Uomini: la scelta della donna

 

La scelta della propria donna è una pratica che già dalla preistoria conserva una certa importanza per il soggetto maschile. Le donne spesso si sono poste la domanda di come gli uomini giudicano certi criteri. Per comprendere meglio alcuni aspetti della psiche maschile, andando ben oltre allo sguardo superficiale, è stata necessaria una ricerca che ha condotto l’Università del Texas ad Austin.
La ricerca ha evidenziato che gli uomini sono più attenti verso alcune caratteristiche delle donne che non ad altre. In base al tipo di relazione che vogliono mettere in atto si basano su alcuni valori.

La mitomania e la megalomania vanno a braccetto!

Ora lui si chiede perché sto con lei? Come ho fatto ad essere così ingenuo e non comprendere i segnali che pure c’erano? L’aveva certo sposata perché s’è dimostrata, dal primo momento, una creaura adorabile e l’ha sposata perché lei lo affascinava con i suoi sogni di gloria. La realtà, invece, non è idilliaca come si prospettava. Il risultato? La moglie non lavora più, s’è fatta licenziare e ora si lancia in spese folli e dilapida tutto quello che le resta (prosciugando il conto in banca), in creme di bellezza. Motivo? Ma ovvio: potrebbero chiamarla come fotomodella. E così il marito attonito, si chiede la ragione di un tale comportamento.

Enrico Smeraldi, primario presso la divisione di psichiatria del San Raffaele di Milano ci spiega che la ragione di tale comportamento da parte del megalomane, è dovuta alla ‘smania’ di voler adempiere un sogno di grandezza, raggiungere un obiettivo indipendentemente dagli altri. Ci spiega infatti che esistono casi estremi, come chi spende moltissimo in virtù di pseudo investimenti, rischiando imprese azzardate o addirittura si licenzia perché si reputa un genio. Una serie di menzogne dunque che non fanno altro che incrementare rischi e pericoli, per sé e la propria famiglia.

Il trauma del cyber bullismo

 

Un recente studio fatto dal National Institute of Child Health and Human Development (NICHD) guidato dal dottor Jing Wang e poi pubblicato sulla rivista settoriale Journal of Adolescent Health, ha portato alla luce, come le vittime del cyber bullismo sono molto più depresse rispetto alle vittime del così detto “Bullismo tradizionale“.

Le violenze fisiche, quelle verbali e la cattiveria dell’esclusione sociale, sono un danno molto forte per chi emotivamente fragile, vorrebbe reagire. Le vittime solitamente si sentono in un costante stato di prostrazione che diviene spesso depressione e porta a problemi molto gravi.

Le bugie? Un atto di difesa

L’uomo conosce la ‘possibilità’ della bugia a partire dai tre anni e lo farà per il resto della via. Ma perché mentiamo? Uno studio americano, ci informa, che mediamente si dicono solo due bugie al giorno. Molto di più invece, quando si risponde ai questionari e questo, al solo scopo di attirare l’attenzione e farsi apprezzare dagli altri. In psicologia, questa si definisce “desiderabilità sociale”.

Tutti mentono, la menzogna, sembrerà strano, ma è necessaria alla vita di società, così come nelle relazioni più intime. Questo naturalmente esclude una personalità manipolatrice, l’importante è essere consapevoli del fatto che si sta mentendo e che la menzogna è amorale. La coscienza di ciò che si sta facendo, segna il confine tra il bugiardo occasionale e quello cronico, che mente con naturalezza, senza farsi problemi.

Vivere in compagnia per stare meglio

 

 

Plos Medicine ha pubblicato uno studio che parla di cause delle malattie e della sua derivazione, non solo medica ma anche sociale. Sembra infatti che lo studio realizzato dalla Brigham Young University dello Utah Julianne Holt-Lunstad, insieme ad altri colleghi, abbia rese note le cause dei malori dal punto di vista sociale.

