È possibile che l’allattamento al seno influisca sul pianto dei neonati? Sembra proprio di sì. Questo è quanto scoperto da uno studio effettuato dai ricercatori del Medical Research Council in Inghilterra che hanno considerato la situazione di ben 300 mamme. Tra queste, vi erano donne che allattavano soltanto al seno (137), mentre 88 utilizzavano esclusivamente latte artificiale e 91 adottavano un allattamento misto. Sembrerebbe, secondo i ricercatori, che le donne che allattano i propri neonati al seno mostrano di piangere di più e di avere una maggiore difficoltà nell’addormentarsi rispetto ai piccoli alimentati con latte artificiale.
Studi e Ricerche
Le donne italiane sono le più stressate d’Europa
Abbiamo parlato più volte dello stress, uno dei mali che affligge l’individuo che vive nella società contemporanea. Molto spesso i soggetti più colpiti sono le donne. È proprio per questo che non sorprende il risultato di una recente ricerca effettuata dalla Nielsen. Sono state intervistate 6mila donne che hanno evidenziato come in tutta Europa le donne italiane siano le più stressate. Emancipazione, indipendenza, successo nel mondo del lavoro non hanno aiutato la condizione femminile, ma hanno portato a degli effetti disastrosi come lo stress dovuto all’eccessivo carico di impegno richiesto al gentil sesso.
Meno donne? Uomini più spendaccioni
In questi tempi di crisi economica, è interessante conoscere alcune delle motivazioni psicologiche che possono influire, seppur a livello inconscio, sulla nostra propensione a spendere o a risparmiare di più.Secondo una ricerca americana, condotta dall’University of Minnesota’s Carlos School of Marketing, vedere una minore presenza femminile sul totale della popolazione renderebbe gli uomini più spendaccioni, proprio perchè sarebbero disposti a spendere di più per conquistare una donna. Ciò, del resto, avverrebbe in tutte le specie animali: “Ciò che vediamo negli altri animali è che quando le femmine sono scarse, i maschi diventano più competitivi. Loro gareggiano di più per conquistare la compagna” ha spiegato Vladas Griskevicius, che ha condotto la ricerca.
Maschio o Femmina? C’è un nuovo test per saperlo
Tra le prime cose che i genitori si chiedono quando sanno di aspettare un bambino è il sesso del piccolo. Sarà un maschietto o una femminuccia? Iniziano i primi pensieri, le prime speranze, le prime decisioni sul nome giusto da scegliere. Qualsiasi sia il sesso del nascituro, l’attesa di una nuova vita è di per se una notizia e un dono grandissimo. Ma la curiosità, in ogni caso, risulta essere sempre fortissima. Oggi vogliamo parlarvi di quanto hanno fatto gli studiosi del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia del Cheil General Hospital e del Centro Sanità della Donna dell’Università KwanDoong di Seoul, in Corea.
I bambini capiscono la mamma dal tono della voce
Sembra che i bambini capiscano perfettamente quello che dice la mamma, anche se parla una lingua sconosciuta, perché sanno interpretare il tono della voce. A sostenerlo, è una ricerca condotta da un team di studiosi della Scuola di Psicologia dell’Università di Cardiff in Gran Bretagna, pubblicato su “Cognitive Development”.
Parti gemellari in aumento, è colpa dell’età
Sembra che negli Stati Uniti negli ultimi trent’anni ci sia un aumento considerevole di parti gemellari. Molte coppie si ritrovano alla fine dei nove mesi non solo con un piccolo pargolo tra i piedi, ma due o di più. Figli gemelli in aumento anche in Italia e in Europa. Il fenomeno è oggetto di indagine da parte del National Center for Health Statistics, perché si cerca di capire quanto l’incidenza delle terapie per la fertilità influenzi i dati di nascita dei parti gemellari.
Dalla Germania novità per l’infertilità maschile
Oggi vogliamo parlarvi di un recente studio dei ricercatori dell’Università di Muenster, in Germania, che si è occupato di un problema molto sentito: l’infertilità maschile. Gli studiosi hanno elaborato un metodo innovativo attraverso il quale sembrerebbe possibile ricreare il liquido seminale in laboratorio. In questo modo si potrebbero aiutare tante coppie sterili che non riescono a concepire un bambino e senza l’utilizzo della fecondazione artificiale.
Uomini e donne hanno personalità molto differenti
Si è finora ritenuto che le differenze tra i sessi, dal punto di vista psicologico, siano abbastanza ridotte, ma un recente studio condotto dall’Università di Torino e dall’Università di Manchester ha esaminato le caratteristiche della personalità di uomini e donne, giungendo alla conclusione che, tra i due sessi, vi sarebbero ben pochi tratti in comune, (circa il 10 per cento), mentre sarebbero molte di più le caratteristiche differenti. “Dal punto di vista psicologico, gli uomini e le donne sono quasi delle specie differenti” ha spiegato il dottor Paul Irwing, dell’Università di Manchester, coautore dello studio.
