Esercizi autostima, attività fisica efficace sui giovani

 Esercizi per l’autostima? O meglio l’esercizio per l’autostima! Non è un gioco di parole bensì il riconoscimento, da parte del mondo scientifico, dell’importanza dell’attività fisica nel migliorare l’autostima nei bambini e negli adolescenti, prevenendo lo sviluppo di problemi psicologici e comportamentali, comuni nei giovanissimi.

Se erano noti da tempo i benefici dell’esercizio sulla salute fisica, con prove inconfutabili che ne attestavano l’efficacia, la ricerca sugli effetti dell’attività motoria sulla salute mentale restava frammentaria.
A colmare almeno parzialmente questa lacuna è intervenuta una revisione di studi sull’argomento pubblicata dalla Cochrane Library.

Come affrontare i cambiamenti restando ottimisti

 Focalizzarsi sugli aspetti positivi della vita piuttosto che fossilizzarsi sempre e soltanto sui lati negativi. Una ricetta con pochi ingredienti all’apparenza, quella del vivere sereni, ma che in realtà è più facile a dirsi che a farsi.
Di come affrontare con ottimismo i cambiamenti e le sfide cui ci sottopone continuamente la vita parla Karen Hilsberg, del Los Angeles County Department of Mental Health in California negli Stati Uniti, sulle pagine della rivista Mindfulness.

Apprezzare il lato positivo della vita, vedere il bicchiere mezzo pieno aiuta le persone a superare e a vivere le difficoltà in modo più indolore. E forse è questa la formula invidiabile che permette a pochi eletti di mantenere la calma ed il sorriso anche nei momenti più difficili.

Le quattro posizioni di vita

 Cos’è la posizione di vita? Lo spiega sapientemente Rika Zarai in Libera le tue emozioni. E’ il modo in cui affrontiamo le persone, gli avvenimenti, la nostra presentazione di fronte agli altri, il nostro schema abituale di rapportarci al mondo. La Zarai propone un piccolo esercizio per riuscire ad identificare la nostra posizione di vita ovvero pensare alla nostra reazione nel caso di un affronto, anche solo verbale. Come reagiamo?

  1. Ci domandiamo come mai il nostro interlocutore ci stia aggredendo.
  2. Rispondiamo aggredendolo a nostra volta.
  3. Stiamo male, giriamo a vuoto e continuiamo a ripensarci.
  4. Non reagiamo perché non ne vale la pena.

Autostima in crisi, il peso del confronto

 Se usciamo, o ci crediamo, perdenti da un confronto che ci siamo imposti in maniera abbastanza autolesionista dovremmo chiederci con quale criterio abbiamo scelto il nostro “rivale”. Se si tratta di un nostro collega, comune mortale, piuttosto che di un familiare o ancora di un vicino di casa, non ci stiamo mettendo troppo in difficoltà. Al contrario, se il termine di paragone è un personaggio famoso, un VIP, giunto all’apice del successo e della sua carriera, è ovvio che ci siamo flagellati con una sfida invincibile.

A volte, però, malgrado i nostri buoni propositi di non rapportarci quasi spasmodicamente all’altro, a colui che lievita sul gradino superiore, è la società che ci impone di mettere in discussione quello che siamo, osannando esempi limite di una perfezione tanto celebrata quanto spesso molto costruita e poco veritiera.
Ne parla in un recente studio, davvero molto interessante, Carlo Strenger, docente di psicologia alla Tel Aviv University di Israele.

Autostima ed effetto boss, quando il capo diventa una minaccia sociale

 La diversità è ricchezza, opportunità, conoscenza di sé attraverso l’altro, lo stesso altro oggi più che mai demonizzato da modelli di paura dell’estraneo e barriere mentali tornate drammaticamente ed ideologicamente alla ribalta. Ma diversità è anche cultura, diversi modi di approcciarsi, interpretare, vivere il mondo. E a proposito di differenze culturali che influenzano lo sguardo sugli altri, ci sembra interessante proporvi i risultati di un recente studio, pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica PLoS ONE, che ha esplorato le diverse reazioni di americani, occidentali per eccellenza, e cinesi, l’Oriente con la O maiuscola, ad una figura autoritaria ed autorevole qual è quella del proprio capo.

