L’analisi dei disegni dei bambini tra i 3 e i 7 anni permette agli specialisti di fare una prima valutazione delle sue attitudini personali, individuandone il carattere. Come giustamente notò lo psicologo James Sully, lo schizzo di un bambino, per quanto sia grossolano e bizzarro rivela un processo di sviluppo.
Psicologia
Chiedere scusa è un segno di forza
Le incomprensioni fatto parte della vita, può capitare tra amici, tra colleghi di lavoro, o in coppia, ma il risultato in genere non cambia: musi lunghi, cattivo umore, frecciatine o silenzi imbarazzanti, tutte strategie per scaricare la tensione e l’arrabbiatura, ma del tutto inutili per ricucire lo strappo.
Personalità, la stretta di mano può rivelarla
Anche una semplice stretta di mano può raccontare chi siamo e chi ci sta di fronte. A sostenerlo, è un’indagine promossa da AskMen. I 2 principali indizi sulla personalità di una persona sono la stretta decisa e quella debole. In genere, la prima è sintomo di una personalità forte, mentre la seconda è indice di fragilità.
L’assenteismo scolastico è indice di problemi psicologici
E’ importante che bambini e ragazzi frequentino regolarmente le lezioni scolastiche, al fine di ottenere un buon rendimento e di socializzare con i coetanei. Se ciò non avviene, se, cioè, il ragazzo tende all‘assenteismo, questo può essere indice di problemi psicologici, secondo una ricerca condotta da Jeffrey Wood, professore dell’Università della California. “Sapevamo già da molto che è assai probabile che gli studenti che sono frequentemente assenti da scuola abbiano sintomi di disordini psichiatrici, ma è meno chiaro il perchè” ha spiegato il professore.
Dormire e sognare, per dimenticare gli eventi negativi…
I ricercatori dell’Università di Berkeley, in California, hanno fatto un‘interessante scoperta sui benefici del sonno, e in particolare sulla fase in cui si sogna, detta fase REM, durante la quale si ridurrebbero le sostanze chimiche responsabili dello stress e il cervello riuscirebbe ad allontanare i problemi e le difficoltà affrontate durante il giorno. Durante la fase REM, infatti, i ricordi verrebbero rielaborati,ma “in uno stato dove i neurotrasmettitori dello stress vengono utilmente fatti cessare“, ha spiegato Els Van der Helm, uno degli autori dello studio.
La psicologia del dono: come affrontare il Natale 2011
Si avvicina il periodo natalizio. La crisi che colpisce il nostro Paese e tutta l’Europa si fa sentire, ma in ogni caso tutti vogliono festeggiare il Natale, un momento per ricreare un’atmosfera familiare accogliente e per sentire vicini gli affetti. Dite la verità. Chi non sta già pensando a quali regali fare? A proposito di questo vogliamo parlarvi di cosa c’è dietro l’atto del donare. Coloro che scelgono di fare un regalo, molto spesso, decidono di trovare nel dono il giusto compromesso tra utilità e convenienza. Ci si chiede: ma il regalo piacerà? Sarà utile? Diversi sono i meccanismi psicologici posti alla base dell’attività del dono.
Contro la depressione, il pensiero concreto
Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Exeter, in Gran Bretagna, l’arma vincente contro la depressione sarebbe un corso di addestramento alla concretezza. Uscire dalla depressione, non è semplice e spesso le terapie farmacologiche non sono la soluzione migliore.
Scherzi della memoria? Colpa delle porte…
Sarà capitato a tutti di andare da una stanza all’altra della casa, per poi dimenticarsi, improvvisamente, che cosa dovevamo fare o cercare. Alcuni ricercatori dell’Università di Notre-Dame hanno tentato di studiare meglio quest0 fenomeno, attraverso alcuni esperimenti dai quali sono giunti alla conclusione che un cambiamento di luogo anche piccolo, come può essere, appunto il passare da una stanza all’altra, può causare questi brevi vuoti di memoria.
