Le donne sul lavoro aiutano il gruppo

 

Secondo una ricerca guidata da Anita Williams Woolley della Carnegie Mellon University, una donna nel gruppo di lavoro, lo rende completamente perfetto. La pubblicazione è avvenuta su Science, la rivista su cui si è parlato di intelligenza collettiva e soprattutto delle sue applicazioni derivate da una sorta di fattori.

La somma delle intelligenze individuali, infatti, non sarebbe l’intelligenza collettiva, ma il criterio dei singoli produrrebbe delle variazioni sul tema, tra cui, l’inserimento di una donna. La ricerca è stata fatta su 699 volontari, ed ha misurato l’intelligenza e la sensibilità sociale degli individui.

Le tre regole per prevenire il fallimento

Quante promesse ci facciamo? Quante volte risoluti, sosteniamo che non faremo più quell’errore? E spesso con vigore affermiamo che nulla sarà come fino a questo momento è stato..

Ma chiediamoci: i buoni propositi e desideri di salute e prosperità, dipendono realmente dalla nostra volontà? E quanto è possibile ottenere dalla nostra caparbietà, dalla nostra risolutezza? I ricercatori di Harvard hanno cercato di formulare un vademecum, piccole regole per migliorare il proprio ‘status’, soprattutto emotivo, mettendo per iscritto i loro consigli sulla Harvard Health Letter.

Felicità e crescita personale nell’era di Internet

I nostri tempi sono sempre più frenetici: siamo abituati ad interagire in tempo reale e un’attesa di pochi minuti riesce a stressarci. Abbiamo inoltre a disposizione più informazioni di quelle che siamo davvero in grado di assimilare. Come possiamo quindi orientarci per essere felici e per trovare un nostro percorso di miglioramento tra le infinite possibilità che ci si aprono davanti?

Le nuove sfide ci rendono più forti

Superare un proprio limite o rimanere ciò che si è, senza tentare di prendere nuove strade, quando il nostro attuale percorso, ci conduce per vicoli ciechi? E’ un ‘Essere o Non Essere‘ del fare. La verità è che ciò che c’atterrisce del cambiamento o dell’idea di un cambiamento , è soprattutto l’ignoto che questo sempre comporta. Secondo gli studiosi di psicologia sociale, nel momento in cui questo accade, nelle persone si hanno due diversi atteggiamenti: i pessimisti e i proattivi. E’ importante agire come i proattivi e dunque, sfruttare il momento particolare per individuare nuove opportunità, fino a migliorare la situazione in cui si pensava di stare bene fino ad un attimo prima.

Affinché questo accada, bisogna innanzitutto essere dotati di autostima. Se infatti sapete di avere un buon rapporto con  la vostra capacità di socializzare, non vi preoccuperete più di tanto, mettendo in moto un circolo positivo di azioni e reazioni, che vi porteranno a trovare un nuovo ‘status quo’. L’equilibrio inoltre è fondamentale, permette di non cadere nel tranello del tutto e subito che di solito fa correre più rischi che offrire opportunità.

L’autostima passa attraverso il “NO!”

Spesso si crede ed erroneamente, che chi acconsente sempre ad ogni richiesta e non mostra la propria contrarietà, chi nasconde il proprio dissenso, sia di fatto ‘molto gentile’, piuttosto che una persona che non rispetta se stessa o che si vuole molto poco bene.

Per capire se siamo persone estremamente assertive (ma chi lo è, non nutre dubbi al riguardo), basta porsi queste domande: “Dite di sì quando vorreste dire il contrario?”  “Vi considerate così gentili da dover negare a voi stessi qualsiasi sentimento di rabbia?“.  Queste infatti, come sostiene Corinne Sweet, nel suo libro “Come dire di no” (2004, Gruppo Editoriale Armenia), sono le riflessioni necessarie da fare per realizzare se si sia vittime o meno della difficoltà di dire di no. E  non si creda sia un banale problema psicologico, perché purtroppo non lo è affatto e riguarda un gran numero di persone.

Pedalare ti fa bella e magra..

Bastano cinque minuti al giorno di pedalate per tenere sotto controllo il peso delle donne, soprattutto con l’avanzare dell’età e i chili in aumento. L’importante è che quest’attività diventi un’abitudine rispettata e che faccia parte del vissuto quotidiano. Ancor prima delle diete, bisogna abituarsi ad usare la bicicletta per andare al lavoro, a fare la spesa e ogni volta che è possibile. Questa che può apparire come deduzione anche un pò scontata, è in realtà il frutto di una ricerca approfondita, pubblicata sugli Archives of internal medicine da Anne Lusk, della Harvard school of public health, che ha analizzato in 16 anni di osservazione ben 18.400 donne non ancora in menopausa e seguite dal 1986 fino al 2005.

Durante questo periodo, ogni due anni, le partecipanti conferivano riguardo il loro stile di vita e lo stato di salute. Se n’è evinto che coloro che avevano iniziato ad andare in bicicletta anche per soli cinque minuti al giorno, ma in modo regolare, avevano perso mediamente un chilo rispetto alle sedentarie. Inoltre, quando la bicicletta veniva utilizzata per mezz’ora al giorno, l’effetto saliva fino ad un chilo e mezzo in meno. Risultati migliori e duraturi, li ottenevano le donne in sovrappeso all’inizio dello studio, infatti i chili in meno rispetto alla media, erano tre!

Sai affrontare i cambiamenti?

La nostra vita non assomiglia mai ad un percorso lineare e monotono. Molto spesso ci troviamo di fronte a svolte improvvise, a volte non volute. Nella maggior parte dei casi non ci sentiamo abbastanza preparati per momenti simili. Eppure il cambiamento può essere qualcosa di estremamente positivo, se affrontato con l’atteggiamento giusto.

