiamo provare a ricercare anche nell’armadio soluzioni per il nostro benessere. Ad esempio, con la cromoterapia.

Depressi? Trovate punti di riferimento

Nello studio della Pnl (Programmazione Neuro Linguistica) di cui abbiamo già parlato in un nostro precedente articolo, vi è analizzato il sintomo della depressione, dovuto alla mancanza di punti di appoggio o di riferimento. Questo stato, spesso causa isolamento, stanchezza, ansia, tensione e nervosismo.

Nulla di positivo non credete? Come fare per uscirne fuori? Intanto sottolineamo che non dovete avere l’esigenza di “aggrapparvi” alla salvezza ma di imitarla. Esattamente: dovete trovare punti di riferimento da imitare, studiateli, seguiteli e fate vostre le loro strategie.

Pet Therapy, i benefici

 Boris Levinson fu il primo psicologo a esporre, negli anni 60,le teorie sui benifici che derivano dal rapporto con gli animali. Il concetto venne poi sviluppato e ampliato dalla Delta Society, fondata negli U.S.A. venti anni dopo e focalizzata sugli effetti della Pet Therapy.

La terapia degli animali è incentrata sul rapporto uomo-animale, ed è utilizzata sia in ambito medico che psicologico. È applicata in varie strutture come ospedali, case di riposo, comunità di recupero, carceri o scuole.

Il disgusto ci tiene lontani dai pericoli

Grandi menti come Charles Darwin o Stanley Miller consideravano il disgusto un concetto strettamente legato al cibo. In particolare Darwin, nel suo libro “L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali”,  ne sottolineava il valore adattivo, e considerava il disgusto come un emozione originata dal senso del gusto che con l’evoluzione si è trasformata in una risposta emozionale che impedisce all’uomo di assumere oralmente sostanze potenzialmente dannose.

In realtà lo scopo del disgusto non è solo evitare di ingerire alimenti pericolosi, nè di preservare l’uomo dal contatto con i batteri; è piuttosto un meccanismo di difesa che interessa sia fisico che mente. Infatti esiste sia il disgusto sensibile, cioè quello che proviamo quando assumiamo cibi avariati, sia quello psicologico.

Sviluppo personale, la ricetta olistica di Hoffman

Vediamo il panorama italiano dei corsi in generale che mirano al miglioramento personale: corsi di  autostima, corsi di motivazione, ecc. Un pò tutti prensano di cambiare o migliorare qualcosa nella propria vita. Relazioni con gli altri, percorsi di carriera e stati emotivi.

Uno dei metodi molto utilizzati negli USA è il metodo Hoffman. In Italia si articola in 8 giorni residenziali con 5 sessioni di Coaching. Il Metodo Hoffman è riconosciuto da numerose ricerche Universitarie come strumento di cambiamento In Italia il corso è abbinato ai trattamenti olistici della spa a 4 stelle Cà Murà.

Resistere al dolore, a voce alta è meglio

 

Di fronte al dolore scappa l’impreco? Beh state facendo la cosa giusta. O meglio la più rapida per far lenire il fastidio. Una ricerca inglese, pubblicata su NeuroReport, ci dice che imprecare, e farlo a voce alta, diminuisce il dolore. La spiegazione è legata a dei fenomi intrinseci alla specie umana che collegano dolore e aggressività. Tecnicamente si parla di ipoalgesia, riduzione della sensibilità agli stimoli dolorosi.

Alla Keele University hanno condotto gli esperimenti su cui si basa lo studio. Sessantasei volontari hanno partecipato all’esperimento. Il singolare test prevedeva l’urlo di una parolaccia scelta tra 5 nella rosa delle imprecazioni dopo aver immerso la mano nell’acqua ghiacciata.