Imparare a comunicare in due

Gelosia, infedeltà, progetti di vita differenti possono incrinare una relazione, ma anche l’incapacità di comprendere i desideri e le aspettative del partner può essere motivo di rottura. Per salvare un rapporto è molto importante saper comunicare. La discussione matura può fare miracoli e rimettere insieme i pezzi di un rapporto che sembrava finito. La discussione infatti, è un luogo di confronto e quindi un punto cardine di un rapporto di coppia. Costruire in due un buon terreno per il contraddittorio non è impresa da poco:  alcuni studi sulla psicologia della coppia hanno dimostrato che l’interazione tra amanti è più complicata di quella tra amici e colleghi. Questo perchè è difficile esprimere appieno se stessi, e contemporaneamente capire i bisogni dell’altro quando in gioco ci sono emozioni forti che rischiano di sfuggire al controllo, soprattutto se non vengono espresse liberamente.

Basta preoccupazioni inutili, consigli per una vita più serena

 E’ inutile negarlo, le paranoie fanno parte della nostra società e della nostra mente, al punto che non c’è persona che uscendo di casa si chiede “avrò spento il gas?” o “avrò chiuso la porta a chiave?”. Fin qui niente di strano, sono cose normali che però sfociano nell’irrazionalità quando si trasformano da semplici domande a comportamenti compulsivi.

Spesso infatti il problema non sta nella porta chiusa o aperta, ma in uno stato di ansia e timore di natura ben diversa che trova quello sfogo specifico per emergere; per evitare che ciò rappresenti un limite al nostro  benessere psico-fisico vi parlerò di alcuni consigli per vivere più serenamente.

Cambiare insieme: la psicoterapia di gruppo

La psicoterapia di gruppo è nata con l’intento di andare incontro alle esigenze economiche dei pazienti, ma con il passare del tempo si è osservato come questo metodo abbia delle caratteristiche capaci di favorire nei partecipanti lo sviluppo di relazioni, la nascita di legami, la creazione di una cultura comune e forti meccanismi capaci di spingere al miglioramento personale.

In molte occasioni, infatti il gruppo si pone come un nuovo elemento della relazione terapeutica, aiutando i pazienti a capire meglio alcune caratteristiche delle loro relazioni in una situazione che è più naturale e complessa rispetto alla all’interazione a due voci della psicoterapia classica. Osservare un gruppo dinamico, che esprime diverse problematiche, permette infatti ad un paziente di elaborare in maniera più ricca gli spunti di una terapia.

Pubblico e privato: è giusto confonderli?

E’ passato poco più di un mese dalla scandalo che ha travolto Piero Marrazzo. Molte cose sono successe da quel 22 ottobre, quando l’ex presidente della Regione Lazio, suo malgrado, è venuto alla ribalta mediatica per le sue preferenze  sessuali. Non è questo il luogo appropriato per improntare una discussione politica, ma potrebbe esserlo per capire fino a che punto è giusto che la vita privata si ripercuota in quella pubblica. Pensate se un grande medico, venisse scoperto in atteggiamenti intimi con un trans, cosa ci impedirebbe di farci curare da lui? Probabilmente nulla. Pensate se l’avvocato più bravo del mondo avesse una relazione extraconiugale, cosa ci impedirebbe di farci difendere da lui? Probabilmente nulla. Stesso discorso vale per qualsiasi altra professione, che se svolta al meglio dovrebbe essere la sola cosa che ci interessa.

E invece no. Dalla vicenda Marrazzo abbiamo tanto da impare della nostra società. Quando i media italiani e non, si occuparono delle feste organizzate da Silvio Berlusconi, qualcuno disse che le critiche a lui mosse,  si mescolassero alle critiche riguardo le sue presunte incapacità di governare. All’ex giornalista Rai non erano state rivolte accuse di una mala gestione della Regione Lazio, eppure è stato costretto prima ad autosospendersi e poi a dimettersi. Direte voi, la vicenda Marazzo è condita da piccanti e quantomai “ingredienti” rispetto a quella del premier.

S.L.A.A., i Dipendenti dal Sesso e dall’Amore Anonimi

 S.L.A.A. è una sigla che sta ad indicare “Sex and Love Addicts Anonymous“. Ssi tratta di un gruppo nato a Boston negli anni ’30 e promosso da alcuni alcolisti anonimi, i quali si accorsero che il sesso e l’amore potevano creare una dipendenza vera e propria, con effetti equivalenti a quelli causati dall’ alcool o dal gioco d’azzardo.

Nascono così i “Dipendenti dal sesso e dall’amore anonimi“, un gruppo di persone diverse tra loro per sesso o posizione sociale, ma accomunate dal fatto di essere vittime di disturbi affettivi e sessuali; questi gruppi sono aperti a tutti, la partecipazione è gratuita e si riuniscono per discutere ognuno delle proprie esperienze imparando a coglierne i benefici.

L’aggressività: quando viene a mancare l’equilibrio

Generalmente gli psicologi considerano l’aggressività come una tendenza a manifestare dei comportamenti che hanno lo scopo di causare danno o dolore, fisicamente o psicologicamente, attraverso atteggiamenti violenti o verbalmente scorretti.