Le relazioni sociali influenzerebbero il rischio di mortalità e soprattutto di contrarre una malattia infettiva. Ma analizziamo per punti queste affermazioni. Come prima cosa, il vivere sereno deriva dal pensiero positivo (come cantava anche Jovanotti) perchè con questa positività, si riesce a stare meglio con se stessi ed affrontare meglio i problemi che possono sorgere, oltre a questo, sicuramente è importante quando si è giù, contattare un amico/a o la persona giusta che ci mette armonia per allentare le nostre pressioni psicologiche.

Gli over cinquanta invidiosi dei giovani

 

Nell’era del gossip, aumenta a dismisura quel sentimento che si chiama invidia…Ed a provarlo sembrano essere sempre più le persone mature. Invece di diventare più sagge, i recenti studi pubblicati dal Journal of Communication dimostrano che gli over 50 crepano di invidia nei confronti delle persone più giovani.

Il loro modus vivendi principale si rinchiuderebbe infatti nel raccontare aneddoti cattivi e negativi sui più giovani. Lo studio è stato pubblicato da Silvia Knobloch-Westerwick dell’Ohio State University (USA) sul già riportato Journal of Communication. La ricerca condotta insieme ai ricercatori coordinati da Matthias Hastall Zeppelin dell’University di Friedrichshafen in Germania ha messo sotto controllo 276 tedeschi tra cui 178 tra i 18 ed i 30 anni e 98 tra i 50 ed i 65 anni.

Convivenza? No grazie!

 

Insieme ma non sotto lo stesso tetto, questa è la condizione che alcune donne pongono alla propria relazione. Ci sono donne infatti per cui sembra difficile l’idea di sposarsi o convivere, anche quando si è innamorati e si vive un felice rapporto di coppia. Preferiscono vivere il rapporto giorno per giorno, scegliendo i momenti da condividere con il partner.

Un modo di intendere la coppia meno rassicurante e forse più difficile di quello in cui gli spazi e la quotidianità vengono vissuti in due. Ma quali possono essere i motivi della decisione di non vivere con lui? Le ragioni sono diverse: paura, referenzialità, individualismo.

Di sicuro, fino a quando nella coppia prevalgono interessi e forme accentuate di egoismo, non si può andare lontano nel difficile cammino della crescita emotiva. Il senso del “noi”, di noi due insieme prevede anche le piccole cose di ogni giorno e comporta un affidarsi reciproco, nel quale ognuno si sente amato e protetto.

Il secondo matrimonio è garanzia di serenità

Se addirittura i Cesaroni hanno desistito, ci sarà un perché. Non per niente il progetto di aumentare la famiglia, già piuttosto consistente (cinque figli tra lui e lei) ha avuto vita breve: il tempo di una puntata. Una (quasi) divertita Elena Sofia Ricci ha sostenuto di essersi sbagliata e che proprio no, non era incinta e si chiude qui. Ma questa è una fiction, la vita reale è una puntata che contempla in media otto, dieci anni, il tempo che basta per riempirla di prole tra il primo, il secondo – e non si sa mai, terzo letto.

Eppure nonostante i livello di guardia, che di solito si alza con il secondo matrimonio, delle precedenti esperienze si ricorda esclusivamente e si ha nostalgia solo dell’odore borotalcato. E ha davvero poca importanza che la “sposa di ritorno” abbia già due figli dal matrimonio precedente o che lo sposo si ritrovi un adolescente problematico soprattutto a scuola. L’impulso riproduttivo pare sia più forte di tutto. Tanto da poter resettare anni di stanchezza cronica, pannolini e malattie infantili, baby sitter e sensi di colpa. La differenza tra ieri ed oggi è soltanto una e non da poco: siamo più provati e stipati.

