Influenza suina, buoni motivi per non cadere nella Psicosi collettiva

 In questi giorni basta accendere la televisione, ascoltare una trasmissione radiofonica o semplicemente osservare il comportamento di alcune persone per confrontarci con il dilagarsi dell’influenza suina.

Seguire un telegiornale ultimamente è sinonimo di un interminabile elenco di deceduti, gli ospedali sono affollatissimi e il numero dei medici sembra diminuire rispetto ai pazienti ogni giorno di più. lecito chiedersi: l’influenza suina è davvero così pericolosa o il vero pericolo è la psicosi che sta causando?

Balbuzie, cause e rimedi

 Il disturbo da balbuzie è definito scientificamente Spasmofemia ed è caratterizzato da spasmi, cioè dalla contrazione involontaria dei muscoli. Queste contrazioni sono causate dalla convinzione che “parlare è difficile” ed implica quindi grandi sforzi.

Perchè alcune persone balbettano? Questo disturbo può avere radici biologiche, psicologiche ed abitudinarie, e colpisce soprattutto persone particolarmente sensibili o emotive.

Il senso dell’attesa

L’attesa è un enorme valore di autostima e, se gestita al meglio, porta ottimi segni di autocontrollo. Può essere paragonata anche all’ avere pazienza, e in entrambi i casi capirne il senso e il significato è importante per poter vivere al meglio senza nervosismo e ansia. E’ come un treno che non arriva mai, o che è in ritardo, voi riuscirete a restare calmi in entrambi i casi?

E’ bene pensare che distruggersi di pensieri non certi, mentre si aspetta, non aiuta il vostro stato. Un’attesa può essere di un lavoro, di uno sviluppo di un progetto, di un evento, di una persona etc.

Narcisismo patologico, un ostacolo alla socialità

 Il concetto di narcisismo ha origini antichissime. Risale infatti alla letteratura greca, più precisamente nel personaggio di Narciso contenuto nelle “Metamorfosi” di Ovidio. Nella realtà esiste una forte differenza tra il desiderio di curarci ed apparire belli agli occhi degli altri e il narcisismo patologico; per questo non è facile capire dove finisce il sano ed inizia l’estremo.

Chi è il Narcisista patologico? Esistono vari strumenti per identificarlo, fra questi citiamo il criterio diagnostico DSM-IV,   il “Diagnostic and Statical Manual of Mental Desorders“, il quale elenca una serie di fattori che caratterizzano il narcisista patologico.

Comunicare con l’ipnosi

Sopra vedete la foto di Barack Obama, il presidente degli Stati Uniti D’America, un uomo che ha convinto una intera nazione a fidarsi e ad “affidarsi” alla sua persona. Che effetto vi fa? Vogliamo prenderlo come esempio mentre sviluppiamo il nostro articolo sull’ipnosi, e su quanto questo metodo sia sempre più usato nella comunicazione.

E i nostri politici? Anche Silvio Berlusconi sicuramente lavora molto sulle tecniche di comunicazione, ma non sono solo i politici, ma anche personaggi famosi, sportivi e altri. Ognundo di voi può usare l’ipnosi, ma cos’è?

La psicologia del fumo

 Quando immaginiamo una persona che fuma tendiamo a considerare la sigaretta come un mezzo efficace per allentare la tensione; in realtà si tratta semplicemente di un luogo comune. L’ effetto calmante della sigaretta agisce solo quando l’astinenza da nicotina provoca nervosismo, e questa tensione viene placata fumando.

Fumare è nella maggior parte dei casi un bisogno di rassicurazione più che di dipendenza dalla nicotina ed è ritenuto un buon modo per scaricare lo stress, spesso accompagnato da gesti di entità diversa ma fatti con lo stesso scopo, come sistemarsi i vestiti, toccarsi i gioielli o mangiarsi le unghie.

Il senso di Autoefficacia, credere in noi stessi

Albert Bandura ha studiato a lungo il senso di autoefficacia, o “self-efficacy“, cioè la valutazione delle proprie capacità che ciascuno fa per verificare le proprie possibilità di riuscita in un compito. Secondo l’autore, queste convinzioni influenzano il modo in cui le persone pensano, trovano le motivazioni personali ed agiscono.

L’autoefficacia riguarda tre aspetti: la competenza in un determinato ambito, la capacità di superare ostacoli o reagire a un fallimento e in quanti ambiti ci si sente competenti.