Le persone aggressive spesso confondono l’aggressività con l’autorevolezza e sono assolutamente convinte di poter ottenere in questo modo ciò che desiderano. Chi ha questo tipo di mentalità, difficilmente riesce a riconoscere l’inadeguatezza del suo comportamento e spesso non si rende pienamente conto del disagio che crea negli altri.

Locus of control, destino o forza di volontà?

 Come avvengono i processi che generano le scelte individuali? Questo è un tema studiato a lungo dalla psicologia e dalla filosofia, e che generato opinioni molto distanti tra loro. Importanti autori come Skinner credono poco nell’esistenza del libero arbitrio, sostenendo che il comportamento degli uomini è strettamente influenzato dalle riposte positive o negative che l’ambiente fornisce.

Altri invece, come Albert Bandura e Fritz Heider, affermano che la maggior parte delle decisioni della vita hanno come protagonista l’individuo e il ragionamento personale. Destino o forza di volontà? Per rispondere a questo quesito gli psicologi hanno formulato il concetto di locus of control, che significa ‘luogo del controllo’.

Influenza sociale, la teoria dell’imitazione di Asch

 Ogni volta che parliamo con qualcuno, osserviamo la gente per strada o seguiamo un programma televisivo, nella nostra mente entrano in gioco una serie di processi che nella maggior parte dei casi ci porta a cambiare le nostre opinioni; la psicologia sociale si occupa proprio di analizzare le dinamiche di questi processi.

Asch fu uno dei primi psicologi che approfondì il tema dell’influenza sociale, in particolare fece un esperimento negli anni 50  teso ad analizzare quanto il giudizio individuale sia influenzato dalla società.

Perchè le superstizioni?

 Cos’è esattamente la superstizione? In generale si può dire che è ogni atto a cui si attribuisce il potere, del tutto irrazionale, di favorire un evento positivo o di scongiurarne uno negativo. Toccare ferro, non indossare indumenti di un certo colore, portare un talismano porta fortuna o fare gesti scaramantici sono solo alcune tra le migliaia di superstizioni che l’uomo ha creato.

Molte persone aderiscono al concetto di superstizione, indipendentemente dalla loro cultura, etnia, classe sociale o professionale. Ritroviamo simili atteggiamenti in tutte le popolazioni del mondo in una grande quantità di forme differenti. Addirittura alcune ricerche hanno evidenziato che anche gli animali sviluppano credenze e comportamenti irrazionali.

L’intelligenza emotiva

L’intelligenza emotiva, come vi abbiamo già raccontato, è un aspetto della intelligenza legato alla capacità di provare emozioni, riconoscerle e viverle in modo pienamente consapevole.

Infatti il QI si limita a misurare le capacità logico-matematiche, verbale e spaziali, lasciando in ombra tutta la sfera delle emozioni e delle relazioni umani. L’intelligenza come pura razionalità è solo una componente delle abilità umane e per questo non è raro trovare persone con un QI alto che tuttavia non riescono ad emergere nella vita professionale o privata.

Combattere la solitudine con la pet therapy

La solitudine può assumere forme diverse. Probabilmente la più diffusa è la solitudine interiore, una sensazione negativa che ci fa credere di non avere rapporti di fiducia o di intimità con le persone, anche se esternamente nulla lascia trasparire questa problematica. Più forte ancora è la solitudine esistenziale che fa sentire una persona come sola nell’universo, come se non ci fosse nessuno in grado di comprenderla.

Diversa, invece, la solitudine sociale: chi ne soffre avverte la mancanza di calore umano o vicinanza, non riesce a stringere legami importanti con le persone che lo circondano. La solitudine fisica nasce invece dalle caratteristiche di una situazione specifica: pensiamo ad esempio ad un anziano che vive da solo e ha pochi contatti con la famiglia. Combattere la solitudine, però, si può.

La forza della suggestione

Molto spesso la nostra immaginazione ci spinge a credere ad un determinato avvenimento, spesso su basi assolutamente irrazionali. Tuttavia, il potere della suggestione è così forte che spesso la nostra paura ci spinge a mettere in moto una catena di eventi che ha come unico risultato proprio la realizzazione della situazione temuta.  Si tratta delle cosiddette profezie che si auto-avverano.

Ad esempio nel mercato finanziario, se esiste una convinzione diffusa di un crollo imminente, gli investitori spesso perdono fiducia, vendono gran parte delle loro azioni e in questo modo causano realmente il crollo.

Edward De Bono, la teoria dei sei cappelli per pensare

 Quante volte usciamo da una riunione senza aver concluso niente? Durante una discussione molto spesso non riusciamo a far sì che si riesca a trovare una visione condivisa, piuttosto che un esame a 360 gradi della questione in esame. Ad esempio, immaginiamo una tavola rotonda su un nuovo progetto: quante volte prevale il pessimismo? Oppure, all’opposto, un eccesso di entusiasmo contagioso non ci aiuta a scoprire i punti deboli delle iniziative in corso.

Edward De Bono, la principale autorità a livello internazionale sul pensiero creativo, propone una tecnica per raggiungere questo risultato: i sei cappelli colorati.