Disturbo maniacale, i sintomi

Il disturbo maniacale è una problema che concerne l’umore della persona. Questo stato mentale è caratterizzato da un essere generale sopra le righe, a tal punto da raggiungere uno stato di completa euforia che non è assolutamente positiva.

Schizofrenia, infezioni prenatali e stress, scoperto legame

Quali sono i fattori che possono causare l’esordio della schizofrenia? Hanno provato a rispondere a questa domanda alcuni ricercatori del laboratorio di fisiologia e comportamento dell’ETH di Zurigo i quali, sulla base di un modello murino, sostengono che la schizofrenia possa svilupparsi in seguito all’interazione tra un infezione contratta durante la gravidanza e lo stress sperimentato in età puberale.

Stress e depressione dipendono dalle infiammazioni?

Stress psicologico e depressione si possono sviluppare, come dimostrato da diversi studi condotti in passato, in seguito ad un’infiammazione sistemica. La Proteina C-Reattiva, indicata anche con l’acronimo PCR o CRP (C-Reactive Protein) è un marker solitamente utilizzato per determinare l’infiammazione e quando i livelli della proteina raggiungono livelli superiori a 10 mg / L si può sospettare la presenza della malattia infiammatoria.

Disturbo ossessivo compulsivo e iperattività, quali differenze?

Il disturbo ossessivo compulsivo (OCD) e quello da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) avendo alcuni sintomi in comune, tra i quali compromissione dell’attenzione, della memoria, non sempre sono facilmente diagnosticabili. Un errore nella diagnosi potrebbe portare a conseguenze negative in quanto il trattamento riabilitativo si basa, tra l’altro, sulla valutazione iniziale del pazienta e tanto più questa sarà corretta tanto più la terapia sarà efficace.

Disturbi del sonno e schizofrenia, studio scopre legame

Numerosi sono gli studi che hanno sottolineato il legame esistente tra alcuni disturbi del sonno e il grado di concentrazione ed attenzione, lo stress percepito o i livelli di umore. Ora un nuovo studio, condotto da neuroscienziati  del Lilly Centre for Cognitive Neuroscience e finanziato dal Medical Research Council (MRC), ha posto l’accento sulla possibile correlazione tra pattern irregolari di sonno e sintomi tipici della schizofrenia, tra i quali allucinazioni, perdita di memoria e confusione.

Depressione, altera il funzionamento del cervello

 La depressione incide in maniera pesantemente negativa sulla vita di che ne soffre, e può anche portare a delle modifiche del funzionamento del cervello, secondo quanto scoperto da una ricerca dell’University of California, Los Angeles. I ricercatori hanno monitorato tramite un elettroencefalogramma il cervello di 158 persone, di età compresa fra i 21 e i 70 anni, 121 dei quali soffrivano di depressione maggiore, caratterizzata da stati d’animo irrequieti e ansiosi, difficoltà a concentrarsi e mancanza di stimoli, mentre gli altri 37 non presentavano sintomi depressivi.

Rimedi contro la depressione invernale

L’inverno può diventare un vero e proprio nemico. Il freddo, i disagi, il buio, le influenze che corrono sono solo alcune delle cause che possono portare i soggetti più deboli a soffrire della cosiddetta depressione invernale. È proprio per questo che si possono adottare una serie di rimedi per combattere questa patologia che porta il nostro umore a manifestare dei sintomi depressivi.

Le diete ipocaloriche possono renderci più ansiosi

 Circa un decennio fa, Leonard Guarente, biologo del MIT, aveva scoperto che una dieta assai povera di calorie può renderci più longevi, attivando una risposta fisiologica attraverso un gruppo di proteine chiamate sirtuine. Ora, però, lo stesso Guarente e i suoi ricercatori hanno scoperto che proprio un livello più alto di questo tipo di proteine può generare un aumento degli stati ansiosi. Ciò sarebbe stato riscontrato sia in alcuni esperimenti su topi da laboratorio, sia in due studi più ampi sugli uomini.

Pensiero ossessivo, quando pensare diventa realizzare

 Sono come degli intrusi che si affacciano con prepotenza nella mente mettendo su casa nelle idee, radicandosi alla razionalità, costringendo a pensarli e ripensarli infinite volte. Sono i pensieri ossessivi che ricorrono alla velocità della luce insinuandosi nel buon senso e seminando il panico: perché non riusciamo a liberarcene e come fare per tenerli a bada? E soprattutto, c’è qualcosa di sbagliato in chi è colpito da un pensiero intrusivo di cui non riesce a disfarsi e che lo tormenta?

Secondo quanto afferma il dottor Robert L.Leahy, psichiatra alla Yale University, questi pensieri assillanti si presentano spesso sotto forma di idee angoscianti come: “Ho il cancro”; “Non riesco a controllarmi”; “Ho commesso un errore”. Girano e rigirano nella mente come trottole al punto che l’individuo pensa ci sia qualcosa di sbagliato in lui e arriva a confondere il pensiero con la realtà. Ad esempio da “Non riesco a controllarmi” arriverà a credere che sia davvero così e simili.

Ateo o religioso?

Oggi parliamo di un caso che sta molto toccando il mondo del web e che parla di rapporto tra Psiche e medicina, soprattutto legato al mondo della religione.

Si parla del video diffuso sul web del famoso neurologo Vilayanur S. Ramachandran, docente di neuroscienze e psicologia all’Università della California di San Diego, che parla di un caso analizzato su un suo paziente che risulterebbe avere il cervello diviso a metà e di conseguenza, avere una doppia personalità.

Escludere i disturbi mentali dai manuali?

E’ stata diffusa la notizia dall’American Psychiatric Association (APA), che è prossima alla pubblicazione (si parla del 2013) della quinta edizione del Manuale diagnostico e statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5). Il manuale che è un punto di riferimento per chi si occupa della salute mentale degli esseri umani, arriva sul mercato dopo ben 11 anni e conterrà delle notizie importantissime per gli psichiatri di mezzo mondo. Tutti gli psichiatri americani hanno proposto all’unisono di rimuovere dallo stesso le diagnosi di alcuni disturbi della personalità.

Tra quelli che verrebbero ad essere esclusi troviamo paranoide, istrionico, narcisistico e dipendente. Questa proposta però ha già suscitato delle polemiche, ed in Italia l’Ordine degli Psicologi del Lazio ha indetto qualche giorno fa una giornata di studio proprio su un documento ufficiale che verrà mandato all’APA per esprimere il proprio dissenso su questo argomento.

L’identikit del mitomane

 A tracciare l’identikit del mitomane è Massimo Di Giannantonio, che trae spunto per una riflessione dalle numerose segnalazioni, che puntualmente si rivelano false, a trasmissioni televisive, poliziotti, autorità, su persone scomparse, avvistamento di persone sospette, ritrovamento di cadaveri o di prove utili alle indagini degli inquirenti.

Cosa spinge una persona a dare informazioni false che depistano gli investigatori e accendono di false speranze familiari degli scomparsi e delle vittime di rapimenti? Lo psichiatra reputa si tratti di scarsa autostima e del desiderio di soddisfare la voglia di notorietà. E’ accaduto con gli avvistamenti non veritieri delle gemelline svizzere prelevate da Mattias Schepp, poi morto suicida a Cerignola, ma anche per la scomparsa di Yara e per il caso Sarah Scazzi.