Alla vista di una foto che ritraeva sia il proprio datore di lavoro che se stessi, i cinesi hanno guardato prima il capo e soltanto dopo hanno rivolto lo sguardo sulla propria di immagine. E gli americani?

Raggiungere gli obiettivi, quando l’aiuto degli altri è sconsigliato

 Nelle scelte, come nelle risposte cruciali della vita, tutto sembra giocarsi, quasi drammaticamente, oseremmo dire, sul sì e sul no. Queste due brevi parole racchiudono gli snodi principali del percorso. E così dobbiamo imparare quando è il caso di accettare, che si tratti di aiuto in un compito piuttosto che di supporto o di un sì più metaforico come l’apertura agli altri, alla fiducia, all’amore.

E poi c’è da imparare la lezione dei no che più semplicemente potremmo definire come il liberarsi da tutte quelle zavorre, costrizioni, barriere mentali, dipendenze che ci separano dal benessere psicofisico. E per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi? Vale la regola del sì o la regola del no? Dipende. Stando ad un recente studio il proverbio chi fa da se fa per tre sarebbe assolutamente valido. Non amiamo molto i proverbi, troppo privi di quelle sfumature di significato che ci piacciono tanto, ma se a dirlo è una ricerca tutto cambia.

Il viagra amato dai giovani

Oggi riportiamo un argomento che in questi giorni ha trattato El Pais, il quotidiano spagnolo più diffuso nel giorno di San Valentino. Si parla di sessualità, amore ed aiuti per il corpo. Infatti, da un’analisi di marketing e delle vendite risulterebbe che il picco degli acquisti degli innamorati per il 14 Febbraio, non sia stato rivolto a cuori, cioccolatini, pupazzoni, che già di per se mostrano il consumismo sfrenato di questa festività, ma che il prodotto più venduto sia stato: il Viagra.

La fine del romanticismo oppure bufale commerciali? Fatto sta che gli innamorati, hanno preferito far toccare l’apice della vetta con gli acquisti di due para farmaci destinati all’uso sessuale che sono Viagra (Pfizer) e Cialis (de Eli Lilly & Co). Questi prodotti nati come aiuti contro l’impotenza, sembrano essersi diffusi a macchia d’olio e purtroppo utilizzati anche dai giovanissimi per cercare di aumentare le loro prestazioni. Nulla di più sbagliato in merito secondo gli esperti, considerato che il prodotto può portare gravi problemi se si comincia ad abusarne già in età giovanile.

Rendersi belle a San Valentino

 

Non parliamo oggi di consigli su cosa utilizzare per i trucchi e per il make up, ma sicuramente di qualche consiglio per piacersi e far piacere al partner il giorno di San Valentino. Prossimi al fatidico 14 Febbraio, giorno degli innamorati, si è deciso che per molte donne la parola d’ordine è Seduzione con la S maiuscola. Mentre l’uomo si destreggia con l’organizzazione della serata e va nella solita crisi di scelta tra il ristorante in voga per stupire oppure una romantica cenetta in casa per stare cuore a cuore con la propria compagna, la donna preferisce dedicarsi a se per stupire il proprio partner. Quello che conta, come dicevamo è proprio sedurre.
Da dove partire allora? La donna che per il 2011 vuole seguire i consigli degli esperti, cominci proprio dal make up. A partire dai must, bisogna dire addio alle labbra rosso fuoco con conseguente ingigantimento delle stesse. Addio anche agli occhi marcati da strega con ingigantimento delle ciglia e soprattutto i colori folli delle unghie, comprensivi dei vari nail art che possono risultare solo eccessivamente di cattivo gusto.

Autostima a terra e stress alle stelle per 3 insegnanti italiani su 4

 Classi troppo affollate, risale alle scorse settimane la polemica sulle aule-pollaio degli istituti italiani. Quella consapevolezza, frustrante, di non riuscire a seguire tutti gli alunni come meriterebbero. La scarsa presenza delle famiglie nel percorso educativo-didattico. Senza contare il precariato, i trasferimenti dopo appena un anno, da un istituto all’altro, che impediscono di iniziare ad instaurare un rapporto duraturo con la propria classe, non solo a livello didattico, ma anche umano.

