La canzone preferita immagine del carattere

Sette note racchiudono tutto il mondo. E’ la magia della musica, e come già vi raccontavamo in passato sui suoi vantaggi per l’umore, oggi torniamo sull’argomento per parlare del rapporto che c’è tra musica e carattere. Un’arte immateriale riesce infatti a far comprendere il carattere di una persona. A parlarcene sono gli psicologi ricercatori della Cambridge University, che dopo avere analizzato il caso musica / tratti psicologici dell’ascoltatore, sono giunti ad una conclusione che è stata pubblicata sul Journal of Personality and Social Psychology 1.

Ma andiamo ad analizzare un po’ meglio questo studio per capire cosa c’è alla base dei nostri gusti e tutto quello che secondo Peter Rentfrow, autore dello studio e professore di Psicologia sociale e dello sviluppo alla Cambridge University, possono rivelarci le 5 categorie musicali per eccellenza.

Psicologia del pianto, quando piangere è liberatorio

 Il pianto è vissuto in modo profondamente diverso da ogni individuo. C’è chi usa le lacrime come canale di sfogo nei momenti difficili, valvola del dolore, scarico della tensione, chi piange negli istanti di gioia incontenibili e c’è chi si vergogna quando una lacrima, e solo una, riga il volto, come si trattasse della testimonianza concreta, che scorre, di una debolezza che si vuole ad ogni costo nascondere, tenere dentro.

Piangere equivale senza dubbio ad esternare delle emozioni, positive o negative che siano. Ma quando il pianto è davvero liberatorio? Se lo sono chiesti tempo fa due psicologi della University of South Florida, Jonathan Rottenberg e Lauren M. Bylsma, realizzando uno studio sulla psicologia del pianto in collaborazione con JJM Vingerhoets della Tilburg University, ricerca pubblicata dalla rivista di divulgazione scientifica Psychological Science.

Le bugie rendono il rapporto di coppia più felice

Vi è una canzone, che forse non tutti conosceranno ma che spiega in modo esemplare, le dinamiche di molti rapporti: La vita è un paradiso di bugie. Il testo ci “informa” che: ogni coppia, per funzionare, ha bisogno delle sue piccole menzogne. Lo sostengono tra l’altro le ultime ricerche: una relazione, dura in media cinque anni di più ma solo se i partner evitano di dirsi tutta la verità.

Spiega a tal proposito Francesca Tripodi, psicoterapeuta all’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma:

Poche confidenze in ufficio!

Quanto vi raccontate di solito? E soprattutto quanto parlate di voi stessi con i colleghi d’ufficio? Sia chiaro aprire una porta su se stessi e sulla propria vita privata in ufficio è una scelta che può anche andar bene se oculata e se riusciamo a dare la nostra confidenza a “piccole dosi”.

Del resto è risaputo, quando si tratta di lavoro e di ambiente di lavoro..ci inoltriamo per sentieri non sempre lineari. Proviamo allora a seguire i consigli dello psicologo e sociologo Enrico Cheli, autore di Le relazioni interpersonali (Xenia Edizioni):

Tenete a bada l’impulsività, la voglia di dire tutto a tutti, ascoltate sempre i segnali che vengono dall’ambiente e verificate il feedback delle confidenze. Parlare del privato è positivo solo se il clima relazionale in ufficio è sciolto, sociale: allora aprirsi viene naturale. Se invece l’atmosfera è formale, bisogna capire con chi parlare di sé e con chi no. Infine, quando l’atmosfera è conflittuale, è meglio lasciar perdere. E’ importante dunque prestare particolare attenzione al modo in cui parli di te. Prima verifica se l’argomento è d’interesse per l’interlocutore, e se è questo è disponibile ad aprirsi a sua volta. Ci vuole reciprocità nei rapporti, altrimenti si rischia di sembrare narcisisti ed egocentrici con un effetto boomerang: finisci per creare barriere invece che ponti.

Il carattere e la bellezza

 

Un recente studio della University of British Columbia di Vancouver, ha messo in risalto che dal punto di vista psicologico, la bellezza, fa si che si faccia maggiore attenzione al carattere.

I 75 volontari coinvolti hanno dimostrato come l’aspetto fisico attraente porti l’interlocutore ad essere più attento alle parole. La bellezza è quindi un punto di partenza per instaurare un rapporto anche colloquiale, perchè permette di apprendere meglio le personalità di una persona.

Il cervello innamorato di uomo e donna

 

Secondo un recente studio fatto da un gruppo di scienziati dell’university College di Londra, poi pubblicato sulla rivista Plos One, quando siamo innamorati la differenza nel genere non esiste. Spieghiamoci meglio. Il cervello sia maschile che femminile, reagisce allo stesso modo e soprattutto non è più razionale.

Questa scoperta è venuta fuori dopo l’analisi effettuata sulle aree del cervello, anche per verificare i livelli di amore e di odio.

Sciamano o Psicosciamano?