La separazione di mamma e papà

Comunemente si pensa che più piccolo è il bambino, meno dolorosa sarà la separazione dei genitori. Nulla di più sbagliato, perchè a due o tre anni l’unico filtro che posseggono per codificare gli eventi, sono gli stati emotivi degli adulti e soprattutto della mamma. Non essendo in grado di distinguere il proprio mondo separato da quello dei genitori e di eleborare queste emozioni, vede il distacco dei genitori tra loro come un distacco da sé, la percepisce come una minaccia spaventosa, una perdita irreparabile, lo spettro di una solitudine angosciante.

Questa è la ragione per cui gli resta dentro una disperazione lancinante e non perde mai la speranza consolatoria che i genitori possano tornare assieme. E’ un sogno che  alimentano quotidianamente e in un’età in cui si pensa che le favole possano inverarsi. I genitori pertanto devo impegnarsi a non confondere il bambino con separazioni conflittuali ma neanche con allontanamenti improvvisi o incontri intermittenti. Proprio questi ultimi, alimentano l’illusione che la famiglia possa tornare unita e rinnovano così una sofferenza straziante.

Nella pubertà invece, la prima conseguenza della separazione dei genitori provoca un’accellerazione del processo di distacco. Mamma e papà si separano e i figli mordono il freno (precocemente rispetto ai suoi coetanei) , conquistandosi velocemente l’autonomia. I rischi sono però insidiosi: mancando la gradualità del normale processo di maturazione, possono imbattersi nell’adolescenza, momento della vita già particolarmente critico con forti problematicità.

Se sei una carogna piaci alle donne

 

L’identikit dell’uomo che ci piace: arrabbiato, tormentato, alcolizzato, drogato, danneggiato. Siamo oneste: è questo il tipo di uomo che ci fa perdere la testa . Di loro si può solo diire che sono garanzia di sofferenza, di tormento ed estasi, di scompensi emotivi. Non è difficile individuarli, sono quelli che con innocenza, immediatamente ti rivelano “io sono sbagliato per te” e noi, galvanizzate da quella promessa di infelicità ci lanciamo con slancio e senza esitazioni nel gorgo oscuro e profondo del loro male di vivere. A volte però i dannati si legano a persone inquiete come e più di loro. Un esempio? Bonnie Clyde, i rapinatori legati da una disperazione e da un amore indissolubile, banditi e assassini, viveno svaligiando banche fino all’incontro fatale con i mitra della polizia che li ha crivellati di colpi unendoli anche nella morte. E ancora..: Liz Taylor e Richard Burton, stessa passione per l’alcool, compagni di letto e di bevute, di botte e di passione e disperatamente necessari l’uno all’altra da sposarsi un’infinità di volte e altrettanto divorziare e nell’immaginario di tutti restare “la coppia” per eccellenza anche dopo la morte di lui e i gli altri innumerevoli mariti di lei. Sid Vicious, il cantante dei Sex Pistols e Nancy Spungen, hanno nutrito il loro amore di eroina e angoscia e anche qui con una conclusione terribile: lui ha accoltellato lei e poi è morto di overdose.

E come non ricordare Joe Orton e Ken Halliwell, il brillante commediografo nell’era della “Swinging London” e il suo secondo: compagno, segretario, amante e tuttofare. Si amano di un amore travolgente e senza fiato ma tanti i tormenti anche per la promiscuità sessuale di Joe e così finisce che Ken lo uccide fracassandogli la testa a martellate.

Ma non finisce qui e così abbiamo i dannati che si redimono. E pentiti cercano la salvezza in una donna che sia per loro porto sicuro. Quelli dallo sguardo lucido per l’ultima bravata e flebili ti dicono che senza di te non possono farcela ed ecco che scatta la molla, la chiamata alle armi e ci facciamo travolgere dalla sindrome “Io ti salverò“, esattamente la stessa del famoso film di Hitchock che travolge la psicoanalista Ingrid Bergman e la smarrisce nelle nevrosi di un Gregory Peck magnifico, psicopatico e probabilmente assassino, che avvertiva un malessere ogni volta che vedeva delle righe parallele, mistero di chissà quale misfatto della sua torbida vita.