Sorridere, per vivere meglio
Sorridi, che la vita ti sorride, dice il proverbio. Ciò è quello che sembra intendere il dottor Gil Greengross, psicologo e antropologo dell’Università del New Mexico, in un articolo pubblicato questa settimana sulla rivista “Psychology Today”.
Greengross si rifà a due studi, uno dell’anno scorso e uno appena svolto, che hanno preso in esame anche alcune foto sul popolare social network Faceb0ok, per capire lo stato psicologico attuale e futuro del soggetto.
Siamo più il prodotto della genetica o dell’ambiente?
Un interessante studio condotto da Heeiung Kim e David Sherman, psicologi dell’Università di Santa Barbara, e pubblicato sulla rivista Social Psychological and Personality Science, ha analizzato quanto noi siamo il prodotto dell’ambiente circostante e quanto, invece, della genetica, che è uno dei più antichi dilemmi della psicologia.
Il dottor Sherman ha spiegato: “Tutti sono d’accordo che le persone sono segnate da entrambi, ma la struttura dell’interazione fra i geni e la cultura comincia a determinare come ciò avvenga a seconda della mutevolezza culturale“. I ricercatori, utilizzando il recettore dell’ossitocina, che è collegato all’emotività, hanno dimostrato che gli individui possono avere uno stesso patrimonio genetico, ma manifestarlo in maniera differente, a seconda del loro rispettivo ambiente culturale.
L’importanza di “disinnescare” i cattivi ricordi e di modificare l’apprendimento
Molti disturbi psicologici, come le fobie, le dipendenze, il disturbo ossessivo-compulsivo e il disturbo post-traumatico da stress, possono avere a che fare con la memoria e l’apprendimento, nel senso che una determinata situazione può essere associata ad un dato comportamento-ad esempio, vedere un bar pieno di persone che fumano può indurre ad accendersi una sigaretta-e riattivare ansie e paure o spingere ad agire in maniera inappropriata. Gli psicologi cercano in genere di lavorare su queste associazioni inconsce tra un determinato “stimolo” e una determinata “risposta” suggerendo di associare mentalmente allo stimolo altre possibili risposte, ma ciò, spesso, si rivela tutt’altro che semplice, e i pazienti possono facilmente avere delle ricadute.
Lo shopping misura l’affinità di coppia
Chi non ha mai calcolato la propria affinità di coppia? Chi non si è chiesto se il partner che ha scelto appartiene al giusto ascendente zodiacale? E attraverso questi metodi di misurazione si calcola quanto sia forte la propria relazione con il partner. Lontano dal giudicare quanto tutto ciò sia giusto o sbagliato, vogliamo parlarvi di un interessante indagine a proposito dell’affinità di coppia. Si è interessata dell’argomento l’esperta Monica Zentellini.
I narcisisti sanno di esserlo, ma si piacciono ugualmente così
Le persone narcisiste, sulle prime, possono anche risultare brillanti e simpatiche, ma con questo loro difetto, alla lunga, rischiano di perdere molti legami sociali importanti. Un recente studio, però, ha dimostrato come queste persone, pur avendo comunque un’altissima considerazione di sè, siano consapevoli di poter risultare presuntuosi e antipatici agli occhi degli altri,
La ricerca è stata condotta da un gruppo di studiosi guidati dalla psicologa Erika Carslton della Washington University di St.Louis. I ricercatori volevano approfondire tre aspetti del narcisismo: la percezione di se stessi, la percezione degli altri e cosa loro credevano gli altri pensassero di loro stessi.
Da cosa dipende la bellezza?
Mito eterno di donne ed uomini: il raggiungimento della bellezza. Perseguiamo ideali estetici ogni giorno, andando in palestra, seguendo una dieta povera di dolci e snack poco salutari, usando creme e prodotti per la bellezza. Eppure una ricerca del neurobiologo Semir Zeki presso l’University College di Londra ha affermato che la bellezza si trova nella mente di chi osserva e non si rispecchia in caratteri oggettivi.