Il valore della timidezza

 Ci vergogniamo a rispondere al telefono? Ci imbarazza l’idea di parlare in pubblico? Chiedere un appuntamento sembra un’impresa impossibile? La timidezza a volte rende difficili anche le azioni più semplici, come chiedere indicazioni stradali. Tuttavia essere introversi può essere un valore da riscoprire, piuttosto che un peso di cui liberarsi.

Per valorizzare i lati positivi di questa predisposizione, è innanzitutto molto importante non farsi condizionare da quest’etichetta, ma cercare di riflettere su quali circostanze la scatenano.

Intelligenza Emotiva, credere nelle nostre capacità

 Il test del Quoziente Intellettivo serve a misurare l’indice generale delle facoltà cognitive,  ma non ci spiega come mai persone che ottengono risultati brillanti al test non spiccano anche nelle relazioni sociali. Il QI, legato alla sfera razionale, non prevede le possibilità di successi sociali o professionali, poiché questi sono legati all’intelligenza emotiva.

L‘intelligenza emotiva nasce nel 1990 da due psicologi, Peter Dalovey e John Mayer, e rappresenta la capacità di riconoscere e vivere le nostre emozioni e quelle altrui in modo consapevole, usandole in moda da guidare le azioni.

Il disgusto ci tiene lontani dai pericoli

Grandi menti come Charles Darwin o Stanley Miller consideravano il disgusto un concetto strettamente legato al cibo. In particolare Darwin, nel suo libro “L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali”,  ne sottolineava il valore adattivo, e considerava il disgusto come un emozione originata dal senso del gusto che con l’evoluzione si è trasformata in una risposta emozionale che impedisce all’uomo di assumere oralmente sostanze potenzialmente dannose.

In realtà lo scopo del disgusto non è solo evitare di ingerire alimenti pericolosi, nè di preservare l’uomo dal contatto con i batteri; è piuttosto un meccanismo di difesa che interessa sia fisico che mente. Infatti esiste sia il disgusto sensibile, cioè quello che proviamo quando assumiamo cibi avariati, sia quello psicologico.

Il potere benefico delle parolacce

È scientificamente provato che le parolacce fanno bene a corpo e mente. La notizia ci arriva da un esperimento effettuato da Richard Stephens e colleghi, durante il quale, in un primo tempo, i soggetti dovevano immergere la mano in un contenitore pieno di acqua gelida urlando una parolaccia a piacere. Nella seconda fase, i soggetti dovevano ripetere l’operazione senza imprecare.

Il risultato è stato che nella prima fase, i soggetti hanno alzato la loro soglia di sopportazione al dolore di quasi il 50%, a differenza della seconda.

Quando è il gruppo a decidere

Scelte individuali e scelte di gruppo. Un tema che sta a cuore alla PNL, soprattutto quando si esaminano le dinamiche della leadership nel gruppo. Anche in campo aziendale, in particolare nel capo del decision making, molto spesso si sente parlare di group thinking. La psicologia che sta infatti dietro una scelta è molto complessa, e lo è ancora di più quando a decidere non è il singolo ma il gruppo.

Molto probabilmente avrete sentito parlare, o vi sarete imbattuti di persona, nel classico test di gruppo che simula una situazione di emergenza della NASA. Di solito vi ritrovate superstiti sulla luna (io ho incontrato sempre questa versione…) o nel deserto, con pochi oggetti e poco spazio per trasportarne solo alcuni. Beh, come avrete notato, e come è chiaro, il processo decisionale che ne viene fuori è orientato si da scelte di sopravvivenza ma visto che si genera in gruppo (i partecipanti vengono divisi in più gruppi) è plasmato da prospettive diverse, e quasi tutti hanno delle difficoltà ad accettare le scelte del gruppo che non sono corrispondenti alle proprie. Che vuol dire?

Il mondo della metacomunicazione

Ciascun individuo utilizza  modalità diverse per raggiungere i propri obiettivi, anche  se spesso risultano piuttosto simili. Oggigiorno a prevalere è la comunicazione per obiettivi, in quanto emerge il singolo non solo per la sua individualità, ma per l’egoistica concezione di porsi al centro dell’attenzione, per arricchire  i propri interessi tralasciando il benessere spirituale in ogni suo aspetto più generale.

Ed è per questo motivo che si trascura la cosiddetta “metacomunicazione” , cioè la comunicazione sulla comunicazione, una qualificazione o squalificazione di ciò che è stato detto e di come è stato detto qualcosa, una sorta di lettura tra le righe che dà maggior o minor significato al detto e non detto.