Donne più lagnose degli uomini
Secondo un luogo comune gli uomini si lamentano molto più delle donne sulla propria salute. Avete mariti che per una semplice febbre sembra che stiano per lasciarci le penne? Oggi vogliamo parlarvi di una ricerca spagnola che smentisce questa convinzione sbagliata. Si tratta di uno studio condotto dalla Agència de Salut Pùblica di Barcellona, che ha indagato le abitudini di circa 29mila persone di diversa età e sia maschi che femmine. Le interviste hanno coinvolto i soggetti che sono stati divisi in diversi gruppi. A seconda della fascia di età si è distinto fra persone giovani (dai 16 ai 24 anni) e persone mature. Infine, tutti i risultati ottenuti sono stati confrontati con una precedente ricerca di sei anni fa sulla salute pubblica in Spagna.
Le persone umili sono più altruiste
L’umiltà è una virtù poco tenuta in considerazione, al giorno d’oggi, che ha poco a che vedere con l’avere una scarsa autostima, ma che, invece, può avere molto a che vedere con l’altruismo, con l’interessarsi degli altri dando magari una mano a chi ne ha bisogno, proprio perchè non ci si sente “superiori” a loro. Ciò sembra essere confermato da una ricerca, condotta dal professor Wade Rowatt della Baylor University, che ha dimostrato proprio come le persone umili siano spesso quelle più disponibili ad aiutare gli altri.
Il cervello degli anziani non è più “lento” rispetto ai giovani
Si tende, generalmente, a ritenere che nelle persone anziane il cervello tenda a lavorare più lentamente, ma una nuova ricerca svolta dall’Ohio State University dimostrerebbe che, invece, ciò non sarebbe vero, e che gli anziani avrebbero tempi di risposta simili a quelli dei giovani, ma, semplicemente, dovendo risolvere ad esempio un quiz, cercherebbero di rispondere in maniera precisa, anche a costo di impiegarvi più tempo. Il professor Roger Ratcliff, coautore dello studio, ha spiegato: “Molte persone ritengono che sia normale che il cervello delle persone anziane rallenti con l‘invecchiamento, ma noi abbiamo scoperto che non è sempre vero. Almeno in alcune situazioni, persone di 70 anni possono avere tempi di risposta simili a quelli di persone di 25 anni”.
Ricerche? Il legame fra coccole e droga esiste
Si sa, di mamma ce n’è una sola. Il legame esistente fra figli e madri è unico ed indissolubile. Oggi vogliamo parlarvi, a proposito di questo, di una ricerca effettuata tramite la collaborazione fra due istituti di ricerca universitari, l’americana Duke University e l’australiana Università di Adelaide. Gli studiosi hanno indagato qual è il legame fra le coccole che una madre rivolge ai propri figli e la loro possibilità futura di fare uso di sostanze stupefacenti.
Quando l’alcool può renderci più aggressivi?
Può capitare, specie in questo periodo di feste, di eccedere un pò anche nel consumo di alcoolici, magari di sentirsi poi un pò “brilli” se non proprio ubriachi; è bene, comunque, non esagerare troppo, sopratutto se, sotto l’effetto dell’alcool, sveliamo anche la parte peggiore di noi, e diventiamo più aggressivi o irascibili. E’ quanto ci suggerisce una ricerca condotta dall’Ohio State University, secondo la quale esiste una particolare tipologia di persone che tendono a diventare più aggressive sotto l’effetto dell’alcool: si tratterebbe di coloro che tendono a vivere il momento presente, senza preoccuparsi delle conseguenze future delle loro azioni.
“Massimizzatori”: quando fare delle scelte diventa uno stress
Nella vita di tutti i giorni capita spessissimo di dover fare delle scelte, a volte su cose serie, più spesso su cose banalissime come decidere i gusti di un gelato, e di non essere mai sicuri della decisione anche una volta che è stata presa. Secondo una nuova ricerca, condotta dalla professoressa Joyce Ehrlinger della Florida State University, stare a ripensare e rianalizzare una scelta fatta può causare stress e rendere infelici.
Vi sarebbero, in particolare, due tipologie di persone, quelle che tendono sempre a rimuginare sulle decisioni prese- i “massimizzatori“- e quelle che, invece, non ci ritornano su- i “soddisfatti“. La professoressa Ehrlinger ha spiegato che, comunque, la maggior parte degli individui tende ad oscillare tra una tipologia e l’altra.