A Tuva, Siberia, troviamo di tutto, il linguaggio segreto degli animali, il tamburo e il canto armonico. La fumigazione con il ginepro della taiga. Gli onori agli spiriti degli antenati e a quelli che proteggono la terra. E le benedizioni ( ai luoghi, ai clan, alle famiglie e alle nascite). Per gli sciamani del luogo, questi sono tutti attrezzi del sacro mestiere per aiutare le persone e vivere meglio.

E così, di generazione, in generazione, qui proprio nel “bel mezzo del centro” dell’Asia è stato possibile tramandarsi il sapere e difenderlo dagli attacchi della modernità meglio che in altre zone del mondo: al di là dei monti Altai, nella punta più meridionale della Siberia, attaccata alla Mongolia, Tuva ha rappresentato nei secoli, una vera e propria fortezza naturale.

Combattere la depressione natalizia

Il Natale è un periodo Santo e per alcuni magico, ma esiste anche un’altra faccia della medaglia, quella che rende il Natale depressivo. Le feste natalizie, infatti, come pur possono sembrare solo gioiose, portano con se delle insidie che possono far male l’individuo, come ad esempio chi soffre di solitudine, chi va in crisi per cercare il regalo adatto oppure per chi è costretto ad incontrare dei parenti non graditi.

Gli studi recenti hanno dimostrato come il periodo di feste natalizie, sia un forte rischio per tutti coloro che sono più predisposti alla depressione. Gli stati depressivi, sono infatti in costante aumento in questo periodo. Gli anziani sono i primi che sono a rischio depressione ed il segreto è non farsi prendere dalle emozioni negative.

Il pregio-dramma del figlio unico

 

L’essere figlio unico è la doppia faccia di una stessa medaglia che porta molto spesso a credenze popolari discordanti e comunque non veritiere. Sfatiamo quindi che il figlio unico è quello viziato e quello coccolato, perchè come psicologia insegna, va tenuto conto di tantissimi aspetti con cui un figlio unico deve scontrarsi nati soprattutto dal fatto che il pargolo fin da bambino ha un’esperienza di vita che non può contare sulla base di un rapporto con fratello o sorella.

La tendenza al figlio unico, sta aumentando soprattutto perchè l’economia è cambiata ed un figlio costa sempre di più. Ma alcune ricerche parlano chiaro e mostrano come le famiglie con più figli sembrino più felici, soprattutto per la mancanza di preoccupazioni legate ad un unico parlogo.

Andare in pensione contro la depressione

 

La chiusura di un rapporto di lavoro e la possibilità di riposarsi tutti i giorni, magari coltivando il proprio hobby, sarebbe una delle cure per la depressione. A dimostrarlo uno studio recente dell’Università di Stoccolma, pubblicato sulla rivista British Medical Journal. Secondo questa ricerca, l’andare in pensione fa bene alla salute ed alla mente.

Parliamo di un antitodo naturale contro la stanchezza e contro i sintomi della depressione. I ricercatori scandinavi, hanno analizzato oltre 11.000 uomini e 2.000 donne.

La voce come tratto della personalita’

 

Le parole, i suoni e tutto ciò che esce dalla nostra bocca come forma di note, svela e contiene tutti i nostri dati sul carattere e la personalità. Questo è il resoconto di una ricerca svoltasi all’Università Cattolica di Milano per il Centro studi e ricerche di psicologia della comunicazione e dal Laboratorio di psicologia dell’ateneo di largo Gemelli.

La voce sarebbe infatti lo specchio della personalità, ed in base a suoni, toni, inflessioni e quanto altro, si potrebbero carpire tutte le informazioni sulla persona che abbiamo di fronte.

Ridere e piangere, due facce della stessa medaglia

 

Uno studio dei ricercatori olandesi del Max Planck Institute for Psycholinguistics, ha reso noto che l’essere umano nasce con una gioia innata, anche se nasciamo piangendo. L’uomo, nasce infatti con la capacità di ridere, di gioire, di essere felice e di essere armonioso.

Tutti gli stati d’animo ed i sentimenti negativi, nascono dopo, nel corso della vita e saranno mediati dalle esperienze che si vivono. Gli scienziati che hanno esaminato ben 16 persone, tra cui 8 sordi dalla nascita, hanno chiesto di esprimere le proprie emozioni senza parole, ma con le sensazioni.

Dimmi che tacco sei

 

Gli uomini non potranno mai capirlo probabilmente, ed allora cerchiamo di fare chiarezza in questo mondo per dare un input alla psicologia maschile sulle donne. I tacchi, legati ad un certo punto di vista del feticismo e soprattutto alla soddisfazione psicologica, fanno capire molto del sesso femminile.

La psicologia della scarpa è importante. Per questo inverno 2010, sembra che la rosa delle scarpe siano tra le più diverse, a partire da una classica scarpa con decoltè che indica una donna esibizionista, fino alla zeppa che può indicare una donna che ha voglia di sembrare più di ciò che è.