Stress da lavoro, fattori di rischio

 Torniamo sull’argomento stress da lavoro, imparando a conoscere meglio quella che, per effetto del decreto legislativo 81/2008 e sue successive modifiche con d.lgs. 106/2009, è a tutti gli effetti una malattia professionale riconosciuta e non più trascurabile.

Uno strumento utile la guida realizzata dall’Isples, l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, dal titolo Stress e Mobbing, pensata per psicologi, psichiatri e medici di famiglia ma interessante e chiara anche per i non addetti ai lavori e per chi vuole saperne di più su come riconoscere i sintomi e le conseguenze dello stress correlato al lavoro.

Stress da lavoro, Isples pubblica guida per il medico

 Il manuale divulgato dall’Isples, l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, Stress e Mobbing, presenta linee guida chiare per gli psicologi, gli psichiatri e i medici di famiglia su quella che viene riconosciuta ormai come una vera e propria malattia professionale: lo stress da lavoro correlato.

Il Ministero del Lavoro ha legiferato in merito, nell’ambito della sicurezza sul posto di lavoro, con il decreto legislativo 81/2008 e sue successive modifiche con d.lgs. 106/2009. Spetta al datore di lavoro rilevare i fattori di stress, prevenirli ed eliminarli.

Stress da traffico ed effetti collaterali

Oggi parliamo di una patologia che colpisce il buon 80% degli automobilisti nel mondo: la guida nel traffico. Secondo recenti ricerche condotte dai ricercatori delle Università congiunte di Tübingen, Regensburg e Düsseldorf, insieme con la collaborazione del Dipartimento di psicologia e medicina del traffico del Federal Highway Research Institute, guidare nel traffico rappresenterebbe una grande fatica per il cervello. Questa fatica spingerebbe l’alterazione dell’attività celebrale durante queste fasi.

Questo studio, ha posto la sua enfasi sull’affaticamento a cui il cervello umano è costretto nel momento in cui siamo costretti a guidare nel traffico. Il primo segnale è l’aumento dell’attività elettrica del cervello che fa si che le onde celebrali alfa della nostra testa vengano alternate a quelle che vengono chiamate fusi del sonno. Questi input nervosi, mettono in risalto la necessità del nostro cervello di avere un momento di riposo. Di conseguenza, stanchezza e nervosismo, vengono definiti come mali da curare e nel caso della guida, sono sempre pronti dietro l’angolo per assalirci.

Slow Life, i quattordici comandalenti

 In occasione della Giornata Mondiale della Lentezza pubblichiamo i consigli dell’associazione di volontario L’arte del vivere con lentezza su come trovare la giusta velocità di vita ed ingranare una marcia lenta, che ci permetta di non soccombere alla frenesia dei mille impegni quotidiani, riappropriandoci del nostro tempo.

Nell’ottica della Slow Life, una sorta di piccola guida al vivere lento per imboccare la strada giusta verso un percorso esistenziale da assaporare ed all’occorrenza fermare in ogni momento. Li chiamano, scherzosamente, comandalenti. Vediamoli nel dettaglio.

Slow Life, si celebra oggi la Giornata Mondiale della Lentezza

 Oggi che tutto scorre così e troppo velocemente, all’insegna di una frenesia del vivere che ha dell’irrazionale, accelerando come fa  la fine degli attimi di felicità e diminuendo il tempo che intercorre tra lo scandire di un impegno e l’altro, fermiamoci. Per 24 ore, rallentiamo, aderendo alla Giornata Mondiale della Lentezza, giunta alla sua quinta edizione, patrocinata in italia dall’associazione di volontariato L’arte del vivere con lentezza.

Oggi, ma anche domani, dunque, non corriamo e prendiamo parte a quell’ampio movimento di pensiero, allo stile di vita che prevede il godersi il percorso lentamente e che prende il nome di Slow Life. Tante le iniziative in programma nel mondo e nelle città italiane, tutte con il denominatore comune di un ritmo lento che osserva la vita, la soppesa in ogni suo attimo, la vede cambiare non più velocemente ma in tempo per rendersi conto, per capire che è tutto lì, in quel passo lento, il vero tempo che concede spazio a tutto.

Come sentirsi più leggeri

Oggi vediamo un po’ qualche piccolo trucco sul come sentirsi più leggeri e liberi da pensieri, a volte inutili, indipendentemente da quale sia la nostra personalità.

Di solito, gli individui pronti ad addossarsi preoccupazioni proprie e degli altri, sono chiamate permeabili ed hanno la difficoltà nel credere in se stessi e nelle proprie caratteristiche. Fatto sta, che sono però pieni di aspettative che purtroppo non riusciranno mai a realizzare. Il primo step da compiere in questo caso è sicuramente quello di capire come risolvere questo inconveniente, scegliendo e rendendosi conto se si è persone decise o persone indecise.

Stress, donne biologicamente predisposte

 Negli ultimi anni si sta assistendo ad un rinnovato interesse da parte di case farmaceutiche e ricerca scientifica sulla medicina di genere, interesse che nasce dalla volontà, o meglio da quella che appare ormai come una necessità, di non trascurare le differenti reazioni a farmaci piuttosto che la diversa sintomatologia dell’infarto nelle pazienti.

Anche per quanto riguarda il benessere mentale, occorre concentrarsi sullo studio dei distinguo tra uomo e donna. Su questo filone di ricerca si colloca lo studio di cui vogliamo parlarvi oggi su Iovalgo.

Stress da troppi amici su Facebook

 Li chiamiamo amici, genericamente, in realtà sono più che altro contatti, legami familiari, conoscenti, colleghi, parenti. Troppi, a volte, tanto da scatenare una sorta di ansia, rappresentando un vero e proprio fattore di stress da Facebook. A dirlo è un recente studio effettuato da un’équipe di ricercatori della Edinburgh Napier University, coordinata dalla dottoressa Kathy Charles.