L’Instant Therapy per recuperare la propria vita

 

Nata in Gran Bretagna, l’Instant Therapy si sta diffondendo sempre più in Italia. Questa forma di psicologia comportamentale, permette di rilassarsi e rendere più “leggere” le giornate. Ad illustrare qualche breve passo per questa nuova terapia è stata in questi giorni la psicoterapeuta Paola Vinciguerra, che ha diffuso informazioni riguardo al rilassamento attraverso esercizi in alcuni step che vi andiamo ad illustrare.
Per prima cosa, si parla di “ascolto del proprio respiro” e la dottoressa Vinciguerra scrive:

Jovanotti, la sua voce tra musica e passione

 Cosa c’è di più rilassante di ascoltare buona musica? Al mare, a casa o in ufficio, ci aiuta ad allontanarci dal tram tram quotidiano ed in alcuni casi riesce ad insegnarci qualcosa. Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, è uno dei protagonisti principali della musica italiana che, con i suoi 20 anni di successi internazionali, si è conquistato la stima di persone da tutto il mondo non solo attraverso le sue bellissime canzoni ma soprattutto grazie al suo invito all’amore ed alla solidarietà.

La meditazione come promozione delle funzioni celebrali

 

Una delucidazione alquanto interessante quellache in questi giorni sta girando in ambito psicologico. Basterebbero solo 11 ore per mettere in pratica una qualche tecnica meditativa efficiente, che andrebbe a modificare strutturalmente il nostro cervello aumentandone l’efficienza. La nuova tecnica di aumento dell’efficienza e regolazione del comportamento in base ai propri obiettivi si chiama IBMT, che sarebbe Formazione Integrativa Mente-Corpo. Il team internazionale di ricerca della Dalian University of Technology e dell’Università dell’Oregon guidati dal dottor Yi-Yuan Tang e lo psicologo Michael I. Posner, in Cina, l’avrebbe sperimentata partendo dalla Medicina Tradizionale Cinese nel 1990.
Questa pratica ha impegnato oltre tutto lo staff psicologico, anche 45 studenti dell’università dell’Oregon che sono stati allo stesso tempo trasformati in insegnanti, oltre che aver fruito la tecnica da “pazienti”. Si tratta di 28 maschi e 17 femmine. Dopo la “somministrazione” della cura meditativa, i soggetti sono stati suddivisi in due gruppi ed hanno avuto fatta una formazione per l’IBMT.

L’attività fisica migliora la performance mentale

Si, la notizia è incredibile: aumentano infatti gli studi sperimentali e clinici che riconoscono al movimento fisico un ruolo centrale nell’ottimizzare le performance mentali, ad ogni età. Non sappiamo quanto il dato ottenuto sui topolini possa tradursi automaticamente alla donna e al feto. Ma l’idea è suggestiva. Il movimento fisico può migliorare il funzionamento cerebrale attraverso un’azione biologica in quattro modalità: a) aumento del numero di cellule nervose nei centri cognitivi superiori, deputati a pensiero, calcolo e memoria (questo risultato si basa su un aumento delle sostanze che promuovono la capacità di crescita neuronale: “neurogenesi”); b) aumento della neuroplasticità, la capacità delle cellule nervose di stabilire nuove connessioni tra loro; c) aumento di nuovi vasi sanguigni nel cervello, per ottimizzare la nutrizione delle cellule, adeguandosi all’aumentata richiesta di ossigeno, glucosio e altre sostanze nutritive; d) riduzione degli effetti tossici sul cervello legati alla sedentarietà.

Il movimento fisico è una necessità quotidiana per tutelare il nostro strumento di eccellenza migliore, il cervello. Nell’infanzia, bambini e adolescenti che facciano regolare movimento fisico sono più tranquilli, più capaci di concentrazione e di memorizzazione e mostrano anche una migliore intelligenza emotiva e maggiore capacità di calcolo matematico. Negli adulti, fare sport mantiene indici di performance mentale migliori con un vantaggio che aumenta con il passare dell’età. Per la prevenzione, pochi praticano con costanza la terapia naturale più semplice ed efficace che c’è: muoversi in armonia, ogni giorno nel corpo e nella mente.

Perchè perdiamo spesso gli oggetti?

 

Oggi esaminiamo insieme il fenomeno degli oggetti smarriti sotto il punto di vista sociologico ed anche psicologico. L’uomo medio è in grado di perdere di tutto, a partire dal cellulare, passando per il portafogli (vuoto o pieno che sia) ed anche le chiavi di casa o della propria autovettura. Un’inchiesta del Censis ha infatti dimostrato che nei vari comuni d’Italia negli uffici oggetti smarriti dei Vigili Urbani o di altre Forze dell’Ordine si trova di tutto, anche gli oggetti più impensabili.

Proprio di recente il sociologo Enrico Finzi, ha parlato del “vizio di perdere gli oggetti” e soprattutto del fatto che quest’ultimo oltre ad essere un fenomeno molto diffuso è destinato ad aumentare nel tempo per un fattore psicologico, dato che la distrazione aumenta sempre più con l’età; ma anche da un punto di vista sociologico perchè con l’invecchiamento dell’intera società, le dimenticanze vengono trasmesse e di seguito aumentate.

Parenti serpenti? Crea il tuo siero anti-veleno

 Non sempre la casa è la capanna dell’amore, spesso è proprio sotto le quattro mura che avvengono discussioni e litigi che non scompaiono facilmente. A volte questi diverbi nascondono situazioni già difficili, tuttavia nella maggior parte dei casi si tratta di momenti di attrito da non prendere necessariamente in considerazione; soprattutto con i cosidetti parenti serpenti la soluzione migliore è crearci un siero anti-veleno che impedisca di trasformare piccole discussioni in veri e propri litigi.