L’ansia non è solo un disturbo, qualcosa da giudicare necessariamente come un limite, ma può essere anche uno strumento di analisi di se stessi, e quindi essere utilizzata come una risorsa. Almeno un terzo della popolazione mondiale ha avuto o potrà soffrire d’ansia nel corso della propria vita. Questo perché è una condizione fisiologica, utile in molti momenti della vita.
Psiche e Salute
Stress, come evitarlo in ufficio
Tra i fattori di rischio dello stress, l’ambiente di lavoro occupa senz’alcun dubbio una posizione rilevante. Tuttavia, grazie a qualche piccolo accorgimento, si può rendere l’ufficio un posto meno “pericoloso” per la propria salute mentale e fisica. Spesso, infatti, quello che genere lo stress non il lavoro in sé per sé, quanto il contesto di relazione con l’ambiente lavorativo percepito come ostile.
Depressione post partum, ne soffre anche il papà
La depressione post partum è un disturbo che colpisce le neomamme, e che è collegato al periodo immediatamente successivo alla nascita del bambino. Tuttavia, esiste una forma di depressione del tutto analoga anche nei neopapà. A suggerirlo, è uno studio condotto dal team di ricercatori della NYU School e pubblicato sulla rivista scientifica “Journal Maternal and Child Health”.
Depressione, si cura con la terapia cognitiva
Circa la metà degli adulti con sintomi depressivi, hanno avuto almeno un episodio simile durante l’adolescenza. La speranza di evitare ricadute, tuttavia, esiste. La terapia cognitiva, infatti, aiuta a controllare le recidive. A sostenerlo, è una ricerca condotta dall’università di Bangor e Oxford, pubblicata sul “Journal of Affective Disorders”.
Lasciare tutto a metà, come evitarlo
Ci sono persone che, appena iniziano una nuova attività, sono pieni di entusiasmo, e per un bel po’ di tempo quasi non fanno altro e non parlano di altro. Poi, però, ad un certo punto mollano tutto per dedicarsi ad altro. Lo stesso destino, immancabilmente, tocca anche alla nuova passione, a quella successiva, e a quella dopo ancora.
Come interpretare i sogni? (terza parte)
Non si finisce mai di stupirsi. È incredibile quanti significati si possono nascondere dietro i sogni che facciamo tutte le notti. Le emozioni, le paure, gli eventi della vita quotidiana, tutto questo influenza ciò che di notte immaginiamo ci stia realmente accadendo. Tra immagini oniriche e realtà molto spesso ci sono delle corrispondenze. Infatti, poco prima vi abbiamo accennato quali possono essere i significati dei sogni che le persone fanno in modo più ricorrente. Tra questi, c’è anche l’ascensore.
Come interpretare i sogni? (seconda parte)
I sogni possono avere diverse funzioni. Infatti, molto spesso ripercorriamo durante la notte un episodio o una vicenda che ha colpito fortemente la nostra esistenza. Di solito, in questo caso, il sogno ha la funzione di analizzare nel particolare ciò che è accaduto facendocelo rivivere. Oppure in altri casi si parla di sogni compensatori, ovvero di momenti o persone della nostra vita che cerchiamo di compensare considerandole da un punto di vista nuovo.
Come interpretare i sogni? (prima parte)
Quanti di noi si svegliano al mattino pensando al sogno che hanno appena fatto? Molto spesso la mattina non ci si ricorda più nulla oppure non si dimentica nessun dettaglio di ciò che ha accompagnato la nostra notte. Da Freud a Jung, la psicologia ha inteso studiare cosa sono i sogni e come interpretarli. Recenti ricerche hanno confermato che durante la fase REM gli individui sognano e questo può avvenire anche più volte durante la notte per un ciclo di circa quindici-venti minuti ogni ora e mezza.
Training autogeno, gli esercizi contro l’ansia
Il training autogeno è una tecnica di rilassamento, che agisce tanto sulla mente, quanto sul corpo. Rilassando i muscoli, infatti, allenta le tensioni accumulate, alleviando ansia e stress, oltre che a migliorare il tono complessivo dell’umore, e la circolazione della respirazione. Gli esercizi di grado più avanzato vanno sempre praticati con l’aiuto di uno psicoterapeuta, quelli più semplici, però, possono essere eseguiti anche da soli.
Paura della felicità, perché succede?
Si può avere paura di essere felici? E’ una domanda che mi sono sempre posta, soprattutto all’indomani di cambiamenti importanti, contro una vita “serena” e senza scossoni. Nonostante l’uomo moderno viva nel benessere, il più delle volte conduce una vita quanto più lontana dalla felicità autentica.
Fobie, come convivere con le “fissazioni”
Le fobie o le “fissazioni” fanno parte della vita di tutti, c’è chi è terrorizzato dai ragni, chi dai cani, chi ha paura di volare, chi ha la sensazione di soffocare negli spazi troppo angusti, e chi, invece, è ossessionato dalla simmetria degli oggetti intorno a sé. Insomma… ce n’è per tutti i gusti!
La dipendenza dai videogiochi porta ad ansia e depressione
I bambini e i ragazzi trascorrono spesso molte ore a giocare con i videogiochi, e talvolta ciò può diventare una specie di dipendenza; secondo il professor Douglas Gentile della Iowa State University, una simile forma di dipendenza può a sua volta portare ad ansia, depressione e fobia sociale. Quando, però, viene ridotto il tempo dedicato ai videogames, e si gioca con essi per un tempo normale, le condizioni psicologiche del ragazzo migliorano.
Amicizia, quando il rapporto dà segni di stanchezza
Può capitare, ad un certo punto, che un rapporto d’amicizia dia segni di stanchezza. L’altro si fa sentire di meno, e sembra non avere molto interesse nel tenere viva la relazione. E’ a questo punto che iniziano a sorgere i problemi. In questi casi, la soluzione migliore è parlarsi subito, evitando così i malintesi.
Chi soffre di aracnofobia vede i ragni più grandi
L’aracnofobia, o paura dei ragni, è una fobia piuttosto diffusa, della quale avevamo trattato nello specifico qui. Una ricerca della Ohio University ha dimostrato un singolare effetto di tale fobia, che potrebbe verificarsi anche con altri tipi di paure: nello specifico, l’aracnofobia porta a vedere i temutissimi ragni più grandi di quel che sono realmente. Nello studio, ai partecipanti sofferenti di tale paura venivano mostrate alcune tarantole, e dopo questi dovevano dare una misura della grandezza dell’animale. Più queste persone dicevano di temere i ragni, più li ritenevano grandi.