Questo e tanto altro alla base del crollo di autostima registrato dagli esperti negli ultimi anni tra i docenti italiani. Pensate che solo l’1% si ritiene di fondamentale importanza per l’educazione dei giovani.
Ce ne parla il dottor Vittorio Lodolo D’Oria, esperto del Disagio Mentale Professionale (DMP) negli insegnanti.

Autostima, avere più fiducia in se stessi con le 7 regole del corso pratico di Riza – seconda parte

 Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta del corso pratico di Riza, dopo aver illustrato i primi tre step del programma messo a punto da Morelli per accrescere l’autostima ed acquistare maggiore fiducia in se stessi.

Quarta regola: Indossa il vestito più bello. No, non parliamo di uniformarsi alla moda del momento o di portare il colore che spopola in questa stagione. Parliamo di valorizzare la nostra unicità, di sentirci bene a vestire i nostri panni ogni giorno, di metterci addosso quello che ci piace e che ci mette di buon umore. E’ il momento di chiedersi:

Come ti vesti la mattina appena ti svegli? Ti camuffi con abiti anonimi o ti sai valorizzare con capi che evidenziano la tua unicità? Sentirti bene nei tuoi “panni” ti aiuta ad autostimarti.

Autostima, avere più fiducia in se stessi con le 7 regole del corso pratico di Riza – prima parte

 Ancora sull’autostima e sull’avere fiducia in se stessi. Il corso che vi presentiamo oggi è quello ideato e condotto da Raffaele Morelli all’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica, ora disponibile nelle edicole in forma editoriale. Lo trovate in allegato alle riviste Dimagrire, Salute Naturale e Riza Psicosomatico.

Noi di Iolvalgo abbiamo spulciato l’anteprima, disponibile on-line, scovando quelli che vengono definiti i primi sette step per ritrovare la fiducia in se stessi e rafforzare l’autostima.

Parlare in pubblico, quali strategie – seconda parte

 Meglio avere chiari e ben distinti i confini tematici dell’introduzione, della parte clou del discorso, ed il filo di Arianna che vi condurrà, sempre e comunque, ovunque sia finito il vostro discorso nel suo tortuoso iter, a trarre le conclusioni.

Immaginate di essere il pubblico. Cosa vorreste sentirvi dire? Ascoltatevi e acquistate sicurezza quando la vostra voce arriverà decisa e sicura al cuore del messaggio. Un messaggio che più sarà animato da entusiasmo e passione, più sarà convincente.
Parlate normalmente, come vi trovaste in presenza esclusivamente di conoscenti.
A casa provate il discorso, puntare tutto sull’improvvisazione è difficile ed è privilegio degli oratori più capaci, mentre chi è alle prime armi o deve affrontare il fattore timidezza perché ben poco spavaldo andrà nel panico senza un po’ di pratica.

Parlare in pubblico, quali strategie – prima parte

 Ne abbiamo già discusso su Iovalgo, di come gestire l’ansia e vincere i timori di parlare in pubblico, presentando diverse tecniche utili allo scopo e consigli di chi è divenuto in poche mosse quello che si definisce un buon oratore ed un impavido quanto efficace comunicatore.

Torniamo sull’argomento per esporvi un’ulteriore lista di suggerimenti per migliorare il rapporto con il pubblico e concentrare l’attenzione esclusivamente sul messaggio, distogliendo la  mente da mine vaganti che possono compromettere il discorso accentuando il nervosismo. Visualizzate le tappe di un iter che ha come fine il successo del vostro intervento in pubblico.

Comprendere i meccanismi dell’acquolina in bocca

 

La dieta è all’ordine del giorno una delle fissazioni al femminile più diffuse. L’idea di privarsi di qualcosa di amato oppure di non poterlo mangiare, fomenta la famosa acquolina in bocca che fa perdere l’obiettivo di abbattere peso.

Ma cos’è che ci provoca l’acquolina in bocca? Si parla di profumi, di odori e desideri che però sembrano essere comuni a tutti perchè l’acquolina è una sola. A spiegarcelo e ad indicarci pure come poterci difendere è una ricerca dell’Università di Maastricht, sezione Dipartimento di Psicologia Clinica, diretta da Anita Jansen e pubblicata su Psychotherapy and Psychosomatics.