Studio che peraltro, appena pubblicato, è già stato criticato in validità per via di una metodologia abbastanza discutibile. Gli autori hanno infatti interpellato, con un sondaggio somministrato online, un campione molto esiguo di persone, 175 studenti, per 3/4 donne, invitandoli ad esprimere i sentimenti nutriti verso il popolare social network.

Tecnostress dove nasce e come spegnerlo

Qualche giorno fa, vi abbiamo parlato delle proteine scoperte in Israele per spegnere lo stress. Oggi, torniamo a parlare di stress, ma uniamo a questo discorso, quello della tecnologia, che da un lato nasce per migliorare la nostra esistenza, mentre dall’altro potrebbe anche essere in grado di rovinarci l’esistenza.
Quotidianamente l’individuo medio, telefona, manda SMS, scrive e-mail, controlla il suo profilo sui social network ed interagisce con molti altri dispositivi elettronici. Tutta questa invasione di dispositivi, lo porta spesso al tecnostress.

Ma cos’è in realtà il tecnostress? Secondo gli psicologi americani Rosen e Weil, è l’ansia primaria di andare ad eseguire troppe cose contemporaneamente affidandoci ai mezzi tecnologici, aumentando a dismisure le cose da fare e “convincendosi” che grazie alla tecnologia ottimizziamo il nostro tempo.

Aumentano i rischi psichiatrici dei giovani

Con i numeri alla mano, possiamo dichiarare che solo all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, i casi di ragazzi con dei problemi di natura psichiatrica sono stati 191 nel 2009 e 215 nel 2010. Parliamo di dati relativi solo agli accessi al pronto soccorso. Purtroppo sembra che questo alto tasso di disturbi e problemi psichiatrici nei giovani, sia destinato ad aumentare nel tempo soprattutto tra giovani studenti. Il responsabile dell’Ospedale, ha infatti dichiarato parlando di queste emergenze, che si “presuppone una rapida risposta dell’organizzazione sociale stessa per evitare la crisi, e negli ultimi anni il fenomeno ha assunto dimensioni particolarmente significative: i dati Istat 2006 parlano di un notevole aumento a livello nazionale del numero di ricoveri di minori per disturbi psichiatrici dal 1999 al 2003“.

Ma andando ancora indietro nel tempo sembra che i dati siano ancora più preoccupanti e secondo i dati della sola Regione Lazio, nel 2005 abbiamo avuto oltre 2.500 ragazzi ricoverati in questa unità dell’ospedale.

Stress, spegni l’interruttore

 Chi non ha mai sognato di spegnere lo stress premendo un semplice interruttore? In un futuro non troppo lontano potremmo chiudere ulteriormente il rubinetto di ansia e preoccupazioni evitando di somatizzare eventi e stati di forte pressione. Ovviamente l’interruttore di cui parliamo è genetico. Per ora la disattivazione dello stress è stata osservata in sperimentazioni compiute sui topi, intervenendo su quelle che sono le tre proteine che consentono all’organismo di assorbire ed attutire gli eventi stressanti ed andare avanti.

Si tratta, nello specifico, di urocortin 1, 2 e 3. Una persona calma e controllata che riesce a reagire con contegno, compostezza e fredda lucidità anche agli shock più sconvolgenti e alle notizie più dure da digerire, potrebbe sì essere un eroe della gestione delle emozioni ma anche, oggi lo sappiamo, un individuo che possiede quantità superiori delle proteine attutisci-stress, capace, grazie a queste, di rimanere impassibile.

Stress, affrontare il risveglio con lo spirito giusto

 Non so voi, amici, ma il risveglio per me è traumatico. Spesso sottovalutiamo l’influenza di un inizio soft sul decorso, più o meno positivo, della nostra giornata.
Eppure, partire con lo spirito giusto sin dalle prime ore del mattino è a dir poco cruciale.

Se pensiamo a cosa ci stressa maggiormente appena svegli, uno dei principali imputati è sicuramente il carico di doveri, obblighi, commissioni, lavoro che ci aspetta. Ricordate il discorso delle zavorre che facevamo qualche giorno fa? Aggiungete alla lista degli accessori di cui non avete bisogno per vivere l’overload di pensieri e informazioni che ci affolla la mente non appena riapriamo gli occhi.

Stress, Zen! il gioco per iPad che rilassa corpo e mente

 Dopo l’esame di coscienza, le varie applicazioni per misurare il battito cardiaco e per calmarsi con la respirazione, parliamo di un gioco antistress che approda su iPad con una app tutta italiana sviluppata dall’azienda palermitana DooLabs di Marco Siino.

Si chiama Zen! ed è una tavoletta di legno virtuale che aiuta a rilassare corpo e mente, sfruttando delle sfere colorate da incanalare nei fori dello stesso colore, inclinando il dispositivo.

Stress, caffeina favorisce concentrazione sul lavoro solo nelle donne

 La mancanza di concentrazione nel corso di una giornata lavorativa particolarmente stressante è un tarlo che, chi più chi meno, si ritrovano prima o poi a dover affrontare in molti. La caffeina, in questi casi, è sempre stata considerata un valido alleato per ritrovare le forze mentali e rimanere lucidi e svegli ancora un altro po’. Numerosi studi, però, hanno ammonito sugli effetti sulla salute di un consumo eccessivo di bevande a base di caffeina.

Lasciando per un attimo da parte le implicazioni sull’organismo, occupiamoci della parte che interessa chi la utilizza per concentrarsi al meglio quando è stanco. Funziona o meno contro lo stress?