Timidezza, come superarla in 3 semplici passi

 Quello della timidezza è un problema più frequente di quanto non sembri, molte persone riescono a mascherare questo aspetto del proprio carattere e, di conseguenza, a combatterlo. Purtroppo, però, sono altrettanti gli individui che, scoraggiati, lasciano che la timidezza prenda il sopravvento: sbagliato! Se è vero che ognuno ha determinati tratti caratteriali, non è detto che non possiamo migliorarli; ecco come possiamo aiutarci a superare la timidezza in 3 mosse.

L’Anoressia Sessuale

L’Anoressia Sessuale è un disturbo sessuale in forte e progressiva espansione negli ultimi anni, l’età tra l’altro si è ridotta sia tra gli uomini che tra le donne e presenta connotati anche più gravi del disturbo da desiderio sessuale ipoattivo.

La persona afflitta da Anoressia Sessuale non solo ha perso il desiderio di fare l’amore, ma sbiadite sono anche le fantasie erotiche e gli stimoli fisici legati alla sessualità. Prematuramente giunge ad una sorta di acquiescenza  dei sensi; ad un graduale e patologico stato psico-fisico asessuato.

Chi soffre di Anoressia Sessuale, allarga questo suo disinteresse anche agli altri spazi psico-fisici, emotivi e relazionali della sua vita. Le cause possono essere molteplici. Quando le ragioni sono organiche e quindi fisiche, dipendono solitamente ad alcuni tipi di farmaci o ad uno squilibrio ormonale ma non è escluso un forte stress. Ma le motivazioni possono anche situazionali e tale problema dipendere dall’intenso lavoro, dalla gravidanza, dall’ allattamento e il primo allevamento o ancora eventi traumatici. E ancora, psicologiche (ansia, depressione, immaturità, disistima, inadeguatezza).

L’aspetto peggiore è però quando si tratta di difficoltà relazionali e quindi i problemi investono la coppia. Soprattutto quando alla mancanza del desiderio, crolla anche la complicità, l’alleanza, la condivisione, la gioia e l’intimità che uniscono per tutta la vita due persone e così il partner finisce per non ispirare più nè erotismo, nè tenerezza.

Le affinità elettive per la similitudine

 

Chi si somiglia si piglia“. Questa la saggezza popolare degli anziani, che sono sempre stati convinti che chi si somigliasse in modi di fare e di vivere fosse destinato con più facilità a stare insieme sotto lo stesso tetto. Studi recenti rimostrano invece che non è vero che il fatto di condividere lo stesso tetto porti ad assomigliarsi, anzi, l’alto numero di divorzi dimostra completamente il contrario. Forse è reale la parte iniziale della formazione di una coppia e cioè quella che ci porta a scegliere un partner che abbia con noi il maggior numero di cose in comune, ma dopo le cose cambiano.
Ad illuminarci sulle affezioni elettive è uno studio della Michigan State University, che negli Stati Uniti d’America ha pubblicato sul newspaper Personality and Individual Differences i risultati di quanto detto.

Lavoro, 4 consigli per migliorare la propria immagine

 Comunicare è un’esigenza naturale dell’essere umano, un bisogno che assume un’importanza ancora più rilevante in contesti come quello lavorativo. Poco importa se ci troviamo in ufficio, in un ristorante o in ambienti diversi, le relazioni tra colleghi sono un aspetto fondamentale perchè rappresentano lo sfondo della nostra produttività. Purtroppo non è sempre facile, soprattutto quando iniziamo un nuovo lavoro o quando entriamo per la prima volta a far parte di questo mondo, la paura di non essere all’altezza della situazione è tale da mascherare il nostro potenziale; ecco 4 consigli per migliorare la comunicazione con i colleghi di lavoro, aiutandoci a mostrare loro il nostro meglio.